Commercio in flessione a Brescia, ma resta un pilastro del sistema produttivo


Il sistema imprenditoriale bresciano, secondo i dati Movimpresa – Infocamera aggiornati al secondo trimestre 2025, mostra segnali di trasformazione e resilienza: al 2° trimestre 2025 le imprese registrate sono 117.263, con una variazione minima rispetto al 2019 (-424 unità, pari a -0,4%). L’analisi per comparti, tuttavia, evidenzia dinamiche molto differenti.

Il commercio in difficoltà, un dato locale che riflette la crisi nazionale.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Il comparto del commercio bresciano, con 23.380 imprese, ha registrato una riduzione significativa rispetto al 2019 (-1.906 unità, -7,5%). Si tratta di uno dei cali più consistenti tra i macrosettori insieme a quello dell’industria (-8,3%).

Questa contrazione riflette la crisi strutturale del dettaglio tradizionale, un fenomeno che si inserisce in un quadro nazionale di stagnazione della spesa delle famiglie che dura da oltre due anni. Secondo i recenti dati Istat a luglio i volumi di vendita complessivi a livello nazionale sono scesi dello 0,3%, con una contrazione particolarmente marcata per il comparto alimentare (-0,9%), dove l’inflazione continua a comprimere i bilanci familiari.

La crisi locale è dunque alimentata da cause molteplici: i cambiamenti nei consumi, la concorrenza delle grandi piattaforme digitali e l’aumento dei costi gestionali. A livello nazionale questa dinamica si traduce in una penalizzazione pesante per le piccole superfici di vicinato, che nei primi sette mesi dell’anno hanno registrato una contrazione dello 0,9% in volume, mentre la grande distribuzione ha messo a segno un aumento dello 0,6%, erodendo spazi al commercio indipendente

Quaresmini (Confesercenti): “Necessario un piano di sostegno”

«Il commercio bresciano sta pagando un prezzo molto alto dovuto alla trasformazione dei mercati e alle difficoltà economiche – sottolinea Barbara Quaresmini, Presidente di Confesercenti Lombardia Orientale -. È necessario un piano di sostegno che favorisca innovazione, digitalizzazione e rilancio dei negozi di prossimità, presidio insostituibile per la qualità della vita nei quartieri e nei paesi».

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

Dal 2014 a livello nazionale nei piccoli e piccolissimi comuni sono cessate oltre 23.500 attività commerciali di base, dai negozi alimentari ai bar.

Di contro il commercio digitale sta vivendo una vera e propria esplosione: nel 2023 in Italia sono stati consegnati circa 906 milioni di pacchi, una media di 15 per abitante.

Per Quaresmini «la riduzione dei punti vendita sul territorio non è solo un problema economico ma anche sociale: abbiamo tutti, ora più che mai, bisogno di accedere ai servizi di base. Servono politiche mirate al sostegno delle imprese di vicinato e a favorire processi di rigenerazione, a partire da un regime fiscale di vantaggio per i servizi di base nei comuni». Il rischio, evidenziato dal rallentamento dei consumi, è che la debolezza del commercio possa anticipare un rallentamento del Pil nel prossimo trimestre, con il pericolo di una recessione tecnica per l’economia italiana.

Il boom degli acquisti online mette in crisi di negozi di vicinato.

La situazione sul Garda

L’area del Garda mostra una maggiore resilienza rispetto ad altre zone, dove il commercio al dettaglio continua a vivere un momento complesso.

A sostenerlo è Andrea Maggioni, Coordinatore di Confesercenti per il Lago, che aggiunge come «la presenza turistica garantisce una domanda più dinamica e diversificata, che consente alle imprese di reggere meglio l’impatto di una domanda interna nazionale ed europea ancora debole, specialmente sul fronte dei beni non alimentari, con una contrazione dello scontrino medio».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati