Lavoro e sviluppo in Calabria: imprese, innovazione e infrastrutture per trattenere talenti e attrarre investimenti
Comunicato Stampa
Il lavoro non si crea per decreto: nasce se le nostre imprese crescono e se ne aprono di nuove. Perché questo avvenga serve un uso efficace e personalizzato di tutti gli strumenti disponibili — europei, nazionali e regionali — per cofinanziare gli investimenti delle aziende e rendere più snelle e veloci le procedure di accesso ai fondi, specie quando si parla di innovazione, dove ogni mese di ritardo pesa come un macigno. Questa priorità è in linea con il programma di Tridico, che mette tra i temi chiave imprese, lavoro, welfare e infrastrutture.
Occorre agire su più piani, con misure mirate e complementari. Prima di tutto, strumenti finanziari pensati per la tipologia di impresa: non esistono solo le medie e grandi aziende, alle quali va comunque dedicata la giusta importanza, il tessuto calabrese è fatto soprattutto di PMI, artigiani e imprese agricole. Per gli artigiani servono linee dedicate anche per affrontare la transizione digitale e green perché la modernizzazione è condizione imprescindibile per mantenere valore aggiunto e occupazione sul territorio senza perdere la tradizione. Per l’agricoltura bisogna sostenere sia la produzione sia la fase commerciale: investimenti in trasformazione, filiere corte, certificazione, marketing agroalimentare e infrastrutture logistiche che riducano i costi di accesso ai mercati.
Le aree industriali vanno riorganizzate e rese attrattive: recupero dei siti, servizi infrastrutturali, incentivi per insediamenti esterni e collegamenti con porti e nodi logistici strategici (la ZES, le aree retroportuali ed i collegamenti con gli aeroporti di Lamezia, Crotone e Reggio Calabria rappresentano una leva concreta per attrarre investimenti). È urgente trasformare le zone produttive in parchi industriali competitivi, con spazi per start-up, incubatori, officine di prototipazione e servizi condivisi che riducano i costi di avvio.
I giovani calabresi, molto preparati e richiesti al Nord, devono trovare qui opportunità in settori ad alto valore aggiunto: robotica, intelligenza artificiale, biotecnologie, nuovi materiali, economia circolare. Per farlo servono incentivi e sussidi mirati per la fase di avvio d’impresa, semplificazione burocratica reale e tempi certi e rapidi per l’accesso ai fondi, reti territoriali tra università, centri di ricerca e imprese per favorire il trasferimento tecnologico, incubatori di startup. Investire in politiche attive del lavoro e in percorsi di formazione tecnica e specialistica è fondamentale per colmare il divario domanda-offerta e per trattenere i talenti.
La competitività si costruisce con investimenti in macchinari, processi e capitale umano: solo così le imprese potranno aumentare produttività e capacità di assumere. Per questo servono pacchetti integrati che combinino contributi a fondo perduto per l’innovazione, finanziamenti agevolati per il capitale circolante e strumenti di garanzia per le start-up. Va incentivata anche la cooperazione tra imprese per creare massa critica e capacità di export.
Infine, la sfida amministrativa è non meno importante: accelerare l’utilizzo delle risorse del PNRR e dei fondi europei e semplificare le procedure autorizzative. Le analisi sullo stato dell’economia calabrese confermano come ritardi e fragilità strutturali richiedano interventi coordinati e rapidi.
In sintesi: creare lavoro in Calabria significa mettere in campo misure su più fronti, finanziarie, infrastrutturali, formative e amministrative, calibrate sulle caratteristiche reali del territorio e delle imprese. Solo così potremo far tornare idee e persone, far crescere le aziende locali e rendere la nostra regione davvero attrattiva.
Paola Petronio
(Tridico Presidente)
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