come funzioneranno, cosa cambierà e per chi


Anche nel 2026 i lavori per ristrutturare la prima casa, se votati alla sostenibilità, potrebbero beneficiare del bonus al 50%. Maggioranza e governo sono al lavoro per confermare la percentuale della detrazione che, a norma di legge, dovrebbe invece scendere il prossimo anno al 36% e al 30% dal 2027. «Assieme al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, stiamo lavorando per cercare di portare al 50% le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni delle abitazioni anche nel 2026 e valutiamo di rendere possibile usufruirne in 5 anni anziché 10, rendendo l’ecobonus più immediato e conveniente», ha spiegato la viceministra all’Ambiente, Vannia Gava. Al momento si tratta di una ipotesi di lavoro sul tavolo dei tecnici del governo. Il dossier e allo studio e in fase di verifica di fattibilità.

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Già lo scorso anno, il governo era intervenuto prorogando per altri 12 mesi l’aliquota al 50%, scongiurando, almeno per l’abitazione principale, la sforbiciata decisa in precedenza. Il taglio dei benefici fiscali era stato deciso in scia alla necessità di arginare il costo andato fuori controllo del Superbonus 110. L’intervento aveva portato a una revisione totale dei bonus edilizi. 
Con la legge di bilancio votata lo scorso dicembre la scelta è invece stata quella di attenuare in parte la stretta. Sulle spese per migliorare l’efficienza energetica delle abitazini sostenute nel 2025 i contribuenti hanno quindi potuto contare su una aliquota piena.

Lo scorso giugno l’Agenzia delle Entrate ha comunque confermato il tetto massimo di 96mila euro. Il bonus inoltre rientra nel novero delle detrazioni i cui benefici si perdono gradualmente una volta superati i 75mila euro di reddito. Una scelta dettata dalla volontà di favorire la fascia di popolazione a basso e medio reddito, evitando alcune distorsioni di cui invece aveva dato prova il Superbonus. Oltre a rivedere l’aliquota, le misure allo studio intendono inoltre accorciare a cinque anni la possibilità di usufruire dell’ecobonus aumentando quindi l’impatto per i contribuenti.

LE REAZIONI

In attesa di verificare la fattibilità della misura in vista della legge di bilancio, la proposta ha ricevuto un plauso diffuso. Ad accogliere «positivamente» la proposta è la Cna. Per la Confederazione: «nei primi sei mesi del 2025 l’ammontare di lavori incentivati si attesta intorno ai 15 miliardi con la prospettiva di sfiorare i 40 miliardi a fine anno, in linea con l’andamento pre-Superbonus. Senza una conferma della detrazione al 50%, per il 2026 stimiamo un giro d’affari di appena 15 miliardi per le ristrutturazioni, con gravi ripercussioni su imprese e occupazione».

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Riscontri positivi arrivano anche da Confedilizia. «Confidiamo che questa notizia sia indicativa della volontà del governo di procedere a una rivisitazione generale del sistema degli incentivi per l’edilizia», ha commentato il presidente, Giorgio Spaziani Testa. L’auspicio è che questo «consenta di sostenere adeguatamente alcune tipologie di interventi da intendersi come prioritarie, quali quelli di miglioramento sismico, di efficientamento energetico e di eliminazione delle barriere architettoniche».


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