PMI svizzere nel mirino di banche globali dopo il crollo di Credit Suisse




La scomparsa di Credit Suisse ha lasciato un vuoto per le piccole e medie imprese svizzere.


Keystone / Peter Klaunzer

Le banche globali, tra cui JPMorgan, Bank of America e Deutsche Bank, stanno intensificando gli sforzi per servire le piccole e medie imprese svizzere, cercando di colmare il vuoto lasciato dal crollo di Credit Suisse.

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Credit Suisse – una delle due banche globali della Confederazione – ha svolto un ruolo cruciale sia come partner per le imprese svizzere sia nel creare un ponte con i mercati internazionali. La sua improvvisa scomparsa nel 2023 e il salvataggio orchestrato dallo Stato a opera della rivale UBS hanno creato una lacuna significativa nell’ecosistema del settore bancario aziendale elvetico.


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Molte grandi aziende rossocrociate, come Lindt e Nestlé, hanno già rapporti con banche internazionali. Ma il settore delle piccole e medie imprese (PMI) – che rappresenta oltre il 99% delle aziende del Paese e costituisce la colonna portante della sua economia – faceva da tempo affidamento su Credit Suisse e UBS per i servizi di prestito, cambio valuta, gestione della liquidità e consulenza.

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Queste ultime si sono quindi affrettate a cercare nuove relazioni bancarie aziendali. Gli istituti locali rimangono una scelta diffusa per i prestiti nazionali, ma non hanno la stessa portata internazionale, come i servizi di tesoreria e le capacità di consulenza di quelli globali.

Un rapporto di Deloitte di febbraio ha rilevato che molte PMI svizzere erano desiderose di espandersi a livello internazionale, ma avevano difficoltà a finanziare acquisizioni all’estero, in gran parte a causa del consolidamento del settore bancario svizzero. Le transazioni delle PMI nella Confederazione sono diminuite di quasi il 9% nel 2024 rispetto all’anno precedente.

Le banche internazionali hanno colto l’opportunità creata dallo scompiglio seguito al crollo di Credit Suisse. L’organico di JPMorgan nel settore del commercial e investment banking in Svizzera è aumentato del 10% negli ultimi anni, secondo Reinout Boettcher, responsabile della banca per la Confederazione.

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Il tempismo ha funzionato bene

“Le aziende elvetiche sono sempre più aperte a collaborare con le banche statunitensi e altri istituti internazionali, spinte dalla necessità di disporre di competenze globali e di una maggiore diversificazione”, ha affermato.

Clemens Kaiser, responsabile di Deutsche Bank per la Svizzera, ha dichiarato che la banca tedesca ha creato lo scorso anno un team con sede a Zurigo per rivolgersi alle aziende svizzere di medie dimensioni, al fine di intensificare la propria presenza in quel mercato. “Le piccole imprese si sono dimostrate molto aperte a lavorare con noi. Negli ultimi 18 mesi siamo riusciti a crescere notevolmente in questo segmento”, ha detto.

Altre banche globali hanno avviato le loro attività di commercial banking nel Paese proprio mentre Credit Suisse stava iniziando a sfaldarsi, tra cui Citigroup, che ha lanciato la propria divisione elvetica di commercial banking nel settembre 2022.

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Marni McManus, responsabile delle attività bancarie di Citi per la Confederazione, ha dichiarato che “dal punto di vista delle tempistiche, la scelta si è rivelata azzeccata”, aggiungendo che la banca “ha iniziato a prendere di mira le aziende di medie dimensioni, ovvero quelle con un fatturato pari o inferiore a 3 miliardi di dollari, fino a un minimo di 100 milioni”.

L’amministratore delegato di Bank of America, Brian Moynihan, ha dichiarato all’inizio di quest’anno che la banca ha raddoppiato le dimensioni del suo team nel Paese dopo il “recente scossone” del mercato. L’istituto offre prestiti, depositi e gestione della liquidità in franchi svizzeri.

Sebbene il crollo di Credit Suisse abbia permesso alle banche globali di acquisire nuova clientela svizzera, queste sono ancora ben lontane dal poter sfidare il dominio complessivo di UBS sul mercato.

Le compagnie si diversificano

Alcuni temono che i nuovi e più severi requisiti patrimoniali per UBS in Svizzera possano far aumentare i prezzi per la clientela commerciale. La Comco, l’autorità garante della concorrenza elvetica, ha raccomandato di monitorare prezzi e commissioni del settore bancario aziendale in seguito alla scomparsa di Credit Suisse.

Una persona alla direzione di una piccola impresa industriale con sede nel canton Svitto, che ha chiesto di rimanere anonima per proteggere i rapporti bancari, ha raccontato che la sua azienda era cliente di lunga data di Credit Suisse – ora UBS – ma che l’anno scorso ha iniziato a rivolgersi anche a un istituto statunitense per alcuni servizi. “Apprezzo la diversificazione dopo quello che è successo [con Credit Suisse]”, ha dichiarato.

Swissmechanic, l’associazione delle PMI industriali, aveva già dichiarato in passato di auspicare che in futuro le banche internazionali offrano alle imprese servizi e prezzi migliori in Svizzera. Nicola Tettamanti, direttore di Swissmechanic, ha affermato che un recente sondaggio tra i membri ha rivelato l’insoddisfazione di molti per la scomparsa di una banca affidabile.

Ha spiegato che si discute sempre più di diversificazione, soprattutto perché gli istituti regionali e locali non dispongono di alcuni servizi come la gestione delle valute o l’offerta di linee di credito, ma ha aggiunto che molte aziende “non avevano ancora preso in considerazione rapporti con banche estere”.

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