approvata la revisione, nuovi obiettivi vincolanti


Una svolta cruciale per la sostenibilità europea: il 9 settembre scorso, il Parlamento Europeo ha formalmente approvato il testo dell’accordo provvisorio sulla revisione della Direttiva Quadro UE sui Rifiuti (2008/98/CE). Già validato a luglio dalla Commissione Ambiente, l’intesa mira a ridurre significativamente l’impatto ambientale, concentrandosi in particolare sui settori alimentare e tessile. Si attendono ora la firma e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’UE, fasi che precederanno il recepimento nazionale.

Settore alimentare: obiettivi vincolanti contro gli sprechi

La revisione introduce obiettivi vincolanti per la riduzione degli sprechi alimentari da raggiungere a livello nazionale entro il 31 dicembre 20302. Nello specifico, si prevedono:

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

  • Una riduzione del 10% dei rifiuti generati da produzione e trasformazione alimentare;
  • Una riduzione del 30% pro capite per i rifiuti provenienti da commercio al dettaglio, ristoranti, servizi di ristorazione e dalle famiglie.

Questi obiettivi saranno calcolati sulla base della quantità media annua di sprechi alimentari registrata tra il 2021 e il 2023. La Commissione Europea riesaminerà questi traguardi entro il 31 dicembre 2027, con la possibilità di modificarli o estenderli ad altre fasi della filiera o di fissare nuovi obiettivi oltre il 2030. Sebbene il testo non imponga la donazione degli alimenti invenduti, gli Stati Membri saranno tenuti ad adottare misure per facilitare questa pratica virtuosa.

Settore tessile: la rivoluzione dell’EPR e il ruolo delle micro imprese

Anche il settore tessile è al centro di importanti cambiamenti, con l’introduzione di schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR). Questo significa che i produttori e fornitori tessili all’interno dell’Unione Europea dovranno sostenere i costi relativi a raccolta, selezione e riciclo dei prodotti. Tali schemi dovranno essere istituiti in ogni Stato membro entro 30 mesi dall’entrata in vigore della direttiva.

Un punto chiave, in linea con le richieste della confederazione, è l’estensione dell’ambito di applicazione dell’EPR anche alle micro imprese. Queste avranno un periodo aggiuntivo di 12 mesi (per un totale di 42 mesi) per implementare i sistemi di responsabilità estesa del produttore. Dalla direttiva sono esclusi i prodotti su misura. Per le micro imprese è previsto un obbligo semplificato di comunicazione annuale, limitato alla quantità (peso) dei prodotti immessi sul mercato per la prima volta, a differenza degli altri operatori economici che dovranno fornire maggiori specifiche. I contributi ambientali saranno determinati in modo commisurato alla capacità produttiva e al ruolo delle micro imprese nella filiera.

Prossimi passi: recezione nazionale e impatto futuro

Dopo la firma e la pubblicazione ufficiale, le disposizioni della direttiva entreranno in vigore. Da quella data, gli Stati membri avranno 20 mesi per recepirle nelle proprie legislazioni nazionali. Questo aggiornamento è in linea con il percorso nazionale già in fase di definizione per l’EPR tessile, preannunciando un futuro più circolare e sostenibile per l’industria europea e i consumatori.

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