«Un passo storico» dichiara il valtellinese presidente di Uncem
«Un passo storico, una svolta epocale, che riconosce le specificità dei territori montani. Un’opportunità da cogliere al volo». Sono entusiastici i toni di Tiziano Maffezzini, presidente dell’Uncem Lombardia sulla nuova legge per la montagna definitivamente licenziata nei giorni scorsi dal Parlamento dopo la terza lettura al Senato, trent’anni dopo il precedente provvedimento che risale al 1994.
La legge prevede 200 milioni di euro l’anno per il periodo 2025-2027 per il sostegno delle zone montane con investimenti rivolti alla sanità e all’istruzione di montagna, oltre al finanziamento di sostegno ad agricoltura, turismo, trasporti, servizi digitali e di contrasto allo spopolamento attraverso incentivi alla natalità, miglioramento dei servizi essenziali e della gestione dei sistemi forestali e agro-pastorali.
Un provvedimento giudicato con più di una perplessità dalle forze politiche di opposizione che puntano il dito contro le poche risorse – «i 200 milioni, che restano in ogni caso pochissimi per tutta la montagna italiana, arrivano dallo spostamento delle risorse dal Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (Fosmit)» dicono -, con qualche dubbio dagli ambientalisti per la cancellazione del divieto di caccia per un raggio di mille metri sui valichi montani e la previsione dell’abbattimento dei lupi, e che invece secondo la maggioranza rappresenta un deciso passo avanti per la tutela e la valorizzazione del territorio montano. Aree che rappresentano il 35% del territorio italiano.
«Quello raggiunto è un risultato straordinario che si deve all’impegno di tante persone e in particolare alla forte volontà del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli – sottolinea Maffezzini -. È un cambio di prospettiva, un approccio nuovo che guiderà le nostre azioni per sostenere lo sviluppo, contrastare le criticità e risolvere i problemi legati allo spopolamento e all’impoverimento dei servizi. Si partirà dalla Strategia per la montagna Italiana per individuare le priorità e prevedere interventi utili ai territori che verranno attentamente monitorati per verificarne l’efficacia, in tutti gli ambiti. C’è la necessità di fare bene e presto: questo sarà il nostro impegno».
Secondo il presidente di Uncem è sufficiente scorrere i 35 articoli della legge per comprendere la portata di un provvedimento che inquadra uno ad uno problemi annosi che, in anni recenti, complici la modernità e il cambiamento degli stili di vita, sono diventati emergenze. La base è rappresentata dalla classificazione dei Comuni realmente montani, con criteri oggettivi: una definizione chiara sino ad ora mai sancita in una legge dello Stato. Da agevolazioni e incentivi per gli operatori della scuola e della sanità, tali da favorire la permanenza, alla promozione di servizi per l’infanzia a vantaggio del ripopolamento, dalla riduzione delle tariffe delle utenze per le famiglie alle misure fiscali per stimolare l’imprenditorialità, dalla valorizzazione dei sistemi agro-silvo-pastorali alla tutela dell’ambiente, fino alla conversione digitale per potenziare i servizi resi da remoto. Soddisfare i bisogni, garantendo servizi di alto livello, dalla cura all’assistenza e all’istruzione, e offrire opportunità in termini lavorativi sono gli ambiti entro i quali sviluppare una politica per la montagna.
«Se questa è la svolta che attendevamo, siamo consapevoli che la sfida inizia ora – conclude il presidente Maffezzini -. Starà a noi, anche sulla base dei decreti attuativi che seguiranno, cogliere le opportunità offerte dalla legge per disegnare il futuro della montagna, puntando su un nuovo sviluppo che faccia perno sulle persone: sia su chi in montagna è nato e ha sempre vissuto e su chi l’ha lasciata, prima per studiare e poi per lavorare, che su coloro i quali ne sono attratti e vorrebbero costruire il loro progetto di vita nei nostri paesi. Il nostro impegno come amministratori pubblici all’interno di Uncem si intensificherà ulteriormente affinché quanto sancito dalla legge si trasformi in azioni concrete».
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