Scambio spontaneo tax ruling, l’OCSE cambia le regole dopo 10 anni: addio “effetto Apple”


L’OCSE cambia le regole sullo scambio spontaneo dei tax ruling. Le modifiche, che arrivano dopo dieci anni di applicazione, promettono il contrasto delle pratiche fiscali dannose e il miglioramento della tax compliance. Ad oggi una delle multinazionali ad aver tratto maggiori benefici da questo strumento resta Apple.

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Tax ruling, cosa sono

I tax ruling, o decisioni tributarie anticipate, sono uno strumento fondamentale nella fiscalità internazionale: sono infatti accordi fiscali preventivi attraverso i quali le autorità fiscali di uno Stato stabiliscono in anticipo come le tasse per una multinazionale saranno calcolate e quali sistemi verranno usati. I tax ruling sono pertanto un istituto attraverso cui le multinazionali possono concordare con le autorità di un Paese il trattamento fiscale per un periodo di tempo determinato, garantendo agli imprenditori certezza giuridica su specifiche questioni fiscali prima di intraprendere determinate operazioni o strutturazioni societarie.

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I vantaggi

I tax ruling possono riguardare diverse tipologie di questioni fiscali. Attraverso il ruling una multinazionale può, per esempio, ottenere certezza sul modo in cui le autorità di un Paese tratteranno l’erogazione, alle società del gruppo non residenti nel Paese stesso, di dividendi, royalties, pagamenti per interessi. Con i tax ruling è anche possibile definire il corretto trattamento degli utili o delle perdite attribuibili a una stabile organizzazione presente nel territorio di uno Stato. A costituire elemento fondamentale per le parti è la natura vincolante degli accordi: una volta ottenuto un tax ruling, infatti, l’amministrazione fiscale deve rispettare quanto concordato, purché le circostanze di fatto rimangano invariate rispetto a quelle descritte nella richiesta originaria.

Tipologie e funzioni

I tax ruling svolgono diverse funzioni nel sistema fiscale internazionale I ruling eliminano infatti ogni incertezza su come verrà applicata la normativa fiscale a specifiche operazioni o strutture societarie, permettendo al contribuente interessato di pianificare investimenti e strategie fiscali a lungo termine senza margini di aleatorietà.

Un ulteriore beneficio è poi quello della prevenzione del contenzioso: fornendo chiarezza preventiva sulle questioni fiscali, i tax ruling riescono a ridurre il rischio di controversie future tra contribuenti e amministrazioni fiscali, con vantaggi in termini di efficienza amministrativa e costi per entrambe le parti. 

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I rischi dei tax ruling: “l’effetto Apple”

Questi strumenti sollevano anche alcune preoccupazioni. In passato si sono rivelati uno strumento che ha permesso alle multinazionali di ridurre drasticamente il proprio carico fiscale globale. Alcuni casi hanno destato particolare scalpore nell’opinione pubblica, conducendo all’intervento diretto della Commissione europea. Tra quelli di maggiore rilevanza c’è Apple, che è arrivata a ottenere diversi miliardi di euro di benefici fiscali grazie a un accordo per il periodo 2003-2014. 

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Tax ruling, cosa cambia con l’aggiornamento OCSE

Dopo quasi dieci anni di applicazione del sistema di scambio automatico di informazioni sui tax ruling, l’OCSE ha ora completato una revisione complessiva dell’Azione 5 del progetto BEPS (Base Erosion and Profit Shifting), con un aggiornamento che costituisce un buon passo avanti nel contrastare l’elusione fiscale internazionale e promuovere la trasparenza fiscale.

Ricordiamo che dal 2015, anno di avvio del programma Beps contro l’erosione della base imponibile e il trasferimento dei profitti, sono stati effettuati oltre 58 mila scambi di informazioni riguardanti più di 26 mila tax ruling identificati nei Paesi che fanno parte dell’Inclusive Framework Ocse/G20. L’Azione 5 del progetto BEPS si concentra in particolar modo sul contrasto alle pratiche fiscali dannose attraverso due pilastri principali: il miglioramento della trasparenza mediante lo scambio spontaneo obbligatorio di informazioni sui ruling e l’introduzione di requisiti sostanziali per i regimi fiscali preferenziali.

