Superbonus, nel Lazio spesi 10 miliardi: sono 655 i cantieri da finire entro dicembre. Rischio contenziosi


di
Mirko Giustini

I dati dell’Enea: se non si termina entro il 31 dicembre danno potenziale di 1 miliardo, rischio azioni legali

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È in arrivo una pioggia di azioni legali sui tribunali del Lazio. Il Superbonus, l’agevolazione nata per incentivare l’efficientamento energetico degli edifici, tranne qualche caso particolare terminerà a fine anno, ma non tutti i cantieri verranno chiusi entro il 31 dicembre

Superbonus e cantieri aperti

Il danno potenziale si aggira attorno al miliardo. Dai dati dell’agenzia Enea il giro d’affari prodotto dalla misura in regione ha superato i 10,2 miliardi e ha interessato 38.762 strutture tra villette e condomini. Se le prime sono state quasi tutte finite, dei secondi ne restano da ultimare 655. Eppure sono proprio le palazzine ad aver generato oltre il 68% del valore degli investimenti con una spesa media di circa 750mila euro contro i 117 mila delle abitazioni unifamiliari e i 99 mila delle unità indipendenti. 




















































Qualora non si completasse in tempo l’opera, senza un accordo tra ditta edile e cittadini, i benefici fiscali non verrebbero più garantiti, aprendo la strada a contenziosi dai costi incalcolabili. Tuttavia neanche chi ha concluso le pratiche può dormire sonni tranquilli. Se il periodo dal 2020 al 2022 è stato caratterizzato dalla poca chiarezza normativa, dal 2024 il contributo statale è sceso dal 110% al 70% e dal 2025 fino al 65%

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Le anomalie dei contratti d’appalto

Continue modifiche che potrebbero aver portato a difformità rilevabili già oggi dall’Agenzia delle Entrate: qualora vengano accertate irregolarità, i proprietari potrebbero essere chiamati a restituire gli importi ricevuti con interessi e sanzioni. 

«Il 90% dei contratti d’appalto sottoposti a mia verifica presentano delle anomalie o un’assenza di reali tutele – sostiene l’avvocato Gaetano D’Andrea –. Dopo il messaggio errato “lo Stato vi ristruttura casa gratis”, sono giunti i chiarimenti su quali spese asseverare e quali no, ma dopo l’avvio dei primi ponteggi: così i lavori o sono rimasti bloccati al 20% o al 30% o non sono neppure partiti. Variando poi la quota coperta dall’erario, certe famiglie dovranno pagare anche migliaia di euro in più del previsto». 

Una situazione che sta inevitabilmente logorando i rapporti tra clienti e fornitori. «Le aziende non coinvolte in liti processuali non arrivano al 5% – dice Marco Astrologo, presidente dell’omonimo gruppo edile –. Basterebbe riflettere sull’effettiva possibilità di avere un eventuale risarcimento: in caso di sconfitta in Tribunale le piccole e medie imprese fallirebbero, facendo perdere posti di lavoro, e il condominio non otterrebbe comunque niente. L’unica soluzione è una sanatoria ad hoc».

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