«Vogliamo tecnici preparati per affrontare sfide epocali»


La presidente di Renisa Patrizia Marini spiega i progetti della rete. Masaf e Mim impegnati per adeguare l’istruzione agraria alle nuove esigenze del settore

Sull’anno scolastico che sta per iniziare spira un’aria di novità per gli istituti tecnici agrari e professionali per l’agricoltura. Le basi per una svolta sono state già gettate anche grazie all’attività di rappresentanza di Renisa, la Rete nazionale degli istituti agrari nella quale si riconoscono 300 realtà didattiche di tutta la penisola. A guidarla, con ancor più determinazione che in precedenza, quando era lei stessa dirigente del Sereni di Roma, è Patrizia Marini. Tra gli obiettivi della sua presidenza quello di supportare, promuovere e realizzare progetti sia nei singoli istituti che a livello nazionale, facendo da snodo nei rapporti con i ministeri dell’Istruzione e delle Politiche agricole, oltre a tutti gli altri organismi legati a diverso titolo all’agricoltura.

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«Devo confessare che registro una grande attenzione da parte dei ministri Valditara e Lollobrigida nei confronti dell’istruzione e della formazione in ambito agroalimentare – esordisce la professoressa Marini – hanno la piena consapevolezza delle nuove opportunità che il comparto esprime e quindi delle necessità di figure adeguatamente preparate da inserire in filiere sempre più trasversali».

Sul tavolo ci sono dossier importanti: lo sviluppo del sistema 4+2, il lancio del marchio Made in Mim (Ministero dell’Istruzione e Merito), l’intesa con il Crea. Partiamo da quest’ultima.

È stato appena siglato un protocollo tra Renisa e il Consiglio per la ricerca in agricoltura per ampliare la collaborazione e orientare i giovani verso un’agricoltura basata su modelli di impresa innovativi e competitivi. In occasione della firma presso la sede romana del Crea, oltre a una segreteria tecnica della Rete è stato inaugurato il primo “Agrifood Innovation Hub”, un punto di promozione di percorsi educativi mirati volti a favorire la partecipazione a bandi di ricerca e sviluppo e a momenti di incontro e confronto.

«La volontà è quella di aprire le sedi del Crea, presenti su tutto il territorio nazionale, agli istituti agrari allo scopo di coinvolgere i giovani studenti in attività sperimentali, laboratoriali e pratiche sul campo insieme ai ricercatori. Con il sostegno del ministro Lollobrigida, si punta a garantire una preparazione adeguata e aggiornata che renda i futuri operatori del settore capaci di fronteggiare le nuove e complesse sfide per l’agricoltura: dal cambiamento climatico alla transizione tecnologica, dalla sostenibilità economica a quella ambientale».

Nell’ambito del piano di valorizzazione delle eccellenze degli istituti agrari e alberghieri voluto dal ministro Valditara, è stato già presentato il catalogo “Made in Mim”, con i primi 77 prodotti agroalimentari selezionati tra quelli coltivati, trasformati e confezionati nelle aziende annesse agli istituti agrari.

«Con l’iniziativa si punta a valorizzare le eccellenze formative anche sotto il profilo delle produzioni di qualità favorendone la commercializzazione. A tal fine sono stati sottoscritti i primi accordi con partner di livello quali Aeroporti di Roma, Lagardere Travel Retail, Terranostra, Campagna Amica e Coldiretti, Federdistribuzione e Sogemi, società che gestisce i mercati agroalimentari di Milano. Allo studio anche un canale unico per le vendite online, con un magazzino comune virtuale».

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Il nuovo sistema 4+2, punta di diamante della riforma, prevede un ciclo di quattro anni nell’istruzione secondaria superiore tecnica o professionale, seguito da due anni di specializzazione negli Its Academy. Una filiera integrata che permette agli studenti di acquisire competenze subito spendibili nel mondo del lavoro, anche grazie alla stretta collaborazione con le imprese del territorio nella definizione delle specializzazioni, nella formazione pratica e nell’impegno all’assunzione al termine del percorso.

«Una soluzione per allineare le competenze degli studenti alle esigenze reali delle imprese: da qui anche la presenza di almeno il 50% di professionisti provenienti dal mondo del lavoro all’interno dei corpi docenti degli Its. Tra le innovazioni introdotte la possibilità di doppia iscrizione Università/Its, l’apprendistato di primo livello, la valorizzazione dei crediti Its come Cfu universitari e l’istituzione dei campus formativi, per la cui realizzazione poche settimane fa il ministero ha finanziato 50 progetti da 750mila euro ciascuno ad altrettante scuole».

