Condividi queste informazioni su:
La rivoluzione energetica italiana: l’arma strategica per le aziende.
Il panorama energetico nazionale sta cambiando a una velocità senza precedenti. Per la prima volta le rinnovabili hanno superato i combustibili fossili, coprendo il 43,8% della domanda nei primi sei mesi dello scorso anno. Un traguardo storico che però si scontra con le difficoltà dell’industria pesante, ancora alle prese con consumi elevati e margini in calo.
In questo scenario, il Piano Transizione 5.0 diventa l’arma strategica per le aziende: uno strumento che permette di coniugare innovazione digitale, sostenibilità e risparmi fiscali significativi.
Cos’è il Piano Transizione 5.0
Il programma rappresenta l’evoluzione del celebre Industria 4.0, ma con un salto di qualità: unisce la trasformazione digitale con la transizione green. Si tratta di un credito d’imposta che premia le imprese capaci di ridurre i propri consumi energetici almeno del 3% sull’intero sito produttivo o del 5% sul singolo processo interessato dall’investimento.
Gli incentivi non sono marginali: si parte da un 35% di credito d’imposta e si arriva fino al 45% per chi raggiunge le migliori performance energetiche.
Come funziona: i pilastri fondamentali
- Digitalizzazione e beni 4.0
- 35% di credito d’imposta per i beni materiali;
- 15% per i beni immateriali (software, sistemi IoT, automazione avanzata).
- Efficienza energetica
- 35% di credito per risparmi dal 3% al 10%;
- 40% per riduzioni tra il 10% e il 15%;
- 45% per risparmi oltre il 15%.
Il tutto valido per investimenti effettuati tra gennaio 2024 e dicembre 2025, purché si tratti di beni nuovi e acquistati da fornitori italiani.
A chi è rivolto e quali investimenti copre
Il Piano è aperto a tutte le imprese con sede in Italia, senza distinzione tra micro, PMI o grandi aziende. Le spese ammissibili si dividono in due grandi filoni:
- Beni 4.0 per la digitalizzazione: software, piattaforme di automazione, sistemi di interconnessione;
- Macchinari e soluzioni per l’efficienza energetica: impianti innovativi, piattaforme aeree a basso consumo, sistemi di monitoraggio dei consumi e tecnologie per ridurre l’impatto ambientale.
Requisiti tecnici e certificazioni obbligatorie
Per accedere agli incentivi servono:
- Sistemi di misurazione e monitoraggio dei consumi;
- Contatori intelligenti e sensori IoT;
- Una diagnosi energetica iniziale e una certificazione ex-post dei risparmi.
Il credito è utilizzabile in compensazione tramite modello F24, anche in unica soluzione, oppure spalmato in 5 anni.
Il ruolo ESCo: partner chiave per le aziende
La normativa prevede la necessità di un soggetto certificato, una Energy Service Company (ESCo), che supporti le imprese in ogni fase: analisi dei consumi, progettazione degli interventi, certificazione dei risultati e gestione delle pratiche. La scelta di una ESCo qualificata può fare la differenza tra un investimento ottimizzato e una pratica respinta.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link