Scambio spontaneo obbligatorio tax ruling: per chi

L’OCSE ha individuato sei tipologie di ruling tra autorità fiscale e contribuente per le quali si rende necessario uno scambio di informazioni spontaneo obbligatorio:

  • gli accordi preventivi sui prezzi di trasferimento unilaterali (APA);
  • i ruling che comportano un aggiustamento verso il basso degli utili imponibili nelle situazioni transfrontaliere;
  • i ruling sui regimi fiscali preferenziali;
  • quelli sulle stabili organizzazioni;
  • i ruling relativi a società veicolo;
  • altri ruling che presentano rischi BEPS.

Ora, con l’aggiornamento dell’Azione 5, l’OCSE ha introdotto diverse modifiche significative che entreranno in vigore dal 2026, definendo meglio le categorie di ruling da scambiare, eliminando ambiguità interpretative che potrebbero compromettere l’efficacia del sistema. Viene inoltre fissato un termine preciso di sei mesi per la comunicazione dei nuovi ruling tra le amministrazioni fiscali interessate, garantendo maggiore tempestività negli scambi.

Ancora, l’aggiornamento ha introdotto regole più dettagliate su come condividere il testo integrale dei ruling quando richiesto da un altro Paese, migliorando la qualità delle informazioni scambiate. È stata pubblicata anche una nuova versione dello schema informatico per lo scambio dei ruling (ETR XML Schema), che diventerà obbligatorio dal 1° gennaio 2027, fornendo alle amministrazioni fiscali un formato più preciso e standardizzato.

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Gli obiettivi della revisione 

L’obiettivo della revisione è chiaro: evitare che lo strumento dello scambio di informazioni si riduca a un adempimento formale e rafforzarne invece la funzione di deterrente contro l’uso distorto dei ruling. Le nuove modalità dovrebbero pertanto servire a misurare in modo più puntuale non solo se le informazioni vengono trasmesse, ma anche la loro tempestività e qualità.

I membri aderenti all’Inclusive framework sul Beps hanno accettato di implementare l’azione numero 5 e di sottoporre il proprio operato sul tax ruling e sullo scambio di informazioni in materia a una periodica peer review, i cui risultati mostrano già un buon livello di compliance. Di fatto, delle 131 giurisdizioni esaminate, 73 non hanno ricevuto alcuna raccomandazione dal quadro inclusivo, in quanto hanno già soddisfatto le aspettative e gli standard, mentre 19 giurisdizioni hanno ricevuto una sola raccomandazione.

Cosa accadrà nel prossimo futuro

Per quanto riguarda il futuro, è plausibile che l’evoluzione del quadro normativo sui tax ruling e dello scambio di informazioni continuerà ad avere impatti di rilievo sia per le amministrazioni fiscali che per le imprese multinazionali e che, dunque, le nuove regole OCSE possano rappresentare un chiaro segnale verso una maggiore trasparenza e cooperazione internazionale, contribuendo a modificare il panorama della fiscalità internazionale.

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Se le linee guida ispiratrici troveranno conferma, è molto probabile che alle imprese sarà richiesta una crescente trasparenza sul ricorso a questo strumento, giustificata da ragioni economiche sostanziali. Le strategie di pianificazione fiscale puramente artificiose, che sfruttano asimmetrie normative senza una reale sostanza economica, saranno pertanto sempre più difficili da implementare e mantenere. 

Infine, alle amministrazioni fiscali, dal canto loro, sarà richiesto di investire in misura crescente in sistemi informatici più sofisticati e in personale specializzato per gestire efficacemente gli scambi di informazioni e utilizzare i dati ricevuti per i propri controlli fiscali. 



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