“La nostra situazione, ad oggi, è che non sappiamo il nostro destino al 30 giugno 2026”. “Non possiamo prevedere un futuro personale e neanche della macchina della giustizia che si deve riorganizzare al termine dei nostri contratti”. “Noi che viviamo ogni giorno realmente la giustizia ci rendiamo conto che c’è un arretrato pazzesco, che noi non riusciamo a smaltire così in pianta al completo. Figuriamoci se dovessimo essere dimezzati”. Arrivano da tutta la Puglia. Sono i 600 precari della giustizia assunti dal 2022 con i fondi del Pnrr. Lavorano nei tribunali e nelle corti d’appello come tecnici negli uffici per il processo e assistenti dei magistrati. Dal 1 luglio del 2026 rischiano di perdere il lavoro, per effetto della scadenza della proroga dei loro contratti e dell’accordo sulla stabilizzazione che riguarderà solo la metà dei 12 mila precari a livello nazionale.
“Noi chiediamo la stabilizzazione dei 12 mila lavoratori precari del Ministero della Giustizia, la chiediamo per dei lavoratori altamente specializzati ma la chiediamo perché il Ministero deve poter funzionare”, commenta Dario Capozzi Orsini, Segretario Fp Cgil Puglia.
Allo sciopero nazionale indetto dalla Cgil il sostegno dell’Associazione nazionale magistrati. “La loro battaglia è anche la nostra battaglia, il fronte comune è necessario. Se noi perderemo queste risorse la macchina della giustizia subirà un durissimo colpo”, spiega Antonella Cafagna, Presidente Anm Bari-Foggia-Trani. Durante il presidio, i lavoratori hanno consegnato un documento al Prefetto Russo che ha assicurato che avrebbe seguito da vicino la loro vertenza.
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