Atteso il via libera definitivo del Senato. Il provvedimento introduce principi generali, misure di settore e deleghe per allinearsi all’AI Act europeo
Roma, 17 settembre 2025 – Dopo tre passaggi parlamentari e un percorso lungo oltre un anno, l’Italia è pronta a dotarsi di una legge organica sull’intelligenza artificiale. Il Senato si appresta a dare il via libera definitivo al disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri nell’aprile 2024, che contiene deleghe al governo e misure di immediata applicazione per regolare ricerca, sviluppo e utilizzo dei sistemi di IA.
La norma – composta da 28 articoli – rappresenta il primo passo verso un allineamento con l’AI Act europeo, che dovrà avvenire entro dodici mesi con uno o più decreti legislativi. L’obiettivo dichiarato è duplice: garantire la competitività delle imprese e al tempo stesso tutelare cittadini e lavoratori da usi distorti o illeciti.
Il testo affida ad AgID e all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale il ruolo di autorità di riferimento, mantenendo però le competenze di Bankitalia, Consob, Ivass e Agcom. Una scelta che ha sollevato critiche dalle opposizioni, che avrebbero preferito un’autorità indipendente. Sul fronte economico, il governo stanzia 1 miliardo di euro attraverso il Fondo di sostegno al venture capital gestito da Cdp Venture Capital, destinato a PMI e grandi imprese attive in IA, cybersicurezza, tecnologie quantistiche e telecomunicazioni.
Le regole settoriali
In sanità, l’intelligenza artificiale potrà essere utilizzata come supporto a diagnosi e cure, ma la decisione finale resterà al medico. I pazienti dovranno essere sempre informati.
Nel lavoro, è previsto un Osservatorio nazionale con compiti di monitoraggio e l’obbligo, per committenti e datori di lavoro, di avvisare i dipendenti quando viene usata l’IA. Lo stesso dovere di informazione varrà per i professionisti verso i clienti.
Per i minori di 14 anni, l’uso dei sistemi sarà consentito solo con il consenso dei genitori.
Le novità in giustizia e copyright
Il Codice penale sarà aggiornato con un nuovo reato: la diffusione illecita di contenuti generati o manipolati da IA, punito con la reclusione da 1 a 5 anni. L’uso “insidioso” dell’intelligenza artificiale diventerà inoltre un’aggravante in vari reati, dalla truffa al riciclaggio. In ambito civile e amministrativo, il ministero della Giustizia riceve una delega per predisporre strumenti cautelari che consentano di bloccare e rimuovere contenuti generati in modo illecito.
Quanto al diritto d’autore, il legislatore sceglie un approccio prudente per non sovrapporsi alla normativa europea: le opere realizzate con il contributo dell’IA saranno protette, purché vi sia un apporto creativo umano, mentre l’uso di contenuti protetti sarà consentito solo in assenza di copyright o per fini di ricerca scientifica e culturale.
“Con questa legge – ha commentato il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti – l’Italia si allinea al quadro europeo, rafforza trasparenza e sicurezza e offre al settore un miliardo di investimenti. È un passo importante per innovare con regole chiare e certe”.
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