Il presidente di Confindustria alla Festa dell’Unità: “L’Europa ha scelto la deindustrializzazione, ora servono Eurobond e una manovra che metta davvero le imprese al centro”
“Non sono i dazi a preoccuparmi davvero, ma il cambio euro-dollaro: è lì che stiamo perdendo competitività”. Con queste parole, pronunciate alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia durante il dibattito “L’economia e le imprese italiane tra dazi e incertezze”, il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha puntato il dito contro l’immobilismo europeo e ha sottolineato “In Europa non stiamo facendo nulla per attrarre capitali. Servono decisioni rapide, anche sugli Eurobond”. Una critica che si lega a un giudizio severissimo sugli ultimi anni di politiche comunitarie: “L’Europa ha fatto di tutto per distruggere automotive e industria, scegliendo la strada della deindustrializzazione. Ancora oggi non si vedono né neutralità né libertà tecnologica”.
Per Orsini, anche settori chiave come calzature, pelletteria e farmaceutica soffrono di norme concepite senza valutarne gli effetti reali: “Così spingiamo le imprese a fuggire”. Un quadro che riprende l’avvertimento già lanciato da Mario Draghi e che è rimasto inascoltato.
Guardando all’Italia, il leader degli industriali chiede che la prossima manovra metta davvero l’impresa al centro: “Le agevolazioni non sono regali: ogni credito d’imposta genera Iva, occupazione e crescita. Lo dimostra il Sud, dove 4,8 miliardi di incentivi hanno prodotto 28 miliardi di investimenti e 35mila posti di lavoro”. Infine, un messaggio politico: “Dialoghiamo con tutti, anche con il Pd, su competitività e investimenti. Le imprese contribuiscono per oltre due terzi alle entrate fiscali del Paese: ascoltarle non è una concessione, è un dovere”.
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