“Quest’anno abbiamo voluto rivedere i nostri servizi per offrire a tutti, dagli zero anni all’università, un percorso di qualità e che si possa adattare ai bisogni di ogni nucleo”. È questo il principio che anima la ripartenza della scuola come spiegata dall’assessora all’istruzione e politiche giovanili Paola Casara, che parte da una riflessione su un tema di urgente attualità: quello dell’isolamento in cui sempre più adolescenti si rifugiano, fenomeno intensificato negli anni successivi ai lockdown per la pandemia da Covid-19.
“Spesso i ragazzi delle medie e delle superiori quando finiscono la giornata scolastica tornano a casa e passano il pomeriggio da soli, con il loro telefono”, spiega Rossella Ibba, dirigente del servizio politiche per l’educazione e per i giovani del Comune. “È proprio per questo che dal 2023 abbiamo attivato il progetto ‘Extra scuola’, che prevede alternative pomeridiane per gli adolescenti che permettano loro di sfruttare il tempo sviluppando i loro talenti personali – continua Casara –. C’è l’accompagnamento allo studio, ma ci sono anche laboratori teatrali, musicali, artistici, linguistici, incontri sportivi, spazi di avviamento al lavoro e alla lettura, o in cui si guardano alla manualità e all’ascolto, che permettono inoltre ai ragazzi di relazionarsi con giovani di età diversa dalla loro”.
Un altro tema che rinvigorisce la struttura del servizio è quello della lotta al cyberbullismo. “Se un ragazzo coltiva diversi canali di comunicazione, oltre a quelli con la famiglia – illustra Ibba –, questo fenomeno può essere contenuto: si combatte l’isolamento sociale e ci sono più occhi positivamente puntati su questi giovani che si trovano a vivere un’età delicata”.
Questi spazi, che nel 2024 hanno raggiunto quota 900 iscrizioni, sono accessibili a tutti, compresi minori stranieri e con disabilità: questi ultimi, che nel 2024 sono stati 85, sono seguiti tramite percorsi personalizzati di supporto educativo, coordinati con i professionisti dell’Ausl. Il progetto ‘Extra scuola’ si è così negli anni ampliato sempre di più, toccando in maniera capillare tutto il territorio comunale, periferie comprese, arrivando a comprendere quest’anno 18 iniziative rivolte ai bambini e ai ragazzi dai 6 ai 18 anni, e a coinvolgere 14 enti del terzo settore, 19 scuole elementari, 8 medie, 2 superiori e 7 parrocchie. Tutto questo all’interno di una programmazione triennale (con previsione di ampliamento per due anni aggiuntivi) per la quale il Comune predispone un finanziamento di 655mila euro all’anno, più 300mila l’anno dedicati ai minori con disabilità. Alcuni di questi fondi si concretizzano in servizi forniti gratuitamente alle famiglie, mentre altri prevedono iniziative di compartecipazione anche in base alla richiesta che arriva dai singoli nuclei.
In questo senso il Comune di Forlì ha anticipato ‘Scuole aperte’, il bando regionale che da quest’anno scolastico ha stanziato 4,5 milioni di euro da fondi europei per sostenere le scuole secondarie di primo grado con attività extrascolastiche pomeridiane e per l’orientamento, contrastando la dispersione scolastica e creando spazi di comunità.
“Rispetto ad altri Comuni che hanno dovuto organizzare progetti nuovi per rispondere al bando – precisa l’assessora – noi, che l’abbiamo preceduto di due anni, abbiamo piuttosto sfruttato la rete già costruita per implementare azioni aggiuntive, continuando a comunicare con enti e imprese per rafforzare l’offerta, soprattutto per aumentare l’inclusione dei minori con disabilità”.
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