Navigare tra sfide e resistenze della rendicontazione di sostenibilità « LMF Lamiafinanza


Vento in poppa: lo slancio iniziale

Immaginiamo un’imbarcazione che, con il vento favorevole nelle vele, lascia il porto e si mette in viaggio, spinta da un chiaro obiettivo: tracciare una rotta verso un futuro più sostenibile e responsabile nel mondo economico e finanziario. Questo slancio iniziale ha caratterizzato gli ultimi anni, segnati dall’istituzione dell’International Sustainability Standards Board (ISSB), dall’adozione del Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) in Europa, dalla formazione di alleanze climatiche come la Net Zero Banking Alliance (NZBA), dall’impegno crescente verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, nonché dall’istituzione di iniziative sovranazionali come il Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) e il Glasgow Financial Alliance for Net Zero (GFANZ).

Queste iniziative hanno rappresentato una vera e propria accelerazione, un vento in poppa che ha spinto la finanza e le aziende globali a mettere la sostenibilità al centro delle strategie. La sostenibilità è diventata non solo un tema etico o volontario, ma un obbligo sempre più normativo, supportato da standard (sempre più) condivisi e un crescente consenso internazionale.

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Grazie a questo vento, il viaggio ha aperto nuove consapevolezze e opportunità, portando alla diffusione di pratiche innovative, nuove metriche e un’infrastruttura informativa comune con strumenti condivisi e una crescente adesione internazionale, che avrebbe dovuto favorire la trasparenza e la comparabilità a livello globale.

Una navigazione complessa: onde alte e correnti profonde

Ma ogni navigazione sulle acque del cambiamento incontra sfide: onde e correnti.

Le onde sono forti ed evidenti: l’espansione dei conflitti geopolitici, le crisi sociali ed economiche che hanno imposto a molti governi di rivedere o rimandare impegni sulla sostenibilità. Questi eventi sono manifestazioni comprensibili di una realtà complessa, che richiede equilibri fra le emergenze immediate e le priorità a medio-lungo termine.

Le correnti, invece, sono profonde ma non meno potenti. Esse rappresentano le difficoltà oggettive che le aziende, in particolare le piccole e medie imprese, devono affrontare di fronte a una pressione normativa crescente sulla rendicontazione. Il tempo, le risorse umane e finanziarie necessarie sono spesso superiori alle capacità di molte realtà, generando un naturale richiamo alla semplificazione e alla proporzionalità.

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L’Unione Europea sta cercando di rispondere al meglio a queste dinamiche con il  recente “Omnibus Package”, una proposta che tenta di alleggerire la pressione sulle imprese meno strutturate, estendendo i tempi e semplificando alcuni requisiti, senza però rinunciare agli obiettivi di trasparenza e qualità. Si tratta di una fase di aggiustamento che è parte integrante della navigazione in mari complessi e mutevoli.

Fuori dall’Occidente, mercati emergenti come l’India, che avevano adottato regole rigide, stanno rivalutando i requisiti, riconoscendo l’esigenza di un approccio pragmatico che tenga conto delle capacità e delle risorse delle imprese, adeguando quindi i requisiti alle capacità e ai contesti locali.

Contemporaneamente, a livello globale, spinte economiche e politiche complesse, tra lobbying settoriale e strategie legali, muovono istanze, azioni e dinamiche che aggiungono ulteriore complessità alla navigazione. Un po’ come remare contro?

Nell’arco temporale tra la vittoria elettorale di Donald Trump e il suo insediamento, citando “pressioni politiche” e “rischi legali” importanti banche hanno ridotto il loro impegno nelle alleanze climatiche. La Net Zero Banking Alliance (NZBA), che rappresentava oltre 70 trilioni di dollari in asset, si è virtualmente disintegrata nell’arco di pochi mesi. Tra dicembre 2024 e gennaio 2025, tutte e sei le principali banche statunitensi – JPMorgan Chase, Goldman Sachs, Bank of America, Citigroup, Wells Fargo e Morgan Stanley – hanno abbandonato l’alleanza, segnando una inevitabile pausa nei progressi. Anche le sei principali banche canadesi hanno seguito l’esempio, e persino istituzioni europee come HSBC hanno abbandonato la nave.

Negli Stati Uniti tredici stati hanno approvato leggi anti-ESG, mentre la stessa SEC ha fatto passi indietro su alcune regole di divulgazione climatica. Il Texas ha creato una “blacklist” di società considerate “anti-fossili”, mentre la Florida ha approvato quella che viene definita “la legge anti-ESG più estesa mai realizzata”. Il Procuratore Generale della Florida ha aperto un’inchiesta contro il Carbon Disclosure Project (CDP) e la Science Based Targets Initiative (SBTi), accusandole di “schemi ESG fraudolenti mascherati da scienza”.

Il 10 settembre 2025, la Securities and Exchange Commission statunitense ha fatto un annuncio che potrebbe passare inosservato ai più, ma che rappresenta un segnale allarmante per chiunque lavori nel settore della sostenibilità aziendale. La SEC ha dichiarato di stare “riconsiderando” le regole che consentono alle società straniere di depositare bilanci redatti secondo gli International Financial Reporting Standards (IFRS), specificatamente a causa del sostegno fornito dalla IFRS Foundation all’International Sustainability Standards Board (ISSB).

Sono segnali importanti, indicativi delle sfide che si stanno profilando lungo la navigazione.

Orientare le Vele: la navigazione consapevole e resiliente

Di fronte a queste onde e correnti la domanda è: come orientare le vele per non perdere la rotta?

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Come professionisti della sostenibilità siamo i timonieri di questa imbarcazione complessa. Ogni report elaborato, ogni standard adottato, ogni iniziativa sostenuta è una parte del nostro strumento di controllo, essenziale per mantenere la rotta verso maggiore trasparenza e responsabilità.

Questo richiede un atteggiamento pragmatico e resiliente. La conoscenza attenta delle condizioni normative e politiche, il dialogo costruttivo con interlocutori diversi, e la capacità di semplificare senza sacrificare la qualità sono elementi indispensabili per mantenere stabile il viaggio.

La nostra responsabilità esula dalla mera compliance. Dobbiamo contribuire a creare una cultura della trasparenza, promuovendo consapevolezza e fiducia in un capitalismo sostenibile, che sappia integrare aspetti ambientali e sociali senza rinunciare a rigore e credibilità.

Il vento favorevole dei primi anni resta una base preziosa; le onde e le correnti di oggi – momenti di aggiustamento naturale in ogni grande navigazione – rappresentano sfide realistiche e necessarie per affinare le nostre strategie e strumenti.

Il nostro compito è quello di convertire queste difficoltà in opportunità, consolidando il percorso con competenza, determinazione e un costante equilibrio tra rigore e pragmaticità.



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