meno burocrazia, più occupazione. Il modello Taranto funziona


Zona economica speciale avanti tutta. In Puglia, infatti, la Zes sta portando significativi benefici economici e occupazionali. A confermarlo sono i recenti dati che evidenziano un incremento delle attività imprenditoriali e dei posti di lavoro, circa 2mila unità in più.

Con 650 richieste di autorizzazioni ad investire da parte delle imprese a partire dal 2024, la Puglia risulta prima tra le regioni del Sud per numero rilasciate. La semplificazione dell’iter burocratico previsto dalle zone economiche speciali e la conseguente velocizzazione degli adempimenti richiesti alle imprese investitrici, le opportunità di sviluppo sono aumentate, soprattutto nei settori della logistica e del settore manifatturiero, grazie anche a risorse specifiche e ad agevolazioni fiscali. Non a caso, recentemente, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha evidenziato come la Zes unica per il Mezzogiorno è la via giusta da praticare e come questa abbia contribuito a generare 28 miliardi di investimenti e 35mila posti di lavoro con un pil del 4%.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

 

Cos’è la Zes unica e quali risultati ha prodotto

La Zes unica comprende le otto regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna e supera il previgente modello decentrato delle otto Zes, limitato alle aree retroportuali. Tale modello, eccessivamente parcellizzato e disomogeneo, non si è mostrato efficace per lo sviluppo delle regioni del Mezzogiorno. L’istituzione della Zes unica, frutto di un duro negoziato con la Commissione europea, costituisce quindi un cambio di passo fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno.

Dal 1° gennaio 2024, le 8 Zes precedenti sono state accorpate in un’unica grande area agevolata, grazie al Decreto legge n. 124 del 2023. L’obiettivo è semplificare le procedure amministrative e attrarre investimenti, sia nazionali che esteri.

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I dati economici recenti parlano di un’occupazione cresciuta nel Mezzogiorno del +2,2% rispetto al 2024 superando, di fatto, la media nazionale che si è attestata all’1,6%. Questo ha determinato una crescita del prodotto interno lordo per il Sud del +0,9% rispetto allo 0,7% del resto del Paese.

In un anno sono state rilasciate 651 autorizzazioni uniche con un impatto economico stimato in 26,9 miliardi di euro tra tra investimenti diretti, indiretti e indotti.

 

Le misure chiave e i settori strategici coinvolti

Una delle misure chiave è l’autorizzazione unica che consente alle imprese di ottenere tutte le autorizzazioni necessarie in un’unica istanza, con una media di risposta di soli 30 giorni. Punto di accesso centralizzato per le imprese interessate a investire al Sud è lo Sportello unico digitale Zes.

Le imprese possono beneficiare, inoltre, di iter autorizzativi semplificati, con tempi burocratici drasticamente ridotti.  Confindustria Taranto ha giocato un ruolo attivo nel supporto alle aziende e nel coordinamento con le autorità locali

I settori strategici coinvolti sono: Elettronica (sistemi embedded ovvero sistemi informatici specializzati, composti da hardware e software dedicati, integrati all’interno di un prodotto più grande per eseguirne una funzione specifica), Agroindustria (trasformazione alimentare e logistica portuale), Turismo, Automotive (componentistica e assemblaggio sostenibile), Navale e cantieristica (riparazioni navali, costruzioni speciali), Industria green (energie rinnovabili, eolico offshore).

 

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Impatto sociale e territoriale. Gli investimenti e i progetti. Taranto attiva nel campo progettuale

La Zes unica del Mezzogiorno ha contribuito a ridurre il divario tra Sud e Centro-Nord oltre che a contrastare la migrazione verso altre aree valorizzando le vocazioni territoriali. A testimoniarlo il dato che ha visto in Puglia, in soli 12 mesi (da marzo 2024 ad aprile 2025), investimenti per 709 milioni di euro distribuiti su 1.600 progetti.

In ambito pugliese Taranto si è distinta per la sua vivacità progettuale e la capacità di attrarre capitali soprattutto nel settore industriale. Come nel caso di Vestas che ha avviato nella città dei due mari la costruzione di tre nuovi capannoni industriali con la prospettiva di ricadute occupazionali significative e un rafforzamento della filiera produttiva locale.

 

Le opportunità di lavoro e dove cercare

Le figure professionali particolarmente richieste riguardano tecnici specializzati in meccatronica, elettrotecnica, saldatori certificati; ingegneri ambientali, gestionali e navali; operatori portuali e logistici (grazie alla sinergia con l’Autorità di sistema portuale del mar Ionio); professionisti ICT quali sviluppatori ed esperti di cybersecurity; green jobs: esperti in sostenibilità ed energy manager.

Per accedere ai bandi e agli incentivi lo strumento, come già detto, è quello dello Sportello unico digitale Zes, completamente online e accessibile tramite il portale Impresainungiorno.gov.it e la piattaforma della Struttura di missione Zes.

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I bandi attivi a Taranto

Tra i bandi attivi a Taranto spiccano i MiniPia, bando della Regione Puglia che offre 40 milioni di euro per sostenere le micro e piccole imprese della provincia di Taranto nel loro percorso di transizione sostenibile, digitale e verso un’economia circolare. Le Pmi possono ottenere contributi a fondo perduto per investimenti che includono la modernizzazione degli impianti, l’innovazione tecnologica, la formazione del personale e interventi per l’efficienza energetica. L’obiettivo è promuovere la competitività e la sostenibilità del territorio tarantino. Il bando rientra nel piano territoriale Just transition fund.

Altra opportunità è data dal LogIN Business, bando del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) finanziato dal Pnrr, che offre contributi a fondo perduto per la digitalizzazione e modernizzazione delle imprese italiane di trasporto merci e logistica. L’obiettivo è sostenere l’adozione di tecnologie come piattaforme digitali, sistemi di ottimizzazione dei carichi (con IA e route planning) e dematerializzazione documentale (eCMR), migliorando l’interoperabilità e l’efficienza del settore.

Le domande si presentano esclusivamente online sulla piattaforma dedicata del Mit. I contributi possono essere del 40% in regime di cofinanziamento o del 100% in regime “de minimis” (per imprese che hanno ricevuto meno di 300mila euro di aiuti pubblici negli ultimi tre anni). 



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