Smart working e formazione online per i professionisti


Il lavoro a distanza ha subito un importante incremento negli ultimi anni, anche come conseguenza della pandemia, periodo in cui è cambiato il modo di lavorare e lo sviluppo tecnologico ha visto una grande accelerazione. Questo cambiamento ha avuto impatto anche sugli studi professionali che hanno adottato nuove modalità di formazione e erogazione dei servizi verso la propria clientela.

L’impatto dello smart working sugli studi professionali

Secondo una indagine della Fondazione Consulenti del Lavoro di Milano pubblicata nel 2025, oltre il 50% dei collaboratori e dipendenti negli studi dei consulenti del lavoro lavora in modalità smart working con una frequenza media di 2 giorni a settimana. Questo dato è abbastanza costante indipendentemente dall’età del titolare dello studio: lo smart working è considerato uno strumento utile, soprattutto per rispondere alle esigenze dei dipendenti emerse durante la pandemia e al fine di migliorare la qualità della vita lavorativa.

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Secondo la ricerca in termini più generali, per il 2025 si prevede una crescita del 5% del lavoro agile in Italia, che porterebbe il numero totale di smart worker a 3,75 milioni. Le grandi imprese (che includono anche studi professionali di una certa dimensione) sono quelle caratterizzate da una maggiore adozione (35%), seguite dalla pubblica amministrazione (23%).

Lo smart working nei grandi studi o nelle aziende coinvolge lavoratori che possono lavorare da remoto mediamente 9 giorni al mese. È una pratica ormai diffusa tra avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro, con percentuali di lavoro agile che si attestano intorno al 56-59% nelle due prime categorie e leggermente inferiori tra i consulenti del lavoro (circa 35-39%), secondo dati recenti che menzionano il lavoro agile nella professione.

Nel caso dei commercialisti e consulenti del lavoro, la diffusione dello smart working è facilitata dall’uso di gestionali cloud, che consentono il lavoro da remoto sulla gestione di pratiche e buste paga, anche se con alcune limitazioni tecniche come la necessità di strumenti per la firma digitale che non sempre sono disponibili da remoto.

Per gli avvocati, lo smart working implica maggiori difficoltà organizzative, soprattutto nelle attività legali che richiedono presenza fisica agli uffici giudiziari e la gestione delle pratiche alle quali lo smart working ha imposto un cambio di metodo, in parte ancora in evoluzione.

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La formazione professionale: verso nuove integrazioni “phigital”

Nel settore della formazione accreditata i percorsi formativi non sono una scelta personale o aziendale, ma fanno parte degli obblighi che i professionisti sono tenuti a svolgere nel rispetto del codice deontologico di appartenenza alla propria categoria.

In questo senso gli ordini professionali quali dottori commercialisti, consulenti del lavoro, notai o avvocati sono chiamati a rispettare il regolamento della categoria, attraverso percorsi di adeguamento formativo sempre più spesso svolti da remoto.

I più recenti dati relativi alla formazione professionale obbligatoria per Dottori Commercialisti e Consulenti del Lavoro riguardano principalmente il triennio formativo 2023-2025 e le normative aggiornate al 2025:

  • Dottori Commercialisti: l’obbligo formativo prevede il conseguimento di 90 crediti formativi professionali (CFP) nel triennio 2023-2025, con almeno 9 CFP derivanti da materie obbligatorie come Ordinamento, Deontologia, Antiriciclaggio, e Tecniche di Mediazione. È possibile acquisire CFP anche tramite e-learning senza limiti. Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) organizza e regolamenta questa formazione continua.
  • Consulenti del Lavoro: la normativa prevede che i consulenti maturino almeno 50 CFP nel biennio, con almeno 16 CFP per ogni anno solare, incluso un minimo di 6 CFP su temi obbligatori quali Ordinamento professionale e Codice Deontologico. La formazione continua è obbligatoria per adeguarsi a leggi di settore e aggiornamenti normativi.
  • Per quanto riguarda i Notai, essi tradizionalmente mantengono obblighi formativi simili alle altre professioni regolamentate, con corsi focalizzati su aspetti giuridici, deontologici e tecnici inerenti al loro ruolo.

In questo contesto che richiede maggiore propulsione per l’accesso a percorsi di formazione innovativi, anche in materia di digitalizzazione dello studio e AI, sono state previste iniziative a sostegno dei professionisti, ad esempio con un contributo fino a 1.000 euro per ciascun iscritto con requisiti reddituali specifici per il 2024-2025.

In sintesi, la formazione professionale continua per queste categorie è strutturata con crediti formativi obbligatori e materie specifiche, con forte supporto da parte degli ordini professionali e possibilità di formazione tramite modalità online.

Per quanto riguarda la tipologia di eventi formativi, ad esempio, il CNDCEC supporta sia eventi in presenza sia a distanza (e-learning), con una forte crescita di quest’ultima modalità, favorita dalla flessibilità e dalla possibilità di accedere senza limiti. La piattaforma ufficiale della formazione professionale continua (fpcu.it) offre numerosi eventi accreditati, principalmente in modalità e-learning, che coprono una vasta gamma di temi professionali. Anche gli ordini territoriali e fondazioni pubblicano corsi sia in presenza sia online.

L’esperienza degli ultimi anni e la comunicazione ufficiale del CNDCEC confermano che gli eventi a distanza sono attualmente prevalenti rispetto a quelli in presenza, riflettendo le preferenze e le esigenze degli iscritti per formazione continua flessibile e accessibile ovunque.

Investimenti e nuove competenze digitali per i professionisti

Confprofessioni ha condotto e pubblicato ricerche aggiornate al 2025 sull’andamento della formazione professionale per le categorie professionali.

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Attraverso Fondoprofessioni e rapporti dedicati monitora e promuove attivamente la formazione delle categorie professionali aggiornandone i dati e le iniziative formativi al 2025, con un forte focus su innovazione tecnologica, personalizzazione e finanziamenti concreti.

Riportiamo alcuni dati rilevanti:

  • Fondoprofessioni, il fondo interprofessionale per la formazione continua negli studi professionali e aziende aderenti a Confprofessioni, ha stanziato complessivamente 8,6 milioni di euro per il 2025 per finanziare piani formativi volti allo sviluppo e aggiornamento delle competenze dei dipendenti negli studi professionali. Sono già stati pubblicati diversi bandi per finanziare corsi a catalogo, percorsi formativi monoaziendali, e formazione altamente personalizzata, con ulteriori avvisi in programma nel corso dell’anno.
  • È stato avviato un progetto sperimentale dedicato alla formazione sull’intelligenza artificiale (IA) riservato ai dipendenti degli studi professionali, con un fondo di 150mila euro per il 2025, per stimolare competenze specifiche sull’uso operativo dell’IA nei contesti professionali.
  • Il 10 aprile 2025 è stato presentato il 2° Rapporto sulla formazione continua di Fondoprofessioni, che fornisce una lettura aggiornata dell’andamento della formazione per le categorie professionali organizzate da Confprofessioni.

Nonostante le iniziative poste in atto siano molteplici, resta accesso uno dei temi più critici dell’era digitale: ovvero l’importanza di una partecipazione attiva, con soglie di attenzione alta, per poter riconoscere crediti formativi che fanno parte dell’evoluzione della categoria.



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