Quando sostenibilità, digitale e controllo della spesa diventano la bussola, la prevenzione in sanità cambia volto


Tre verbi ‘in movimento’ – prevenire, connettere, innovare – sottendono la necessità di una strategia sanitaria lungimirante, ma anche la volontà di riscrivere le regole, per un sistema che risponda davvero ai bisogni di una società che invecchia, vive più a lungo, e chiede qualità e sostenibilità.

Sono proprio questi tre verbi a delineare i filoni tematici attorno a cui si costruisce il programma delle due giornate di FORUM Sanità, che il 22 e 23 ottobre prossimi trasformeranno lo ZEST HUB di Roma Termini in un laboratorio di idee, proposte e visioni per il domani della salute pubblica.
In questo articolo puntiamo i riflettori su uno di questi temi – prevenire – raccogliendo le suggestioni giunte da Mariano Corso, Presidente P4I e membro del comitato scientifico degli Osservatori Digital Innovation, William Frascarelli, Senior Procurement Manager Specialist Digital Healthcare & Innovation di Consip, e Tiziano Carradori, Direttore Generale dell’Azienda USL della Romagna.

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Prevenzione e sostenibilità del sistema sanitario, per una società a prova di longevità

Cosa significa davvero “prevenzione”, oggi? Basta pensare alle tante discussioni su stili di vita, invecchiamento demografico e sostenibilità: ma come si traduce tutto questo in azioni concrete? Mariano Corso  rilancia: “l’invecchiamento demografico è una sfida fondamentale per il Sistema Sanitario, probabilmente quella che risulterà ‘definitoria’ della capacità del nostro Paese di interpretare le grandi transizioni e garantire sostenibilità e resilienza al nostro sistema sociale ed economico. Attraverso l’innovazione tecnologica e organizzativa, il sistema sanitario dovrà essere messo in grado di gestire la longevità: rispondere all’ineluttabile invecchiamento demografico accompagnando – grazie alla prevenzione, la ricerca, l’educazione ai corretti stili di vita – una fascia sempre maggiore della popolazione oggi considerata anziana, a rimanere attiva e in buona salute, a divenire motore positivo della nostra società e protagonista nella cura della propria salute e di quella altrui”.

Programmazione e monitoraggio della spesa sanitaria: sfide e opportunità oltre il PNRR

In un contesto in cui l’innovazione è imprescindibile, diventa necessario capire quali leve organizzative, tecnologiche e culturali possono fare la differenza. Come si concretizza un approccio proattivo e integrato nella gestione della spesa sanitaria, specie ora che il PNRR impone di guardare oltre l’emergenza e pensare alla sostenibilità nel lungo termine?

“Le soluzioni per la trasparenza, il controllo e la qualità degli acquisti sanitari si fondano su un approccio multidimensionale che integra strumenti tecnologici, modelli di gara innovativi e una governance orientata ai risultati”. È quanto è emerso dai recenti Tavoli operativi sulla sanità digitale del Market Day Consip, insieme ad altre indicazioni pienamente coerenti con gli indirizzi del Piano Industriale 2025-28 della Società, evidenzia William Frascarelli.

Una trasformazione che parte, innanzitutto, dall’adozione di strumenti di valutazione oggettiva. “L’adozione dell’Health Technology Assessment (HTA) come servizio autonomo nelle gare pubbliche rappresenta un passo fondamentale per valutare l’efficacia clinica, l’impatto economico e sociale delle tecnologie sanitarie, contribuendo a una selezione più consapevole e trasparente delle soluzioni da adottare”. A questo si affiancano modelli di gara basati su logiche di pay-per-use e paper performance, “che premiano i fornitori in base ai risultati ottenuti e incentivano l’uso di soluzioni SaaS certificate e interoperabili”.

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“Includere poi la user experience e l’impatto sugli outcome di salute consente di orientare gli investimenti verso servizi realmente efficaci e centrati sul paziente”. Completano il quadro la governance dei dati e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per il monitoraggio continuo della spesa e dei servizi, offrendo strumenti predittivi e di controllo in tempo reale. Infine, precisa Frascarelli “il coinvolgimento attivo di startup, PMI e associazioni attraverso consultazioni di mercato e workshop favorisce la co-progettazione delle soluzioni e rafforza la trasparenza nei processi decisionali”. 

Dunque, se prevenzione, innovazione e trasparenza rappresentano ormai pilastri imprescindibili per un sistema sanitario efficace e sostenibile, rimane aperto un interrogativo: nel passaggio dalla straordinarietà degli investimenti del PNRR a una governance più stabile e strutturata, quali leve organizzative e culturali vanno attivate affinché la programmazione e il monitoraggio della spesa sanitaria possano davvero consolidarsi nel tempo e rispondere alle sfide future?

Frascarelli ritiene che un dialogo continuativo e partecipato con amministrazioni e imprese – come è il caso della programmazione delle gare resa disponibile da Consip con la pubblicazione del proprio Piano Gare – sia uno strumento di trasparenza imprescindibile per favorire le amministrazioni nell’efficace organizzazione delle proprie attività e le imprese in una risposta efficiente ai fabbisogni della PA. Su questa linea, richiama inoltre i lavori del Tavolo interistituzionale che coinvolge Consip, Agenas, Ministero della Salute, DTD e Regioni, che ha l’obiettivo di definire una strategia nazionale condivisa per le gare in sanità digitale e la relativa programmazione pluriennale.