Per dare impulso al sistema 4+2 occorrerà un lavoro di governance e coprogettazione tra istituti, Its, università e mondo dell’impresa, contesto al quale Renisa offre il suo supporto per dare forma a un ecosistema orientato all’occupabilità che proprio nelle reti trova il suo terreno più fertile.

«Oggi l’istruzione sta affrontando sfide epocali, dall’agricoltura 4.0 all’intelligenza artificiale. Come Rete stiamo lavorando a fianco del Masaf per ricalibrare i programmi didattici e favorire l’acquisizione di soft skill idonee per i tanti sbocchi professionali che questi indirizzi di studio offrono».

Cosa si è fatto negli ultimi anni a riguardo?

«Si è lavorato per una rilevazione più puntuale dei bisogni dei territori che ha visto gli istituti agrari prima ascoltare e poi progettare insieme, questo grazie anche a quanto consentito dall’autonomia scolastica. Queste attività hanno permesso di avviare nuovi percorsi tagliati su misura in base alle esigenze specifiche emerse nelle rispettive aree di operatività».

Ci sono state risorse sufficienti dedicate a tali iniziative e come sono state utilizzate?

«Devo dire che a livello di fondi c’è stata un’attenzione importante, sia da parte del Masaf che degli istituti nell’utilizzarle. Penso, ad esempio, ai progetti dei Laboratori territoriali per l’occupabilità (Lto), che hanno permesso di creare delle strutture di ricerca, innovazione e sviluppo delle produzioni. O, più di recente, alla disponibilità dei finanziamenti del Pnrr e dei Pon che hanno permesso di adeguare ambienti e di sviluppare nuove competenze sui fronti del digitale e del green».

Sul fronte dell’alternanza scuola-lavoro qual è la situazione negli istituti agrari?

«Innanzitutto va ricordato che la presenza delle aziende agricole costituiscono già, caso unico nell’istruzione italiana, un ambiente immersivo e una palestra professionalizzante. Anche le aziende si stanno adeguando specializzandosi nelle filiere. Per il resto devo dire che si è lavorato molto sulla sicurezza degli studenti negli ambienti di lavoro, perché si tratta di un aspetto trasversale che non può essere sottovalutata».

Inevitabile parlare delle iscrizioni: come vanno negli agrari?

«Al momento non registriamo crisi, anche se in prospettiva il calo demografico non può non preoccupare. Ritengo sia importante lavorare meglio in fase di orientamento per renderlo meno incerto, esplicitando tutte le opportunità che il settore offre».

La Rete come si sta muovendo a riguardo?

«Abbiamo definito un significativo calendario di presenze alle più importanti manifestazioni del comparto, perché vogliamo e dobbiamo essere parte integrante del sistema produttivo. In questa direzione va anche il protocollo d’intesa che abbiamo sottoscritto con Edagricole: abbiamo delineato una partnership che vedrà protagoniste le eccellenze in un lungo viaggio alla scoperta della nuova istruzione agraria italiana».

Una partnership per aumentare la competitività dell’agricoltura italiana

Edagricole e Renisa hanno sottoscritto un accordo di partenariato che mira a sviluppare una collaborazione strutturata volta a valorizzare i progetti didattici, sostenere l’aggiornamento dei docenti, promuovere l’informazione tecnica in ambito agricolo e rafforzare il legame tra istruzione agraria e mondo produttivo, che Edagricole persegue anche attraverso il marchio Reda (dedicato all’editoria scolastica), acquisito di recente.
La collaborazione prevede tra le altre cose la realizzazione di approfondimenti speciali editoriali cartacei e digitali, pubblicati all’interno delle riviste del gruppo Edagricole (in particolare Terra e Vita) e tramite il marchio Reda, dedicati agli istituti aderenti alla rete Renisa che metteranno in evidenza i progetti più rilevanti, le esperienze didattiche e i percorsi di sostenibilità promossi dagli Istituti stessi.
Tali speciali avranno funzione di vetrina delle esperienze scolastiche e costituiranno strumenti utili anche per le famiglie in fase di orientamento scolastico, rafforzando il riconoscimento del ruolo degli istituti agrari all’interno del tessuto socio-economico territoriale.
Inoltre, saranno organizzati webinar tecnici e formativi su temi quali innovazione in agricoltura, transizione ecologica, Pac e normative, agricoltura di precisione, sostenibilità, valorizzazione dei prodotti agricoli, destinati al personale docente e agli assistenti delle aree di indirizzo (AR23, AR28 e AR38) degli istituti aderenti a Renisa, con il coinvolgimento di esperti, giornalisti specializzati e tecnici.
E ancora: organizzazione di eventi e convegni di indirizzo professionale post diploma negli istituti della Rete Renisa, valutando il coinvolgimento del Collegio nazionale dei periti agrari, delle università e degli stakeholder.

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