quando si fa, cosa scaricare e cosa serve — idealista/news


Come ogni anno, con l’arrivo di settembre milioni di italiani si trovano alle prese con diversi adempimenti fiscali, quali la comunicazione della posizione reddituale dell’anno precedente all’Agenzia delle Entrate. E con scadenze sempre più prossime per la dichiarazione dei redditi 2025, è più che naturale che sorgano dubbi ai contribuenti. Ad esempio, quando si fa la dichiarazione? E, ancora, cosa serve, quali documenti scaricare e, soprattutto, quali termini rispettare per evitare sanzioni?

Chi deve presentare la dichiarazione dei redditi nel 2025

Innanzitutto, è utile comprendere quali siano i soggetti che sono tenuti a inviare la dichiarazione dei redditi nel 2025. In linea generale, la presentazione è obbligatoria per i più comuni contribuenti, in base a quanto previsto dal D.P.R. 917/1986, ovvero il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Fra i principali, devono procedere alla compilazione del Modello 730 o del Modello Redditi Persone Fisiche, a seconda della natura dei loro redditi:

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  • lavoratori dipendenti e pensionati, se dispongono di redditi superiori alla soglia di esonero di 8.500 euro;
  • titolari di redditi d’impresa o da lavoro autonomo, quindi incluse le partite IVA e gli iscritti al regime forfettario;
  • soggetti con redditi diversi, come ad esempio plusvalenze, redditi da capitale o altre tipologie di entrate, compresi affitti e guadagni da investimenti.

Non è però tutto poiché, a seconda delle condizioni reddituali o lavorative, anche altri soggetti sono tenuti alla compilazione della dichiarazione:

  • non residenti con redditi in Italia;
  • lavoratori frontalieri, che devono dichiarare anche i redditi percepiti all’estero, oltre agli eventuali ottenuti sul suolo italiano;
  • coniugi per la dichiarazione congiunta, se entrambi hanno redditi assimilati e procedono alla presentazione del 730;
  • gli eredi di contribuenti deceduti, utilizzando il modello 730 se il decesso è avvenuto entro il 30 settembre 2025 o, se successivamente, il modello Redditi Persone Fisiche.

In linea generale, non sono tenuti alla compilazione coloro che si trovano al di sotto della soglia d’esonero, se dispongono di redditi già tassati alla fonte. Per i lavoratori dipendenti, che non percepiscono altre entrate rispetto a quelle lavorative, può essere anche più che sufficiente verificare e accettare la dichiarazione dei redditi 2025 precompilata, messa a disposizione dall’Agenzia dell’Entrate, purché non vi siano specifiche variazioni da segnalare.

Quando scade la dichiarazione dei redditi 2025

Compresi quali siano i soggetti che devono provvedere alla presentazione, un dubbio frequente è relativo alle tempistiche: quando scade la dichiarazione dei redditi 2025? I termini sono stabiliti dal D.P.R. 322/1998, in base alla tipologia di documentazione presentata: il 730 o il Modello Redditi Persone Fisiche. 

I termini per la presentazione

In primo luogo, è utile sapere quando si fa la dichiarazione dei redditi 2025. In linea generale, la compilazione può avvenire a partire dal 30 aprile dell’anno di presentazione, quando di solito l’Agenzia delle Entrate rende disponibile la dichiarazione dei redditi precompilata sul proprio portale. 

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Come facile intuire, bisognerà rispettare le scadenze di legge che, salvo modifiche che vengono decise di anno in anno, rispettano le tempistiche dell’articolo 3 del D.P.R. 322/1998. Per il 2025, le principali sono:

  • il 30 settembre per il modello 730 ordinario e precompilato, con l’invio online, il CAF o i professionisti abilitati, quali i commercialisti;
  • il 31 ottobre per il modello Redditi PF, ordinario o precompilato, per la presentazione online;
  • il 25 ottobre per il modello 730 integrativo, per comunicare modifiche a favore del contribuente, come l’aggiunta di spese detraibili;
  • il 10 novembre per il modello 730 integrativo di tipo 2, per correggere errori commessi dall’intermediario – il CAF o il commercialista – nella trasmissione della dichiarazione.

È inoltre utile sapere che, per la presentazione del modello Redditi PF cartaceo, le tempistiche si sono già esaurite: si sarebbe dovuto procedere dal 30 aprile al 30 giugno presso gli uffici postali, solo per casi specifici, come contribuenti senza accesso a strumenti telematici o non residenti privi di rappresentante legale in Italia.

Ancora, per il modello Redditi PF integrativo – necessario per rettifiche di qualsiasi tipo, da errori materiali a nuovi dati emersi – si ha tempo fino al quinto anno successivo alla presentazione, quindi fino al 31 dicembre 2030.