Precisa Frascarelli: “Un altro elemento chiave è la semplificazione e verticalizzazione delle gare, basata su categorie merceologiche specifiche, che consente, al contempo, di ridurre la complessità burocratica e di facilitare la partecipazione di operatori specializzati, rendendo i processi più agili e trasparenti”. Infine, sottolinea l’importanza della formazione continua e dell’accrescimento delle competenze, inseriti come componente strategica nei nuovi Accordi Quadro Consip: elementi essenziali per garantire la maturità della domanda e la capacità delle amministrazioni di valutare gli impatti delle soluzioni adottate. Senza dimenticare la necessità di diffondere una cultura della valutazione e del risultato, orientata agli outcome e supportata da metriche di performance e strumenti digitali di monitoraggio, per ancorare la spesa pubblica a impatti misurabili e sostenibili nel tempo.

William Frascarelli parteciperà a FORUM Sanità nella giornata del 23 ottobre, insieme a Tiziano Carradori, nel corso del talk dedicato alla programmazione e al monitoraggio della spesa sanitaria.

È proprio sulla necessità di non restare ancorati a una visione limitata della sostenibilità che Tiziano Carradori ci invita a un cambio di prospettiva. “Il concetto di sostenibilità – ricorda Carradori – nasce alla fine degli anni ’80 e riguarda la durabilità dei sistemi. Non ha una sola dimensione, che è quella alla quale costantemente e pressoché esclusivamente facciamo riferimento, ovverosia quella di natura finanziaria”. E precisa: “la sostenibilità finanziaria altro non è che la capacità di pagare ciò che si è deciso di offrire, di dare, di rendere disponibile. Peraltro, la sostenibilità finanziaria, per quanto sia correlata alla sostenibilità economica, non è un suo sinonimo. La sostenibilità economica, infatti, riguarda il costo-opportunità, vale a dire la capacità di fare le cose nel modo più efficiente e, a parità di efficacia, nel modo più economico. Sono due concetti diversi, che chiamano in causa responsabilità diverse: la capacità di pagare è delle istituzioni di governo, mentre la capacità di fare bene le cose giuste è una competenza prevalentemente tecnico-manageriale”.

Quando invece parliamo di sostenibilità, pensiamo solo all’equilibrio di bilancio. Carradori prosegue: “Ma la spesa, la durabilità di un sistema sanitario, anche dal punto di vista delle due componenti della sostenibilità– quella economica e quella finanziaria – è una sorta di funzione matematica e dipende dalla quantità di bisogni e dalla quantità di risorse che mobilitiamo efficientemente per dargli una risposta. Se non riduciamo il carico di problemi, il carico di malattia, è evidente che la spesa avrà un trend inflattivo, che non è solo determinato dal costo dei fattori produttivi”.

E insiste: “Dobbiamo riscoprire la promozione e la prevenzione della malattia, così da ridurre il carico di problemi a cui il sistema deve rispondere. Se guardiamo al costo della malattia per la comunità, spesso scopriamo che è superiore al costo della produzione dei servizi”. Carradori cita un’indagine di Oxera per il Times, dalla quale è emerso che il costo della cattiva salute, al netto del costo del sistema sanitario inglese, nella fascia 15-64 anni, è pari al 7,5% del PIL e avverte: “bisogna ridurre il carico della malattia con azioni di promozione della salute e di prevenzione, anche perché stiamo vivendo un’anticipazione della comparsa della malattia. I nostri adolescenti sono oggi più malati che trent’anni fa: basta pensare al problema delle malattie mentali nei giovani. E, ovviamente, si deve intervenire anche per ridurre il carico di malattia negli anziani, che fisiologicamente hanno bisogno di più ‘manutenzione’”.

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Il Direttore Generale dell’Azienda USL della Romagna si sofferma anche sul tema della produzione dei servizi. Se non vogliamo che i miliardi investiti dal Piano Nazionale di Resilienza vadano sprecati, dobbiamo modificare le modalità con cui produciamo i servizi. “Occorre investire nella formazione e nella riorganizzazione”, avverte Carradori, “altrimenti la digitalizzazione darà un rendimento minimo rispetto alle sue potenzialità. Oggi un infermiere è altamente formato e non è più pensabile che svolga le stesse mansioni di cinquant’anni fa. Serve ripensare chi, come e quando esegue il lavoro. Serve un vero task shifting, non per ridurre la spesa, ma per dare coerenza a ciò che facciamo”.

Carradori affronta infine anche il tema dell’assistenza alle malattie complesse: “per alcune patologie, come le malattie mentali e le demenze, dobbiamo renderci conto che una fetta importante dell’assistenza può essere garantita anche da figure non necessariamente mediche o infermieristiche”. E conclude con una chiamata all’azione: “se continuiamo a parlare di sostenibilità solo tra noi, solo per coloro che sono poco avversi al contenuto tecnico, ho l’impressione che, oltre a vanificare gli investimenti, perderemo una grande occasione, generatasi in una delle condizioni che, almeno da un secolo, non conoscevamo”.

Ricerca scientifica e strategie di prevenzione: sinergie, impatti, prospettive future

La ricerca scientifica non può che essere la leva che consente di trasformare conoscenza in azioni concrete, impattando su prevenzione, diagnosi precoce e personalizzazione delle cure. È nella ricerca – e nella capacità di farla dialogare con i territori, le istituzioni e le imprese – che il sistema sanitario trova la sua vera forza. A cosa servono allora eventi come FORUM Sanità? A far incontrare saperi diversi, a costruire un lessico comune e a immaginare – insieme – la sanità di domani.

Di tutto questo e di altro ancora parleremo a FORUM Sanità, nella mattinata di lavoro del 23 ottobre dedicata all’evoluzione della prevenzione sanitaria alla luce delle trasformazioni in atto a livello nazionale e internazionale, con focus approfonditi sui temi della digitalizzazione, della sostenibilità del sistema nella fase post-PNRR e della ricerca scientifica.



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