TFR dei neo assunti direttamente nei fondi pensione e ripristino del fondo di garanzia PMI. Nel cantiere della Manovra 2026 spunta la nuova ipotesi per favorire la previdenza complementare
In vista della prossima Manovra si fa largo l’ipotesi di iscrizione obbligatoria ai fondi pensione per i neo assunti.
Chi verrà assunto per la prima volta da gennaio dovrà versare il TFR nei fondi pensione, a meno di non dichiarare formalmente di volerlo tenere in azienda.
Questa la nuova ipotesi in campo per rafforzare il secondo pilastro pensionistico. Per supportare le piccole e medie imprese verrebbe ripristinato il fondo di garanzia.
TFR nei fondi pensione: ipotesi di versamento obbligatorio per i neo assunti dal 2026
Chi verrà assunto a partire dal 2026 verserà obbligatoriamente il trattamento di fine rapporto (TFR) nei fondi pensione, a meno che non dichiari espressamente, entro 6 mesi, di volerlo tenere in azienda.
Questa la nuova ipotesi per favorire il secondo pilastro delle pensioni, quello relativo alla previdenza complementare, che prende forma in vista della prossima Legge di Bilancio.
A parlarne è stato il Sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, intervenuto il 16 settembre al convegno sullo sviluppo dei fondi pensione organizzato a Roma da Arca Fondi e Itinerari Previdenziali.
La proposta è quella di introdurre l’iscrizione automatica alla previdenza complementare, con il versamento del TFR ai fondi pensione, e prevedere un semestre per l’eventuale recesso. In pratica un silenzio assenso al contrario.
La novità funzionerebbe, a differenza del periodo di silenzio assenso classico come quello del 2007 (dove i dipendenti, in mancanza di una decisione in merito alla destinazione del TFR, vedevano automaticamente confluire le somme nel fondo di categoria), con l’assegnazione automatica del trattamento di fine rapporto al fondo pensione. Potrebbe restare in azienda solo se il dipendente lo richiede formalmente entro 6 mesi.
Secondo le stime di Itinerari Previdenziali, una simile soluzione vedrebbe il coinvolgimento di una platea potenziale di circa 400-450.000 neo assunti, con una spesa per le finanze pubbliche di circa 60-80 milioni di euro.
L’obiettivo della misura è quindi quello di rafforzare e favorire le adesioni ai fondi, ancora troppo poche, soprattutto nelle PMI dove, secondo Itinerari Previdenziali, meno del 10 per cento dei dipendenti totali è iscritto a un fondo di previdenza complementare, contro l’80-90 per cento di quelli nelle grandi, dove, ricordiamo, il TFR non resta in azienda ma va all’INPS.
La questione è che il TFR lasciato in azienda rappresenta una grande fonte di autofinanziamento e perderlo potrebbe significare anche un danno. A questo proposito, Durigon ha accolto favorevolmente un’altra proposta lanciata anche da Itinerari Previdenziali, ovvero quella di ripristinare il Fondo di garanzia per le PMI, con l’obiettivo di supportare finanziariamente le micro e piccole imprese nel trasferimento del TFR ai fondi pensione tramite l’accesso al credito agevolato.
Pensione anticipata a 64 anni utilizzando il TFR: l’altra ipotesi in campo
L’ipotesi si affianca ad un’altra proposta circolata nei giorni scorsi sempre relativa all’utilizzo del TFR. Si tratta della possibilità di utilizzare il TFR come rendita pensionistica e uscire dal lavoro a 64 anni d’età.
In pratica la novità che potrebbe trovare spazio nella prossima Manovra di bilancio prevede di estendere anche ai dipendenti non interamente nel sistema contributivo l’attuale possibilità di cumulo della rendita dei fondi pensione per raggiungere l’importo soglia di 1.616,07 euro, prevista dalla Legge per l’accesso al canale di pensionamento anticipato.
L’obiettivo sarebbe quello di utilizzare direttamente il TFR lasciato all’INPS, trasformandolo in rendita. Verrebbe, infatti, introdotta la possibilità di utilizzare non solo le somme maturate presso i fondi pensione ma anche lo stesso TFR per raggiungere la soglia minima.
Anche i dipendenti di aziende medio-grandi che hanno scelto di non versare il TFR ai fondi complementari ma di lasciarlo in azienda, avrebbero pertanto accesso a questa particolare modalità di pensionamento anticipato.
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