Gruppo Pittini in frenata a 1,8 miliardi di fatturato. E ora rilancia Majano


Non sarà un anno di quelli da ricordare, il 2024, per i produttori siderurgici europei, chiamati a fare i conti con le gravi difficoltà di alcuni settori di sbocco, con gli elevati costi energetici e ancora con la crisi industriale tedesca, la principale economia dell’Ue. Risultato: nell’anno si è consolidato il trend avviato nel 2023, vale a dire una netta flessione della domanda, con rilevanti effetti su volumi, prezzi di vendita e marginalità.

Dinamiche che ha pagato anche Compagnia Siderurgica Italiana (Gruppo Pittini) mandando in archivio conto economico consolidato in decisa contrazione rispetto all’anno precedente. I ricavi del gruppo, che controlla Ferriere Nord S.p.A., Siderpotenza S.p.A., S.I.A.T. S.p.A., La Veneta Reti S.r.l., Kovinar D.o.o., Acciaierie di Verona S.p.A. e BSTG G.m.b.H e dà lavoro complessivamente a 1.973 dipendenti, sono passati da 2 miliardi a 1,86 miliardi, in riduzione di circa l’8%.

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La contrazione si deve all’effetto di una ridotta domanda, in particolare nei mercati del centro Europa, sui volumi e i prezzi medi di vendita. Il risultato operativo lordo si è ridotto a sua volta, passando dai 146,3 milioni del 2023 a gli 85,3 milioni di dell’anno scorso. Una flessione che il presidente del gruppo, Federico Pittini, nella sua relazione al bilancio imputa «oltre che alla riduzione delle marginalità, anche all’elevato costo delle commodities energetiche. Va ricordato, infatti, che nell’esercizio in commento i produttori energivori nazionali non hanno potuto beneficiare delle misure di sostegno per affrontare i rincari energetici che erano state previste nel precedente biennio».

Gli ammortamenti e gli accantonamenti sono stati complessivamente pari a 76 milioni (contro i 78,5 milioni del 2023). L’ultima riga del conto economico segna un utile di 5,6 milioni rispetto ai 68,4 dell’anno precedente.

L’indebitamento finanziario netto, al 31 dicembre 2024, era pari a 56,7 milioni, in aumento rispetto ai circa 8,8 milioni dell’esercizio precedente, segno di come il gruppo, a dispetto dello scenario macroeconomico tutt’altro che favorevole, abbia continuato a investire.

Di più. «Le società del Gruppo hanno intensificato i piani di investimento – scrive ancora il presidente Pittini –. Nel 2024, infatti, gli investimenti in immobilizzazioni tecniche sono stati pari a complessivi 72 milioni rispetto ai 62 milioni del precedente esercizio». In particolare, sono proseguiti i progetti “Susteel” e “Resteel” nei siti produttivi di Verona e Osoppo che mirano a garantire i più alti standard in relazione a tematiche di tutela ambientale e risparmio energetico.

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A questi, in Friuli, si è aggiunto il revamping dello stabilimento Ex Assa di Majano, dismesso nel 2013 e recentemente riattivato, a valle di importante investimento, per potenziare produzione di fili d’acciaio trafilati del Gruppo.

A distanza di oltre 12 anni dalla sua dismissione, il sito è diventato il terzo stabilimento della Siat – Società italiana acciai trafilati, parte del gruppo Pittini dal 1970 e a oggi uno dei principali trafilatori italiani. La nuova fabbrica, battezzata Siat3, ha una capacità produttiva di 60.000 tonnellate all’anno e occupa 20 persone delle 150 complessivamente a libro paga della società. Si amplia così ulteriormente la gamma prodotti proposta da Siat, che coprirà l’intera gamma acciai: dal filo trafilato lucido in acciaio comune fino ai prodotti in acciai a medio e alto carbonio.

La società, che ha il suo quartier generale a Gemona e una seconda sede a Osoppo cui ora si aggiunge Majano, ha chiuso il 2024 con 128 milioni di euro di ricavi, in lieve contrazione, pari all’1%, rispetto ai 129 milioni del 2023, e con un utile netto di 3,5 milioni (erano 7,7 l’anno precedente).

Guardando alle altre società del gruppo, il bilancio consolidato certifica per Ferriere Nord 1,25 miliardi di ricavi, -4,5% rispetto al 2023, un risultato operativo lordo di 61,5 milioni contro i precedenti 99 milioni e un utile di 24,7 milioni contro i 55 milioni del 2023. Siderpotenza ha mandato in archivio l’anno passato con 338 milioni di fatturato (contro i 389,5 dell’anno prima), con un Ebitda di 6 milioni (erano 25 nel 2023) e con una perdita di 2,5 milioni contro l’utile di quasi 15 milioni registrato l’anno precedente.

Meno marcata la contrazione dei ricavi di Acciaierie Verona, passati da 429,3 milioni a 426. In questo caso, l’Ebitda è aumentato di circa 4,3 milioni, attestandosi a 9,6 milioni. L’ultima riga del conto economico si conferma invece negativa con una perdita di 7,9 milioni (1,2 milioni l’anno precedente).



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