Il pagamento della dichiarazione dei redditi

Ma quando si paga la dichiarazione dei redditi 2025? Anche in questo caso, dipende dalla propria posizione reddituale:

  • per chi si avvale di un sostituto d’imposta, come il datore di lavoro o un ente pensionistico, rimborsi e addebiti avvengono in busta paga o in pensione, tipicamente tra agosto e settembre;
  • senza sostituto d’imposta, i pagamenti si effettuano tramite modello F24, entro il 30 giugno per il saldo dell’anno precedente e il primo acconto IRPEF – o entro il 30 luglio con maggiorazione dello 0,40% – ed entro il 2 dicembre per il secondo acconto. Il termine è solitamente al 30 novembre, ma nel 2025 cade di domenica, quindi vi è lo slittamento della scadenza;
  • tempistiche analoghe per coloro che non sono soggetti a IRPEF ma a imposta sostitutiva, come i professionisti in regime forfettario, che versano saldo e primo acconto entro il 21 luglio – o il 20 agosto, con maggiorazione dello 0,40% – e secondo acconto entro il 2 dicembre.

I rischi per la presentazione in ritardo

È inoltre utile sapere che, in caso si presenti la dichiarazione in ritardo rispetto alle scadenze previste, si rischiano le sanzioni previste dal D.Lgs. 471/1997, modificato dalla Legge 205/2017 e dai recenti aggiornamenti del D.Lgs. 87/2024. In genere, si dovrà corrispondere:

  • il 120% dell’imposta non versata – con un minimo di 250 euro – per l’omessa dichiarazione con imposte dovute;
  • il 75% per la dichiarazione omessa presentata oltre 90 giorni ma entro i termini di accertamento, prima dell’inizio di controlli;
  • una sanzione fissa tra 250 e 1.000 euro per l’omessa dichiarazione senza imposte, ridotta a 25 euro se con ravvedimento entro 90 giorni.

Tuttavia, tramite il ravvedimento operoso – previsto dal D.Lgs. 472/1997 –  le sanzioni possono essere ridotte proporzionalmente in base alla tempestività della regolarizzazione, con aggiunta degli interessi legali – il 2% annuo nel 2025.

Cosa serve per la dichiarazione dei redditi 2025

Comprese le tempistiche di compilazione e le scadenze di presentazione, cosa serve per la dichiarazione dei redditi 2025? Affinché i redditi possano essere correttamente certificati, il contribuente dovrà premurarsi di recuperare tutta la documentazione indispensabile. Questo anche in caso di precompilata che, pur semplificando il processo, richiede comunque una verifica per eventuali integrazioni o modifiche per errori, così da evitare contestazioni future.

I documenti necessari per la compilazione

Di norma, i documenti necessari per la compilazione possono variare a seconda del tipo di dichiarazione – 730 o Redditi PF – in base a quanto previsto sia dal D.P.R. 322/1998 che dal D.P.R. 600/1973. Tali documenti dovranno essere conservati per almeno 5 anni o, in caso di oneri rateali, per 10. Fra i principali, si elencano:

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  • un documento d’identità valido e il codice fiscale, sia del dichiarante che dei familiari a carico;
  • la Certificazione Unica (CU), che viene solitamente rilasciata dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico entro il 31 marzo, con il resoconto di redditi e ritenute;
  • modelli F24 per comprovare saldi e acconti IRPEF versati o, ancora, saldi e acconti per chi si avvale di imposta sostitutiva;
  • le certificazioni per redditi da capitale o plusvalenze, rilasciate da intermediari finanziari o banche, per certificare redditi diversi;
  • documenti immobiliari che comprovano l’acquisto, la vendita o la locazione di immobili, ad esempio visure catastali, atti notarili o contratti d’affitto;
  • le prove per le spese detraibili, quali fatture sanitarie, ricevute universitarie, bonifici per bonus edilizi, purché con causale specifica;
  • certificati per disabili o familiari a carico, come documenti INPS o ASL, per accedere a detrazioni specifiche, spese mediche o bonus;
  • la dichiarazione dell’anno precedente, in caso si voglia verificare la continuità dei redditi o verificare dati pregressi

Cosa scaricare per la dichiarazione dei redditi

È inoltre utile sapere che diversi documenti utili alla compilazione sono disponibili online, ad esempio sul portale dell’Agenzia delle Entrate o dell’ente pensionistico di proprio riferimento. Di norma, è sufficiente accedere con SPID, CIE o CNS per poter procedere alla loro consultazione. Ma cosa scaricare per la dichiarazione dei redditi 2025? Queste piattaforme sono perlopiù utilizzate per il download:

  • della dichiarazione dei redditi precompilata, sia per i modelli 730 e Redditi PF, per i soggetti che se ne possono avvalere, come i dipendenti o i pensionati;
  • dei modelli F24 precompilati per il pagamento di saldo e acconti IRPEF o di imposte sostitutive;
  • i dati delle fatture elettroniche per autonomi, compresi i forfettari, e le imprese, tramite il Cassetto Fiscale dell’Agenzia delle Entrate;
  • le istruzioni di compilazione della dichiarazione, con dettagli su quadri e codici sia per il 730 che per il modello Redditi PF;
  • eventuali software, come il programma di compilazione Redditi PF, per chi vuole presentarlo in autonomia, senza avvalersi di commercialisti o CAF.

Le spese detraibili in dichiarazione

È infine utile conoscere anche quali siano le spese detraibili nella dichiarazione dei redditi 2025. Così come previsto dall’articolo 16 del TUIR, è infatti possibile ridurre l’IRPEF lorda, con aliquote tra il 19% e il 50%, a seconda del tipo di detrazione. È però indispensabile che le spese siano tracciabili, ovvero che il contribuente sia in possesso di documenti come bonifici e fatture che ne confermino l’esistenza.

La lista delle principali detrazioni

Tra le principali possibilità di detrazione nel 2025, vi sono sia diverse spese sostenute dal contribuente, che bonus specifici previsti per l’anno in corso. Ad esempio, fra le più comuni, si elencano:

  • le spese sanitarie, detraibili al 19% sulla parte eccedente la franchigia di 129,11 euro – con limiti specifici in alcuni casi – per il contribuente e i suoi familiari;
  • le spese per il coniuge a carico, con una detrazione fino a 800 euro se il coniuge ha reddito sotto ai 2.840,51 euro, variabile in base al reddito del dichiarante, più eventuali incrementi per carichi familiari;
  • le spese notarili per l’acquisto della prima casa, detraibili al 19% fino a un massimo di 4.000 euro, per oneri accessori al mutuo – ad esempio, gli interessi passivi – se l’immobile è stato adibito ad abitazione principale entro un anno dall’acquisto;
  • le spese di ristrutturazione per gli immobili di lusso, con una detrazione dal 36% al 50% fino a un massimo di 96.000 euro per unità, da ripartire in 10 rate annuali;
  • il bonus barriere architettoniche, che prevede una detrazione al 75%, con massimali variabili e rate da ripartire in 10 anni, per interventi su scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici;
  • le agevolazioni per i disabili, come ad esempio le detrazioni extra al 19% per le spese mediche, l’acquisto dei veicoli o varie esenzioni IVA;
  • il cosiddetto bonus dentista, ovvero le possibili agevolazioni previste a livello regionale o da enti previdenziali, fino a 1.000 euro per famiglie con ISEE sotto ai 40.000 euro, oltre alla classica detrazione al 19% delle spese sanitarie;
  • il bonus animali domestici, con una detrazione al 19% su spese veterinarie fino a 550 euro annui, oltre alla franchigia di 129,11 euro, purché comprovate da fatture e per animali legalmente accuditi.

Altre detrazioni da conoscere

Le detrazioni non si limitano alle principali precedentemente elencate, ma possono includere una nutrita varietà di spese e bonus. In particolare, è utile considerare:

  • le detrazioni per figli a carico, che variano in base al reddito, all’età ed eventuali disabilità, per i figli tra 21 o 30 e senza limiti per i disabili. Per i minori di 21 anni, invece, si riceve l’Assegno Unico Universale;
  • le spese scolastiche sul 730, detraibili al 19% per le rette di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, mense e attività extrascolastiche, per un massimo di 1.000 euro per alunno;
  • le spese universitarie detraibili, al 19% su tasse e contributi fino ai limiti annuali stabiliti dal decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca, differenziati per area disciplinare e zona geografica;
  • la detrazione per l’asilo nido, del 19% sulle rette, fino a un massimo di 632 euro l’anno;
  • le spese per il geometra detraibili nel 730, con fino al 50% per la progettazione e la direzione di lavori per le ristrutturazioni, entro i massimi di anno in anno previsti dal Bonus Casa;
  • le spese di trasporto nel 730, al 19% per gli abbonamenti a mezzi pubblici e servizi non di linea, fino a un massimo di 250 euro;
  • la detrazione delle spese di intermediazione immobiliare, al 19% sulle commissioni dell’agenzia per l’acquisto di immobili e locazioni, fino a 1.000 euro l’anno.

Infine, data la complessità della materia, è sempre consigliato affidarsi al commercialista di fiducia o al CAF in caso di dubbi.



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