Che fine ha fatto tutta la fretta di semplificare


Semplificare la nostra burocrazia è una priorità. L’eccesso di burocrazia è da sempre considerato, in base ai sondaggi degli investitori, uno dei principali deterrenti all’investimento in Italia. È per questo che, giustamente, il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (Pnrr) includeva la semplificazione burocratica come uno dei suoi principali obiettivi. Che è successo?

 

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Come discusso in una nota che ho scritto con Alessio Capacci e Nicolò Geraci (che trovate sul sito dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, Ocpi), non si sa bene cosa sia successo. Come mai? Il Pnrr prevedeva di semplificare e digitalizzare: (i) entro dicembre 2024, 200 procedure riguardanti energia, ambiente, edilizia, infrastrutture e commercio; (ii) entro giugno 2025, 50 procedure riguardanti anagrafe e stato civile, identità, domicilio digitale, disabilità e accesso ai servizi online; e (iii) un totale di 600 procedure entro giugno 2026, comprese quelle realizzate per il raggiungimento degli impegni ai primi due punti. La prima scadenza è stata rispettata (anzi le misure di semplificazione introdotte sono state 261), la seconda è stata eliminata d’accordo con la Commissione Ue e per la terza si sta lavorando. Inoltre, gli enti locali avrebbero finora introdotto 460 misure di semplificazione anche grazie all’assunzione di esperti finanziata dal Pnrr.

 

I numeri sono quindi notevoli. Come mai nessuno ne parla? In realtà, le misure sopra indicate sono state introdotte attraverso vari provvedimenti e non esiste un documento che le elenchi, il che rende arduo valutarne la portata. Si tratta di misure rilevanti o di piccoli cambiamenti al margine? Cosa si intende per “semplificare e digitalizzare” una procedura? La Commissione ha considerato come sufficienti anche piccole variazioni in una procedura piuttosto che una sua sostanziale revisione? Non lo sappiamo. Informazioni ricevute dal governo dall’Ocpi indicano che una delle principali misure adottate è stata l’eliminazione di titoli abilitativi, segnalazioni o comunicazioni relative all’avvio, variazione, sospensione, subingresso e cessazione di 45 attività artigiane (anche se continuano ad applicarsi i regimi amministrativi previsti dalla normativa di settore per l’esercizio delle attività, dagli adempimenti previsti dalla legge quadro sull’artigianato e da quelli previsti dalla normativa Ue). Del resto delle misure si sa poco o nulla.

 

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Ora, ci sono due possibilità. La prima è che le centinaia di misure cui ho fatto riferimento siano sostanziali e allora il governo farebbe bene a darne un’adeguata pubblicità. Può darsi che le cose siano migliorate sostanzialmente e che la percezione delle imprese (che ancora si lamentano parecchio della mancanza di una sostanziale semplificazione) non si sia ancora adeguata alla realtà. La seconda è che le misure approvate siano solo cose minori, buone soprattutto per soddisfare formalmente i vincoli posti dal Pnrr (e considerate valide grazie al buon cuore dei “burocrati di Bruxelles”), nel qual caso il governo dovrebbe dare un’accelerata fondamentale al processo di semplificazione burocratica. Fra le altre cose, si dovrebbe mettere su una corsia preferenziale il disegno di legge delega in tema di semplificazione che langue in Parlamento dal gennaio 2024.

 

Al momento, la seconda possibilità mi sembra più probabile, ma spero di sbagliarmi.



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