Gli sportelli bancari sono spariti. E specie per gli anziani, ma non solo, la situazione è drammatica. Di conseguenza anche gli sportelli bancomat se la sono data a gambe. E il disagio aumenta.
Oltre 4,7 milioni di cittadini sono rimasti orfani per la prematura scomparsa degli sportelli bancari! Da qualche anno si sta diffondendo un fenomeno che gli esperti hanno definito “desertificazione bancaria”, ossia la chiusura di sportelli bancari in molte zone del Paese. Le cause sono varie, ma le più decisive sono: digitalizzazione dei servizi, la riduzione dei costi e la concentrazione in pochi grandi gruppi. Si tratta di oltre 4,7 milioni cittadini che all’improvviso si sono visti sparire il loro sportello bancario.
I disagi maggiori si riversano soprattutto sugli anziani a disagio con la tecnologia e sulle imprese del territorio. Quest’ultime stanno patendo un problema rilevante: la circolazione di scarso credito. E’ facile dire che si può richiederlo con un semplice clic, ma anche l’economia si basa sulle relazioni umane, a volte decisive per scegliere un’opzione piuttosto che un’altra! E la digitalizzazione di qualsiasi rapporto non fa che lasciare nello sconforto molti cittadini. Secondo gli esperti, la scomparsa di molte filiali è l’effetto del cosiddetto “risiko bancario”.
Si tratta di un periodo di riorganizzazione e consolidamento del settore bancario, caratterizzato da fusioni, acquisizioni e altre operazioni strategiche tra gli istituti di credito. Questo processo è paragonabile al gioco da tavolo “Risiko” a causa delle dinamiche di conquista e controllo del mercato che lo caratterizzano. Sta di fatto che la desertificazione si è estesa in modo disomogeneo sul territorio italiano. Le regioni vittime del fenomeno sono state Friuli-Venezia Giulia, Marche, Sicilia, Basilicata e Veneto. Il fenomeno sta assumendo contorni da allarme sociale.
Per questo è sorto l’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Firs Cgil il sindacato dei lavoratori delle banche, delle assicurazioni, della finanza, della riscossione e delle authority, che riporta gli studi e le analisi del Comitato scientifico, su dati della Banca d’Italia e Istat. In Lombardia, la regione con il più alto PIL (Prodotto Interno Lordo) nazionale, quasi il 60% degli sportelli è detenuto da 4 grandi gruppi. Intesa Sanpaolo resta il 1° gruppo a livello nazionale per diffusione sul territorio, mentre il numero dei comuni che sono stati defraudati delle filiali sono saliti a 3415, ossia il 43,2% del totale.
Se si guarda alla dinamica di come si sta sviluppando la desertificazione bancaria, si nota che ai 4,7 milioni di cittadini totalmente sprovvisti di sportelli bancari si devono aggiungere i circa 6,5 milioni di residenti in comuni che la stanno espletando. Al contrario, proprio in questi territori, alla scomparsa delle banche si sta registrando un incremento delle imprese medio-piccole. Una altra peculiarità è che non sono tutti piccoli comuni, ma ce ne sono 13 con più di 10 mila abitanti e, addirittura, uno con più di 20 mila. Il paese che detiene questo anomalo record è Trentola Ducenta, ubicato in provincia di Caserta.
Il fenomeno diventa sintomatico considerando che la diffusione della banca online è ancora scarsa in Italia rispetto alla media europea, rispettivamente del 55% e del 67,2%. In un contesto siffatto la desertificazione bancaria è quasi un atto di dominio per escludere una fetta di popolazione, in gran parte anziana. Sembra un problema di poco conto, invece è la conferma, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che il potere politico-finanziario si comporta come un feroce rapace, pronto a far sentire i suoi acuminati artigli pur di raggiungere lo scopo prefissato, senza farsi alcun scrupolo di sorta.
Mentre la politica e la stampa “mainstream” si crogiolano in un profluvio di parole retoriche nell’esaltare la bellezza dei nostri borghi come ricchezza nazionale. Già, con trasporti difficoltosi, la rete internet scarsamente funzionante e le banche in fuga. Arguto modo di difendere la bellezza e la ricchezza di questi luoghi!
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link