Il fallimento annunciato del programma energetico di Trump secondo l’Ieefa: conseguenze anche per USA ed Europa

Secondo l’Ieefa (Institute for Energy Economics and Financial Analysis), il programma energetico dell’amministrazione Trump è destinato a fallire.

Si tratta di un’analisi severa che non riguarda solo gli Stati Uniti, ma che ha ripercussioni dirette anche per l’Europa e per l’Italia: nel nostro Paese, in particolare, dove i ritardi sulla transizione energetica e le incertezze sulle fonti rinnovabili rischiano di far aumentare i costi dell’energia per cittadini e imprese.

Perché il piano energetico di Trump è destinato al fallimento

La strategia del presidente americano, incentrata sullo slogan “drill, baby, drill” e sul sostegno ai combustibili fossili, si scontra con una serie di fattori critici:

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Crollo della fiducia degli investitori
Aumento dei costi di sviluppo energetico
Limiti alla produzione di turbine a gas
Tempi biblici per i progetti nucleari

L’Ieefa evidenzia come alla fine a pagare il prezzo di questa politica saranno i consumatori e le Aziende, costretti a far fronte a bollette più care – e quindi – a subire una contrazione nel potere d’acquisto o a subire aumenti dei costi produttivi aziendali.

Movimento MAGA
Fonte: pexels.com

Stop ai progetti eolici: il caso Revolution Wind

Uno degli episodi più eclatanti è lo stop imposto dall’amministrazione al progetto Revolution Wind al largo del Rhode Island:

Investimento da 4 miliardi di dollari
Lavori completati all’80%
Partnership tra Ørsted e Global Infrastructure Partners, con il coinvolgimento anche di Siemens
Contratti di fornitura già firmati con tre utility del New England

La decisione ha causato il crollo in Borsa di Ørsted e messo in discussione la credibilità degli impegni federali in materia di autorizzazioni e capacità di supportare progetti di alto valore energetico.

Energia rinnovabile
Fonte: pexels.com

Rischi per la rete elettrica e aumento dei prezzi

Secondo l’ISO-New England, gli stop ai progetti eolici e solari non fanno che aumentare i rischi per l’affidabilità della rete di trasmissione elettrica.

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La conseguenza diretta sarà una carenza di energia nei mesi invernali, quando la domanda cresce e il gas scarseggia, con inevitabili rialzi dei prezzi.

Effetti anche sul solare e sul nucleare

Non vanno trascurate una serie di concrete incognite a vari livelli:

  • la limitazione dei crediti d’imposta potrebbe cancellare 60.000 MW di nuovi impianti solari nei prossimi cinque anni,
  • il nucleare tradizionale è molto caro e richiede almeno 20 anni per essere operativo e quindi, al di là dei rischi intrinseci della tecnologia e del serio problema dello stoccaggio delle scorie, rischia di costare molto più caro rispetto a impianti di pari capacità produttiva rinnovabile e di arrivare abbondantemente fuori tempo massimo per avere una qualche utilità alla sfida climatica,
  • i piccoli reattori modulari non sono ancora una tecnologia matura.

Di fatto, l’unica soluzione praticabile nel breve termine resta l’espansione di energie rinnovabili e sistemi di accumulo.

Le implicazioni per l’Italia e l’Europa

Il quadro delineato dall’Ieefa non si ferma agli USA.

Come già anticipato superiormente, anche in Italia l’incertezza politica e i continui rinvii sugli investimenti in energie pulite rischiano di rallentare la transizione energetica, lasciando famiglie e imprese esposte a costi crescenti e a una maggiore dipendenza dalle importazioni di gas e combustibili fossili.



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