“Il futuro dell’industria italiana passa dalla sostenibilità. Decarbonizzare i processi produttivi non è solo una scelta ambientale, ma una necessità per l’autonomia energetica del Paese, per creare lavoro e attrarre investimenti. Le imprese lo sanno e si stanno già muovendo. Ma senza strumenti adeguati, la transizione resta incompiuta”. A dirlo è Antonio Visconti, presidente nazionale Ficei, la federazione che raggruppa i consorzi industriali italiani. “Il piano Transizione 5.0, pensato per sostenere questo cambiamento, si presenta come un’occasione importante ma, nella pratica, si rivela farraginoso. L’iter attuale – tra prenotazioni, verifiche tecniche e conferme a posteriori – scoraggia chi vuole innovare. Il confronto con la vecchia Industria 4.0 è impietoso: allora bastava investire, e il credito d’imposta scattava in automatico – aggiunge Visconti –. Proprio quell’automatismo è il nodo centrale. Un credito d’imposta automatico permette alle aziende di pianificare, decidere e agire con sicurezza. Al contrario, un meccanismo opaco genera incertezza, ritardi e rinunce. E così, uno degli strumenti più efficaci contro l’evasione e a favore dell’innovazione rischia di diventare un freno”.
Per Visconti “il rischio è che le imprese vadano avanti da sole, se ne hanno la forza, mentre lo Stato resta indietro. Servono regole semplici, trasparenti, premianti. E controlli seri, ma dopo l’erogazione, non prima. Perché se la transizione energetica è davvero una priorità nazionale, allora è tempo di trattarla come tale”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link