Il convegno “Nuovi strumenti della finanza per le imprese agroalimentari” ha messo in rilievo l’importanza del credito per una nuova visione del settore. L’agroalimentare si conferma un asse portante della nostra economia, ma è tempo di innovazione, competitività e ricambio generazionale
Finanza e mercato globale
“Nuovi strumenti della finanza per le imprese agroalimentari”. Il convegno organizzato da Agronetwork – l’associazione fondata da Confagricoltura, Nomisma e Luiss per favorire il dialogo tra agricoltura e industria e promuovere l’agroalimentare italiano – ha messo in evidenza quello che è un problema centrale per gli imprenditori del settore.
Imprese agroalimentari, un pilastro dell’economia italiana
Il direttore generale di Confagricoltura, Roberto Caponi, ha delineato un quadro positivo, evidenziando nello stesso tempo le criticità su cui intervenire: «Il settore primario si conferma trainante per l’economia italiana, come confermano i numeri: circa 70 miliardi di euro di export, 676 miliardi di euro di fatturato agroalimentare e un valore aggiunto che supera gli 81 miliardi di euro tra agricoltura e industria agroalimentare.
La crescita legata al mercato globale ha fatto aumentare il numero degli imprenditori professionali e reso più stabile l’occupazione.
Le imprese agroalimentari negli ultimi cinque anni hanno attraversato varie tempeste: Covid, inflazione, aumento dei prezzi dell’energia, guerra e dazi: eppure hanno continuato a crescere.
Tuttavia si impone un ripensamento complessivo del settore: sono necessari nuovi strumenti per la stabilità creditizia delle imprese e altri per le startup, serve un ricambio generazionale e lavoratori più qualificati».
Come cambia il modello di finanza attuale
Il credito quindi ha un ruolo centrale per accompagnare la crescita del settore e rendere le imprese agroalimentari più competitive. Confagricoltura accompagna le imprese facendo sistema con le istituzioni e con il mondo della finanza creando una sinergia fra gli strumenti tradizionali e quelli innovativi.
Il modello di finanza attuale prevede un mix di interventi pubblici (incentivi, garanzie, fondi europei) e finanza privata (private equity, venture capital, minibond, basket-bond, fondi di crescita settoriale).
Vincenzo Paolo Carbonara, responsabile Finanza Alternativa di Cassa Depositi e Prestiti, ha spiegato la necessità di sistemi di finanziamento diversi. Infatti, i canali bancari tradizionali non sono più sufficienti a sostenere la crescita delle imprese agroalimentari, soprattutto nel caso delle piccole e medie imprese.
Con strumenti innovativi, CDP ha finanziato «oltre 40 progetti agroalimentari per 180 milioni di euro, con casi di successo che hanno potuto investire in ammodernamento, internazionalizzazione e sostenibilità».
I “capitali pazienti” hanno una visione di lungo periodo
Quali opportunità offre oggi la finanza alle imprese agroalimentari? Il convegno di oggi ha fatto il punto su un’agricoltura che resiste e innova, ma ha bisogno di «capitali pazienti, con una visione di lungo periodo. Le sfide globali possono diventare occasioni di crescita e Agronetwork mette in dialogo agricoltura e finanza al fine di elaborare strategie per il futuro», ha detto Sara Farnetti, presidente di Agronetwork.
«Il mercato interno si riduce», ha sottolineato Matteo Caroli, vicepresidente Agronetwork, Associate Dean di Luiss Business School a causa del calo demografico e delle mutate esigenze di spesa. Quindi è indispensabile puntare su ricerca e innovazione tecnologica per la trasformazione delle imprese agroalimentari.
Nuova visione per le aziende agroalimentari
Ma soprattutto si deve «cambiare visione su business model e percorsi lavorativi. Oggi le professioni dell’agricoltura offrono valori e potenzialità che possono attrarre i giovani, la sostenibilità è un fattore di competitività».
Tuttavia, il nodo dell’innovazione e della competitività si scontra con dimensioni aziendali di piccola scala.
La soluzione per stare sul mercato viene dalle reti di imprese, «l’aggregazione è fondamentale se le imprese agroalimentari vogliono misurarsi sui mercati internazionali», ha ribadito il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, focalizzando anche l’attenzione sulla necessità di semplificazione del sistema di certificazioni richieste dall’Unione Europea.
Senza dimenticare che le stesse certificazioni che pesano sulle aziende agroalimentari UE devono essere richieste anche a chi vuole importare i suoi prodotti nel mercato comunitario.
Tante sono le sfide per l’agroalimentare: «la finanza non è più solo un supporto, ma è un elemento basilare per accompagnare il settore verso modelli produttivi più moderni, innovativi e competitivi», ha concluso Giansanti.
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