Bonus da 1.100 euro a chi iscrive il bebè a un fondo pensione: la legge in Trentino, come funziona e quali sono i requisiti


Il disegno di legge, presentato dalla Giunta, mercoledì 17 arriva in Consiglio regionale. Previsti 3,2 milioni di euro per il primo anno, poi 2 milioni annui. Come funziona

Mentre la Germania pensa a una «paghetta previdenziale» di 10 euro al mese per tutti i bambini dai 6 anni che possa servire poi a integrare le future pensioni, anche in Italia – nell’autonomo Trentino-Alto Adige – si cerca di partire dai più piccoli per tentare di tappare i buchi del sistema previdenziale. In questo caso si tratta di un bonus di 1.100 euro per ogni bebè, dalla nascita, a patto che venga iscritto a un fondo pensione: arriva in Consiglio regionale mercoledì 17 settembre il disegno di legge dal titolo «Incentivo all’iscrizione a forme di previdenza complementare di nuovi/e nati/e» presentato dalla Giunta.

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Il bonus fondo pensione

Come funziona? Il provvedimento – così come pensato dalla Giunta – prevede un contributo per ogni nuovo nato in Trentino-Alto Adige, così come per i bambini adottati o presi in affido (fino ai 18 anni), con l’obiettivo appunto di incentivare l’apertura di un fondo di previdenza complementare intestato al bambino. Al momento della nascita la Regione erogherà 300 euro, versandolo direttamente nella forma di previdenza complementare a cui risulta iscritto il piccolo. Nei quattro anni successivi verranno poi versati 200 euro all’anno, a condizione che la famiglia versi, nello stesso fondo, almeno 100 euro all’anno. In tutto sono dunque 1.100 euro di contributo pubblico a bambino.




















































I requisiti

Per accedere al contributo la famiglia deve dimostrare di risiedere da almeno tre anni in Trentino-Alto Adige e il bambino dovrà essere residente alla nascita o acquisire la residenza in regione per effetto del provvedimento di adozione o affidamento. E per continuare a ricevere i soldi, dovrà continuare a risiedere stabilmente in regione.
La possibilità riguarda tutti i nuovi nati a partire dal 1 gennaio 2025 e, in via transitoria, anche i nati negli anni precedenti fino al 2020 compreso.

«L’obiettivo è culturale»

Non si tratta di un bonus legato a requisiti economici, potranno averlo tutti. «L’obiettivo di questa misura è culturale», aveva spiegato l’assessore regionale alla previdenza sociale Carlo Daldoss, promotore della legge, quando è stata presentata in giugno. Si cerca appunto di diffondere l’idea dell’iscrizione a forme di previdenza integrativa, partendo da subito, fin dai bambini.
L’investimento previsto – si legge nella nota di presentazione della Giunta – ammonta a poco più di 3,2 milioni di euro per il primo anno, per poi stabilizzarsi attorno ai 2 milioni annui a regime

14 settembre 2025 ( modifica il 14 settembre 2025 | 19:18)

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