Manovra, arriva l’ipotesi del taglio dell’Irpef per il ceto medio


Alleggerire la pressione fiscale del ceto medio abbassando di due punti percentuali l’aliquota dell’Irpef. Con la manovra di bilancio, secondo quanto riferito dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, questi sono i desiderata della maggioranza. L’ipotesi è quella di dare un po’ di respiro fiscale a chi ha i redditi tra 28mila e 50mila euro. Per “venire incontro al ceto medio, sempre compatibilmente con le risorse” ha spiegato il vice di Giorgetti a Telefisco, evento organizzato dal Sole 24 Ore.

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I beneficiari

Una platea di 13,6 milioni di contribuenti potrebbe vedersi l’aliquota Irpef scendere dal 35 al 33 per cento, con l’obiettivo di “allargarci a 60mila euro” spiega Leo, evidenziando che “il ceto medio è una priorità”. A questo intervento si potrebbe “aggiungere il meccanismo di rivalutazione delle detrazioni in relazione alla composizione del nucleo familiare”, perché sono “temi da trattare un po’ congiuntamente” spiega Leo.

Come cambierebbero le aliquote

L’eventuale riforma segue la scia dell’accorpamento degli scaglioni introdotto dalla legge di Bilancio 2025, che ha ridotto le aliquote da quattro a tre. Se la misura verrà confermata, dal 2026 il sistema Irpef potrà essere:
• 23 per cento fino a 28mila euro;
• 33 per cento dai 28 ai 60mila euro;
• 43 per cento oltre i 60mila euro.

Quanto si guadagna (e chi ci perde)

A rendere problematica questa ipotesi ci sarebbero i costi. Secondo le stime del consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili per tagliare di due punti percentuali l’Irpef servirebbero 2,5 miliardi. Inoltre, per i lavoratori dipendenti, cumulando il nuovo taglio del cuneo fiscale, i risparmi scatterebbero solo a partire da chi guadagna 35mila euro lordi all’anno.

I lavoratori dipendenti, con il nuovo cuneo fiscale, potrebbero avere 627 euro in più per le retribuzioni lorde pari a 40mila euro, ma 101 e 107 euro in meno per quelle pari a 30 e 35mila euro.

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La fondazione nazionale dei commercialisti ha calcolato anche gli effetti del taglio dell’Irpef su autonomi e pensionati, ai quali non si applica il taglio del cuneo fiscale. In questo caso ci sono risparmi per tutte le fasce di reddito, ma per i redditi tra 30 e a 35mila euro si tratterebbe di 40 euro l’anno.

Quando si deciderà

Per delle risposte più certe bisognerà aspettare l’autunno quando il governo pubblicherà la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza. I desiderata dovranno trovare un equilibrio con i conti pubblici che rischiano di non reggere. La questione è la tenuta dei conti pubblici e i costi di una manovra che potrebbe costare 4,5 miliardi di euro.

Avrebbe già frenato il titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, almeno sull’ipotesi di alleggerire la pressione fiscale ai redditi fino a 60mila euro. Insieme alla “rottamazione delle cartelle” di cui ha parlato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, vicepremier e leader dello stesso partito di Giorgetti, il leghista Matteo Salvini sono temi che rappresentavano “un quadro su cui c’era una sicurezza”, e che si sono complicate con il quadro di incertezza geopolitica.



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