Che cosa ha spinto l’aumento dell’occupazione in Italia


Oltre a questi aspetti, lo studio della Banca d’Italia ha dedicato attenzione al ruolo delle imprese e alle loro politiche retributive. Secondo i dati più aggiornati, le aziende che pagano salari più alti non hanno assunto più delle altre, ma si sono distinte per una maggiore stabilità della forza lavoro, con meno ricorso a contratti temporanei, e per investimenti più consistenti in rapporto ai dipendenti, a sostegno della produttività futura. 

Negli stessi anni, però, le differenze salariali tra imprese si sono allargate: in molte aziende i salari reali sono rimasti fermi o sono diminuiti, mentre in altre – spesso più produttive o attive nei settori tecnologici – hanno continuato a crescere. Il risultato è che il divario tra i lavoratori, in termini di stipendio, è diventato più ampio rispetto al passato.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Queste imprese si concentrano soprattutto nei comparti tecnologici e nei servizi professionali e scientifici, e sono spesso quelle che adottano nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale. In questi casi l’uso dell’intelligenza artificiale – hanno sottolineato i ricercatori della Banca d’Italia – non ha ridotto l’occupazione, ma si è accompagnato a una crescita delle professioni più qualificate, suggerendo un rapporto di «complementarità» piuttosto che di sostituzione. Nelle aziende che non usano queste innovazioni, invece, l’aumento dei posti di lavoro ha riguardato soprattutto le mansioni manuali, meno esposte ai cambiamenti tecnologici.

La rapida crescita dell’occupazione, insieme alla riduzione della popolazione in età lavorativa, ha reso più difficile per molte imprese trovare nuovo personale. Tra il 2019 e il 2024 il numero di lavoratori disponibili è diminuito di circa 700 mila unità e, nello stesso periodo, è aumentata la quota di aziende che indicano la scarsità di forza lavoro come un ostacolo alla crescita. Le difficoltà sono particolarmente evidenti nelle costruzioni, spinte dagli incentivi pubblici, e nei comparti più tecnologici, come i servizi di informazione e comunicazione, dove la domanda di addetti specializzati è cresciuta più rapidamente dell’offerta.

Un fattore che pesa in Italia è il numero ridotto di laureati nelle discipline scientifiche e tecnologiche: a parità di specialisti in questo settore già presenti sul mercato del lavoro, il flusso di nuovi laureati resta inferiore a quello di altri Paesi europei, soprattutto per i corsi di laurea triennale.

Le difficoltà di reperimento dipendono in parte da un disallineamento geografico: spesso la domanda e l’offerta di lavoro non si trovano nelle stesse aree del Paese. Un aiuto potrebbe arrivare dalla diffusione del lavoro da remoto. Durante la pandemia il telelavoro si è diffuso rapidamente e, dopo la fine delle restrizioni, è rimasto più frequente rispetto al periodo pre-pandemico. Questa modalità di lavoro ha due potenziali effetti positivi: consente alle imprese di ampliare i bacini di reclutamento oltre il territorio locale e può favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, tradizionalmente più bassa in Italia. Negli ultimi anni, infatti, la quota di lavoratrici che svolgono almeno in parte la loro attività da remoto è aumentata più di quella degli uomini e si è accresciuta anche la percentuale di donne che lavorano fuori dalla provincia di residenza, segnale di una maggiore mobilità resa possibile da modalità di lavoro più flessibili.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Dilazione debiti

Saldo e stralcio