“Otto miliardi per le aziende. Tagliare l’Irpef non basta”


Roma, 4 settembre 2025 – “La crescita di questo Paese non si fa migliorando l’Irpef”. “Sono in scadenza tutti gli incentivi per le imprese e per un piano di sostegno alle imprese servono almeno 8 miliardi di euro”. È lungo questi due avvisi che si dipana il monito del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, al governo alle vigilia dei primi incontri tra i vertici delle parti sociali e i maggiorenti dell’esecutivo per mettere a punto i capitoli-chiave della legge di Bilancio per il 2026.

Un appuntamento che ha visto anche la Lega in campo con la riunione dei ministri del Carroccio, Giancarlo Giorgetti in testa, con Matteo Salvini: al centro del summit il rilancio della rottamazione delle cartelle esattoriali, la flat tax al 15 per cento, ma anche un contributo sulle imprese “che hanno fatto miliardi di euro di profitti” (con evidente riferimento alle banche).

Opportunità unica

partecipa alle aste immobiliari.

 

La partita della manovra per l’anno prossimo si è ufficialmente aperta con l’inizio del mese. E non è un caso, dunque, che associazioni d’impresa e sindacati, ma anche i partiti di maggioranza, si mobilitino per fissare i propri paletti. Ieri è stata la volta innanzitutto di Confindustria. Il presidente Orsini, di fronte alla platea degli industriali emiliani, invoca un piano industriale straordinario con risorse complessive per 8 miliardi di euro. Solo così si può creare ricchezza – spiega – e solo così la ricchezza può essere redistribuita. Quello dei salari, assicura alla luce delle proposte emerse all’interno della maggioranza negli ultimi giorni, “è sempre stato un tema” per gli industriali, ma i salari non aumentano con un taglio dell’Irpef “una volta l’anno”. Piuttosto bisogna guardare ai contratti di produttività. E bisogna puntare sulle imprese che possono “produrre di più, guadagnare di più e distribuire le ricchezze”. È quella la via, insiste. L’emergenza numero uno resta quella energetica e per superarla serve applicare quanto prima il meccanismo del disaccoppiamento. Un nodo sul quale il governo è al lavoro con un decreto.

Ma c’è anche un altro elemento dal quale non si può prescindere. Alla fine dell’anno sono in scadenza tutti i principali incentivi all’industria: da Industria 4.0 e 5.0 (che da sola vale 6,3 miliardi), alla Zes Unica per il Mezzogiorno, lo alle principali agevolazioni per ricerca e sviluppo. E, ugualmente, è in scadenza il Fondo di garanzia per le Pmi, ma anche in questo caso solo per il 2025. Da qui la richiesta di un piano complessivo da 8 miliardi di euro per tre anni. Il nodo da sciogliere, però, è quello delle risorse. Venerdì usciranno i dati sulle entrate fiscali che potranno dare un primo orientamento sulle risorse, ma i conti si faranno ancora più in là.

Dalla Lega, però, hanno fatto sapere quali sono le proposte essenziali per il partito: si parte dalla difesa del reddito delle famiglie, dalla rottamazione, dall’estensione della flat tax al 15 per cento, ma si insiste ancora anche sulla necessità di “un maggiore contributo (da destinare a famiglie e imprese) da parte di realtà finanziarie che stanno facendo decine di miliardi di euro di profitti”. Leggi, le banche.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Richiedi prestito online

Procedura celere