Nel pieno di un’estate caratterizzata da incertezze economiche globali e tensioni sui mercati energetici, l’Italia può contare ancora una volta su uno dei suoi asset più solidi e riconosciuti al mondo: l’industria alimentare.
I dati sulla produzione industriale di luglio 2025, pubblicati da Istat il 10 settembre 2025, confermano che a trainare la crescita del comparto manifatturiero nazionale è il Made in Italy food, che segna un +5,7% su base annua, collocandosi tra i settori economici più dinamici, una leva decisiva per la competitività del Paese.
La crescita del Made in Italy alimentare spicca nel quadro generale
A luglio 2025, l’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana è aumentato dello 0,4% rispetto al mese precedente. Un progresso che, seppur contenuto, conferma la tendenza positiva già osservata nel trimestre maggio-luglio (+0,2% rispetto ai tre mesi precedenti).
Il dato complessivo mostra un’Italia che, pur tra difficoltà, riesce a tenere il passo delle economie avanzate. Su base tendenziale, al netto degli effetti di calendario, la produzione industriale cresce dello 0,9% rispetto a luglio 2024. Si tratta di un aumento moderato, ma significativo se confrontato con la contrazione che interessa comparti cruciali come l’energia (-5,2%) o la chimica (-2,7%).
Il dato più interessante emerge però nella scomposizione per settori: se i beni di consumo crescono del +3,0%, i beni strumentali del +2,8% e i beni intermedi del +0,3%. Il solo alimentare contribuisce in modo determinante alla performance complessiva del Paese.
Quanto vale il settore Food & beverage dell’industria italiana
L’industria alimentare italiana non è una nicchia ma un pilastro. Con un valore di produzione che supera i 170 miliardi di euro, e oltre 60 miliardi di export, rappresenta da anni un traino strutturale della manifattura nazionale. Il +5,7% registrato a luglio conferma una tendenza che resiste alle turbolenze internazionali. Mentre altri comparti faticano, il food cresce grazie alla sua capacità di coniugare qualità, innovazione e reputazione internazionale.
Il marchio Made in Italy è garanzia di valore aggiunto sui mercati esteri, soprattutto in un contesto in cui la domanda privilegia prodotti di fascia medio-alta, sostenibili e con una forte identità territoriale. Dalla pasta ai formaggi, dal vino all’olio, il settore alimentare italiano non è soltanto produzione: è racconto, cultura e immagine.
Agroalimentare italiano resiliente alle sfide
Il 2025 non è un anno semplice per l’industria. Le tensioni geopolitiche continuano a pesare sul costo delle materie prime. A ciò si aggiunge la crisi climatica, che mette sotto pressione la filiera agricola. I consumatori infine, colpiti dall’inflazione alimentare (+3,5% ad agosto), orientano diversamente le proprie scelte. Eppure, proprio in questo scenario, l’agroalimentare italiano ha dimostrato una straordinaria resilienza.
La capacità di differenziare mercati, puntare sull’export extra-UE e sviluppare linee di prodotti premium e sostenibili ha permesso alle imprese di assorbire meglio gli shock. Il dato del +5,7% non è solo una cifra statistica: è il simbolo di un settore che continua a rappresentare l’essenza del Made in Italy. L’alimentare non è solo produzione, ma occupazione qualificata, tutela del territorio, promozione culturale ed export. Ogni punto percentuale di crescita si traduce in posti di lavoro, in investimenti nella filiera agricola e in prestigio internazionale.
Un segnale chiaro per la politica e per le imprese, perché i dati dimostrano che investire sul Made in Italy agroalimentare significa non solo valorizzare un patrimonio unico al mondo, ma anche costruire una strategia di sviluppo industriale resiliente, sostenibile e capace di guardare lontano.
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