Confagricoltura firma l’intesa per lo sviluppo sostenibile della filiera del pioppo


Un nuovo passo per il futuro della pioppicoltura italiana. A Milano, Confagricoltura, l’Associazione Pioppicoltori Italiani e le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno sottoscritto la “Nuova intesa per lo sviluppo della filiera del Pioppo”, un documento strategico che mira a rafforzare il comparto agroforestale in una fase cruciale di transizione ecologica ed economica.

Gli obiettivi dell’accordo

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La nuova intesa punta a:

  • incentivare la nascita di filiere dedicate,
  • incrementare la disponibilità di materia prima nazionale destinata a legno, carta ed energia rinnovabile,
  • promuovere pratiche colturali sostenibili,
  • intercettare fondi europei per lo sviluppo rurale,
  • regolamentare l’attività pioppicola nelle aree Natura 2000 e in altre aree protette, in linea con il Regolamento sul Ripristino della Natura.

Secondo gli esperti, la coltura del pioppo ha un ruolo centrale nella produzione di legno da opera in Italia, rappresentando il 50% del totale nazionale, pur incidendo solo per lo 0,5% sulla risorsa legnosa complessiva.

Le sfide da affrontare

“Il cammino è tracciato, lo dobbiamo percorrere tutti insieme: istituzioni, organizzazioni del settore e mondo della ricerca”, ha dichiarato Cesare Soldi, componente di giunta di Confagricoltura, durante la presentazione. Ha ricordato che l’intesa rappresenta uno strumento per superare criticità legate ai vincoli del Regolamento europeo sul Ripristino della Natura e alla riduzione della competitività delle imprese, con possibili ripercussioni economiche sull’intera filiera.

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Il Regolamento, che sarà recepito entro fine anno dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, prevede interventi di lungo periodo, tra cui il ripristino di 25.000 km di fiumi italiani a scorrimento libero. Una misura che, seppur coerente con la strategia europea sulla biodiversità, solleva interrogativi tra le aziende agricole e le filiere collegate, in particolare quella del legno-arredo.

Soldi ha aggiunto che, per evitare errori passati, servirà maggiore concertazione con tutti i portatori di interesse, più trasparenza sui dati scientifici a supporto delle misure e una valutazione equilibrata tra impatti ambientali e produttivi, ricordando che le imprese silvicole svolgono anche un ruolo cruciale nella manutenzione della sicurezza idraulica del Paese.

Il peso economico della filiera

La pioppicoltura è alla base di un indotto altamente sostenibile, con coltivazioni certificate PEFC e FSC e il recupero degli scarti industriali nella produzione di compensato e imballaggi.

Il settore si inserisce nella più ampia filiera legno-arredo, che conta:

  • 81.000 imprese (circa il 15% del totale manifatturiero italiano),
  • 300.000 addetti, pari all’8% degli occupati del comparto manifatturiero,
  • un fatturato di oltre 51 miliardi di euro, di cui 13,5 miliardi derivanti dall’export di arredo (dati Centro Studi FederlegnoArredo).

Confagricoltura sottolinea che rafforzare la pioppicoltura significa ridurre le importazioni dall’estero e garantire alle imprese italiane una maggiore autonomia nell’approvvigionamento di materia prima.

Foto: Confagricoltura





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