“Diritti e salari migliori nella logistica e trasporti, ma alla destra manca una visione”


“Piacenza ha un ruolo chiave in Italia nei trasporti e la logistica, ma il governo della destra non ha una visione di sviluppo e crescita in questo settore fondamentale per la competitività e il lavoro”. E’ la considerazione di fondo che ha accompagnato il confronto alla Dem Fest, organizzata dal Partito Democratico di Piacenza al Capitolo, in scena sabato sera tra la parlamentare ed ex Ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, e Stefano Malorgio, segretario generale della Filt Cgil. “Per un sindacalista dei trasporti venire a Piacenza – ha scherzato Malorgio, accompagnato da alcuni delegati piacentini della sua categoria – è come un musulmano andare a La Mecca, perchè qui si misurano dinamiche di crescita e di sviluppo anche dal punto di vista dei diritti e della condizione dei lavoratori del nostro settore”.

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“Insieme a Stefano Malorgio – ha ricordato De Micheli – abbiamo vissuto una stagione assai complicata, quella del Covid durante la quale sono state assunte decisioni fondamentali per non interrompere la mobilità del paese e permettere la continuità di servizi essenziali; successivamente abbiamo lavorato alle azioni piano di ripresa e resilienza per migliorare il sistema dei collegamenti sulla base dei fondi europei: le scelte di allora hanno ricadute ancora oggi, nonostante questo governo spesso abbia aumentato le difficoltà nella loro applicazione. Siamo in una delle capitali della logistica, luogo di scambio delle merci e distretto agroalimentare fondamentale e siamo anche in riva al Po, la cui navigabilità è strategica nei piani di sviluppo, di cosa potevamo discutere a Piacenza se non di trasporto?”

“De Micheli da ministro aveva introdotto una norma – ha affermato Malorgio – che vincolava la licenza di operare negli aeroporti al rispetto del contratto di lavoro nazionale, è ancora in vigore ma che purtroppo è rimasta disattesa. Una norma di civiltà che produce un aumento dei diritti dei lavoratori e un incremento dei salari, tema più che mai attuale. Anche se il sistema contrattuale italiano ha retto nel suo complesso, la perdita di potere di acquisto dei salari è legata a un impoverimento generalizzato e a una mancanza di sviluppo. Il problema allora non si può risolvere solo guardando al salario in sé, è necessario ricominciare a produrre ricchezza, trovando una via di competitività dell’Italia sulla scena internazionale”.

“Produrre ricchezza ha a che fare – ha sostenuto De Micheli – anche con la presenza di uno Stato che entra nella proprietà di imprese strategiche e che gioca un ruolo sulla scena internazionale. Oggi invece c’è un enorme trascuratezza del governo nei confronti della filiera dei trasporti, c’è una sottovalutazione enorme di un comparto che potrebbe restituire al nostro paese una funzione importante anche nello scacchiere del sud Europa. Non credo all’Italia come ‘nastro trasportatore’ delle merci, ma credo in una filiera della logistica articolata che porta con sé pezzi importanti di manifattura. A Piacenza è stato soprattutto il centrosinistra a governare lo sviluppo della logistica, e il contratto di filiera a cui si è arrivati su scala nazionale dopo un iter faticoso ha avuto come punto di arrivo la tutela delle persone che lavorano in un settore così difficile e così essenziale”.

Malorgio ha aggiunto: “Sul settore della logistica si gioca la competitività di interi paesi, in Italia facciamo inoltre i conti con un problema culturale sui trasporti. Non possiamo considerare quelli pubblici come un prolungamento dello stato sociale, un servizio solo per i più poveri. Pensiamo a quanto la logistica incida nella creazione del valore e nell’export dei nostri prodotti sui mercati europei e internazionali, ma oggi in gran parte è nelle mani di armatori privati che detengono la proprietà dell’intera filiera. E il fatto che noi siamo quasi interamente privi di controllo sul sistema è pesante”.

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E infine una considerazione sul Partito Democratico e sull’esigenza di proporsi come una forza di governo. “Occorre un progetto di paese – ha sottolineato De Micheli – che tenga conto della domanda di protezione che arriva dalle persone, un atteggiamento tipico delle società ricche, e dall’altra parte anche della ‘fame’ delle nuove generazioni di italiani che chiedono una prospettiva di futuro. Nel Pd e nella coalizione ancora siamo in ritardo nella costruzione ideale ed emotiva di risposte concrete”.





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