«Le costruzioni non si fanno su Facebook, i cantieri si fanno con gli operai»: lo ha affermato il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi a Rapallo, intervistato dai direttori Michele Brambilla e Davide Desario durante l’incontro “Infrastrutture in movimento”, rivendicando la necessità di tornare a realizzare grandi opere per garantire crescita e occupazione.
Europa – «L’Italia sta affrontando uno dei momenti più difficili degli ultimi 20 anni con una lucidità mai vista», dichiara Rixi, che non risparmia critiche alle politiche comunitarie: «Noi abbiamo sempre votato contro, altri le hanno sostenute. Il vero problema è stato il dumping cinese, che ha messo in ginocchio interi settori».
Cantieristica – «Abbiamo una delle più grandi flotte al mondo, ma non c’è quasi più una nave costruita nel continente europeo». Rixi segnala la necessità di una politica industriale che sostenga le imprese ancora attive.
Ponte sullo Stretto – «Le prime opere inizieranno entro il 2025», annuncia il viceministro, legando l’infrastruttura a una visione politica: «Dobbiamo realizzare opere anche per i giovani che se ne vanno all’estero, perché si trasferiscono dove si costruisce e si garantisce un futuro».
Ferrovie – «Le ultime cose realizzate risalgono all’alta velocità di 16, 18 anni fa. Per decenni non è stato fatto altro e in molti casi i convogli moderni non possono circolare».
Debito – «Se si fa un debito per investimenti è un tema, se si fa per spesa corrente è un altro. Per anni si sono pagati bonus, ora si torna alle infrastrutture».
Cittadini – «Tutti vogliono una ferrovia o una strada, tranne quando parte il cantiere. Il Paese deve capire se vuole tornare ad avere un concetto del lavoro e della fatica oppure bruciare la ricchezza creata dalle generazioni precedenti».
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