A Ravenna l’inflazione è più alta che nel resto d’Italia, in particolare per quanto riguarda i prodotti alimentari acquistati al supermercato. È quanto emerge dai dati presentati ieri mattina dall’amministrazione comunale nell’ambito dell’Osservatorio Prezzi al consumo voluto dal sindaco Alessandro Barattoni e convocato in Municipio con i rappresentanti di associazioni di categoria, sindacati, Camera di commercio, Confindustria e Legacoop. L’obiettivo del tavolo, spiega il primo cittadino, è “sensibilizzare rispetto a quanto l’inflazione eroda il potere di acquisto” e “diffondere la consapevolezza di quanto, in questi anni, l’aumento dei prezzi sia stato una sorta di tassa, occulta e iniqua”. Così da mettere in campo “le strategie migliori” per “difendere la competitività delle imprese e il potere di acquisto dei cittadini”.
Dati alla mano, dunque il 2025 presenta “un profilo inflazionistico più sostenuto rispetto allo scorso anno”: i primi otto mesi del 2025 si distinguono per un incremento significativo del tasso di variazione tendenziale dei prezzi al consumo rispetto al corrispondente periodo del 2024. Da gennaio ad aprile l’indice si mantiene praticamente costante sopra all’1,6%, a maggio si osserva un lieve rallentamento all’1,3%. Nel 2024, con l’eccezione dell’1,2% di marzo, nei primi otto mesi la crescita non ha mai superato la soglia dell’1%. L’inflazione, proegue il primo cittadino, agisce come “un montante, per il quale non è solo l’aumento da un mese all’altro che incide, ma soprattutto quanto quell’aumento si sommi a quanto accaduto negli ultimi anni”. Il governo, attacca, “continua a far finta di non vedere quello di cui gli italiani si accorgono tutti i giorni”. Ma servono “idee condivise per contrastare al meglio questo fenomeno”.
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