Il peso delle iniziative sui conti pubblici


Tanti soldi in ballo, dunque. A cominciare dalla proposta socialista che, se accettata, comporterebbe un aggravio di 300 milioni all’anno per lo Stato. Come fare? «300 milioni oggi pagati dai cittadini per i premi che ritorneranno ai cittadini, 1.500 franchi netti a persona», ha spiegato Durisch. «È un aiuto enorme, lo Stato dovrà fare i compiti: come una politica fiscale». Le proposte di finanziamento, ha detto il deputato, ci sono. «Il nostro Cantone, con la politica fiscale, ha sgravato la grande sostanza». Il riferimento è alla riforma fisco-sociale del 2017. «Bisogna rimettere il campanile al centro del villaggio», ha ribattuto Vitta. «La manovra citata rientrava nel patto fisco-sociale, peraltro approvato anche dal PS in Parlamento. Da un lato, ci sono stati degli sgravi, dall’altro le imprese hanno alimentato un fondo per gli asili nido. Se i patti vengono rotti, a rimetterci saranno le famiglie che oggi beneficiano del fondo. L’iniziativa PS da 300 milioni va a sommarsi ai 400 milioni che già ora vengono versati in sussidi di cassa malati. Sarà inevitabile un aumento importante del moltiplicatore cantonale. Dobbiamo esserne consapevoli: un aumento generalizzato di imposte ci sarà». A pagare il conto, ha sottolineato Vitta, sarà quindi la collettività. L’iniziativa leghista, per contro, sembra meno impattante. Ma 100 milioni equivalgono al deficit del Preventivo 2026. Ne vale la pena? «Assolutamente», ha detto Piccaluga. «Lasciare qualche franco nelle tasche dei cittadini vale la pena». Inoltre, «anche noi abbiamo fatto proposte per finanziare l’iniziativa, come la non sostituzione degli impiegati dell’amministrazione cantonale». Dal canto suo, Lepori ha ricordato le conseguenze per gli enti locali. «I Comuni hanno preso una posizione forte. L’iniziativa della Lega ha un impatto diretto sulle finanze comunali: 44 milioni totali, 20 dei quali a carico delle città. Non possiamo che essere preoccupati: per Bellinzona, 4,5 milioni in meno valgono 5 punti di moltiplicatore comunale di imposta, che saremo costretti ad aumentare». A contrastare l’iniziativa del PS è peraltro lo stesso sindaco socialista di Bellinzona Mario Branda. «Branda ha sempre interpretato in modo istituzionale il suo ruolo. Ma la nostra iniziativa non ha oggi un influsso diretto sui Comuni», ha spiegato Durisch. «A noi preoccupa soprattutto l’aumento del moltiplicatore cantonale d’imposta, e che difficilmente troverà una maggioranza in Parlamento», ha ribattuto Lepori, spiegando che «la soluzione più semplice per il Governo sarà quindi di riversare gli oneri sui Comuni». Anche il leghista Michele Foletti ha bocciato la proposta del suo partito. «È un gioco di ruoli: quando si rappresenta l’Esecutivo non si parla a titolo personale. Foletti ha fatto il suo dovere come sindaco di Lugano», ha evidenziato Piccaluga. «La discesa in campo dei sindaci è realismo», ha fatto notare Vitta. «Dobbiamo esserlo tutti: certe spese non ce le possiamo permettere. Questo è populismo finanziario». A scaldare gli animi sono anche state le misure presentate dal PS per finanziare l’iniziativa. Per Vitta, infatti, il problema sta nel manico: «Le proposte andavano inserite direttamente nel pacchetto dell’iniziativa, in modo che il popolo votasse tutto insieme, avendo un quadro completo». «Ma – ha replicato il capogruppo socialista – uno dei principi delle votazioni è l’unità di materia, in questo caso tocchiamo la Legge sull’assicurazione malattia cantonale. Non si può mischiare questa legge con quelle tributaria, sarebbe come fare un ricatto al cittadino».



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