La consultazione pubblica sul compenso per la copia privata si è chiusa ieri e ora il Comitato Consultivo Permanente sul Diritto d’Autore dovrà esaminare i contributi ricevuti per definire il nuovo decreto. Un decreto che, come sappiamo da ben prima del lancio della nostra campagna “Stop Copia Privata”, prevede aumenti fino al 40% delle tariffe e l’estensione del prelievo ai dispositivi ricondizionati e persino ai servizi di cloud storage. Anche su questi punti Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese italiane e multinazionali dell’ICT, ha depositato un parere netto di contrarietà.
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Il presidente Massimo Dal Checco ricorda che “i diritti degli autori sono imprescindibili”, ma sottolinea come l’istituto del compenso per copia privata sia nato in un’epoca analogica e oggi appaia “del tutto anacronistico rispetto alle tecnologie e alle abitudini di fruizione dei contenuti digitali”.
L’associazione chiede quindi di respingere ogni aumento, di eliminare il prelievo sul cloud, ritenuto non conforme al quadro normativo, e di avviare un’analisi empirica dei reali comportamenti d’uso prima di modificare le tariffe.
Anitec-Assinform evidenzia inoltre un problema di metodo. Pur rappresentando il settore che produce e vende i dispositivi interessati dal prelievo, non è stata inclusa nel Comitato che formula le proposte. “Serve un dialogo serio e costruttivo”, afferma Dal Checco, perché le decisioni “incidono direttamente su consumatori, imprese e sull’intero percorso di digitalizzazione del Paese”.
Mentre i dati mostrano un costante calo delle copie private, il paradosso è che il prelievo cresce e si estende. Ora spetta al Comitato valutare i pareri ricevuti e decidere se confermare o modificare il testo prima che il Ministero della Cultura lo trasformi in decreto definitivo.
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