Biodiversità come tema di investimento? Sì, ecco perché


Al momento esistono diversi sistemi di valutazione, emergono molteplici standard che provano a fornire agli analisti ed economisti una base di valutazione comune. Tuttavia è difficile fare delle stime generali e avere a disposizione benchmark comuni.

Siamo infatti abituati a basarci su sistemi di contabilità internazionali ben consolidati che possono offrirci dati su ogni cosa, ma la biodiversità è differente. L’approccio in questo caso deve essere locale e basato su dati multipli ed estrapolati da modalità di raccolta sviluppate a partire da protocolli diversi.

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Dunque, per avere una visione chiara e globale sull’impatto della biodiversità dal punto di vista finanziario, diventa necessario un approccio che effettua la triangolazione delle fonti di dati.

Siamo comunque solo all’inizio, ed è plausibile ipotizzare che nei prossimi anni chi si occupa di questi temi riuscirà a definire degli standard internazionali.

La biodiversità come variabile di analisi degli investimenti

Oltre ad essere un tema di investimento, la biodiversità possiamo considerarla come una variabile utile all’analisi delle strategie di investimento future.

La degradazione degli ecosistemi è infatti un grave problema per la generazione di cassa delle imprese quotate in Borsa, e di riflesso per gli azionisti.

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Il compito dell’investitore è di verificare a priori quale possa essere l’impatto dei cambiamenti climatici e della distruzione degli ecosistemi, sulla produttività e sulla capacità dell’impresa di portare avanti il proprio business.

Riassumendo, l’investitore interessato a introdurre la variabile biodiversità nell’analisi del rischio dei propri investimenti, dovrà tenere conto dei seguenti rischi:

  • L’impatto delle modifiche alle normative e leggi nazionali e internazionali (ad esempio: rispetto di valori emissivi di inquinanti nell’aria o nelle acque reflue ancor più stringenti);
  • Danni alla reputazione del marchio e/o dell’impresa;
  • Impossibilità di portare avanti o riprendere l’attività imprenditoriale (ad esempio: alluvioni e frane che distruggono gli impianti produttivi; impossibilità di coltivare una materia prima agricola in un determinato territorio per sopraggiunti cambiamenti climatici permanenti).

In ultima analisi, prendere in considerazione la biodiversità nelle strategie di investimento non solo aiuta a identificare nuovi potenziali rischi, ma anche a individuare nuove opportunità di investimento non chiaramente visibili con le metriche di valutazione tradizionali.

Potrebbe interessarti anche l’approfondimento dedicato agli investimenti in ETF delle materie prime della transizione energetica.

Ridurre i rischi escludendo determinati settori

Uno degli approcci che un investitore può mettere in atto, riguarda l’eliminazione di determinate materie prime o settori industriali dal proprio portafoglio finanziario. Quali? A seguire una breve lista non esaustiva.

  • Carbone.
  • Tabacco.
  • Idrocarburi non convenzionali.

I grandi gestori finanziari hanno in mente anche un altro approccio, il quale si basa sull’interlocuzione con le società di cui sono azionisti.

Anche gli investitori al dettaglio possono influire sulle scelte delle società di cui detengono azioni, possono farlo attraverso le assemblee ordinarie annuali. Tutti gli azionisti possono presentare proposte, oppure possono unirsi per far valere le proprie istanze quando scelgono i nuovi membri del consiglio di amministrazione, optando per candidati sensibili ai temi ambientali.

Le nuove opportunità di investimento dalla biodiversità

Per un investitore al dettaglio che preferisce il fai da te negli investimenti, la ricerca di nuove opportunità dalla biodiversità passa necessariamente per la ricerca di titoli azionari fortemente allineati ai criteri ESG.

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Con l’obiettivo di facilitare la ricerca, di seguito elenchiamo alcuni dei settori industriali che più di altri hanno bisogno di investimenti e che potrebbero beneficiare di un progressivo allineamento al rispetto o al ripristino di biodiversità.

  • Tessile.
  • Energia.
  • Gestione dei rifiuti.
  • Attività forestali.
  • Agroalimentare.
  • Edilizia.

In alternativa bisogna puntare sui tracker della biodiversità, intendiamo i fondi negoziati in borsa (o ETF).

Gli ETF per investire nella biodiversità

Ecco allora una carrellata di ETF per investire nella biodiversità in completa autonomia, ricordando che è sempre opportuno, prima di acquistare le quote, leggere il KID e gli altri documenti di approfondimento collegati allo strumento di investimento.

  • Axa IM Act Biodiversity Equity UCITS ETF EUR Hedged Acc.
  • Axa IM Act Biodiversity Equity UCITS ETF USD Acc.
  • Ossiam Food for Biodiversity UCITS ETF 1A EUR.
  • Xtrackers World Biodiversity Focus SRI UCITS ETF 1C.

Concludendo

Per chi ha già preso in considerazione i veicoli di investimento legati ai criteri ESG, considerare la biodiversità come tema di investimento potrebbe risultare una naturale estensione.

Ciò che ci preme sottolineare è quanto segue. Investire in biodiversità non riguarda soltanto gli investitori ambientalisti, ma tutti i tipi di investitori.

La perdita di biodiversità incide su gran parte delle attività economiche umane, dunque il rischio è che nessun portafoglio finanziario si salvi.

Prima di lasciarti, ti invitiamo a leggere l’approfondimento dedicato ai 5 titoli dell’indice MIB ESG su cui investire.

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