Incertezza normativa relativa ai dehors per le attività ristorative e i bar: arriva l’appello di Confcommercio Siena al Comune. “Si faccia promotrice con le associazioni e le imprese di un’azione decisa per andare oltre e superare la precarietà che colpisce bar, ristoranti, enoteche, osterie, pizzerie ecc… all’interno di una tematica come quella dei dehor, che ormai è annosa e certo non aiuta le imprese e la loro capacità di programmare investimenti”.
Post Covid, era attesa una legge per quest’anno. Invece è tutto rimandato. “Per le imprese l’incertezza delle leggi, i rinvii, sono assolutamente da evitare – fa notare Davide Porciatti, presidente Fipe Siena – Ogni azienda ha bisogno di fare programmazione, capire quanto può investire e quali sono le necessità. Se non sappiamo se possiamo mettere i tavoli fuori in un tempo medio lungo, quali sono le regole certe per gli arredi, non possiamo neppure prevedere realizzazione, installazione di una pedana, per esempio, ed acquisti. Gli investimenti vanno programmati, con attenzione. Quindi una normativa, stabile, è fondamentale per l’economia delle imprese, la loro programmazione e le spese da effettuare. La situazione attuale, basata su continue proroghe, non giova a nessuno”.
Da sempre l’associazione di categoria si è spesa per una visione generale ed una organizzazione dei dehors coerente con il contesto pubblico. “Confcommercio Siena, insieme a Fipe, si è sempre spesa per trasformare la logica di “occupazione di suolo pubblico in un modello di “progettazione di spazio pubblico” – osserva Daniele Pracchia, direttore Confcommercio Siena – Abbiamo bisogno infatti di un modello che possa bilanciare le esigenze delle imprese con la tutela del patrimonio urbano e paesaggistico. Le imprese del settore turistico, che operano sul nostro territorio, meritano un orizzonte di stabilità per investire sulla qualità degli arredi e del servizio, elementi cruciali per la competitività e la valorizzazione della città. Da questo punto di vista noi ci riconosciamo pienamente nei valori e nella prospettiva sui dehors del manifesto lanciato proprio in questi giorni dalla Fipe Confcommercio”.
Daniele Pracchia
Il contesto normativo è in continua evoluzione. L’emendamento presentato il 16 settembre scorso nell’ambito del disegno di legge “Semplificazioni” propone di prorogare al 31 dicembre 2026 il termine per l’emanazione del decreto legislativo di riordino e di posticipare al 30 giugno 2027 la scadenza delle concessioni rilasciate durante il periodo pandemico. “Ma noi – aggiunge Prociatti – abbiamo bisogno di un quadro legislativo sicuro, l’ho già fatto notare. Questa proposta garantisce la continuità temporanea, ma rischia di posticipare ulteriormente una soluzione strutturale. Che per noi è vitale. Per questo chiediamo al Comune di farsi promotore di una azione per andare oltre questa situazione che si è generata negli ultimi anni”.
Tutta la vicenda. Ripercorrendo i passaggi della normativa che verrà, la legge delega (art. 26 della Legge Concorrenza 2023) prevedeva l’adozione di un decreto legislativo entro il 18 dicembre 2025, con principi volti a semplificare la materia, come la limitazione delle autorizzazioni culturali e paesaggistiche solo a siti di eccezionale interesse, l’introduzione del silenzio-assenso e la possibilità di esenzioni tramite accordi con le Soprintendenze. Questa riforma, se attuata, vorrebbe superare la contrapposizione tra operatori economici, amministrazioni locali e Soprintendenze.
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