“Tanto lavoro in silenzio. Alle Marche ridarà fiducia”


Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli di Fratelli d’Italia, perché a suo giudizio il governatore uscente, Francesco Acquaroli, vincerà le elezioni regionali?

“Perché lavora a testa bassa, in silenzio, senza fare troppo rumore, senza urlare, un atteggiamento nel quale mi riconosco. Al contrario, Ricci fa tanti proclami, però concretamente abbiamo visto poco. Il centrosinistra ha governato le Marche per sessant’anni e i risultati oggettivi li sappiamo: una regione andata ‘in transizione’, ultima per i fondi Fesr. Adesso è la prima per il pagamento dei fondi europei”.

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Che Marche saranno quelle del mandato bis di Acquaroli?

“Una regione di cittadini che ritrovano la fiducia con una visione futura e dove, grazie anche alla Zona economica speciale, si potranno attrarre nuovi investimenti da fuori. Una regione capace di attrarre turisti e di valorizzare le imprese marchigiane, anche attraverso la capacità di Acquaroli di attrarre tanti finanziamenti pubblici”.

La partita si gioca molto sulla sanità, un tema sul quale il centrosinistra attacca fortemente Acquaroli, come stanno facendo in questi giorni Giuseppe Conte ed Elly Schlein.

“La politica del centrosinistra è stata volta a chiudere ancora di più gli ospedali centrali delle città per fare gli ospedali unici, dimenticando il territorio. Acquaroli sta ovviando alla mancanza di programmazione del centrosinistra, ma il problema è che quello che si fa oggi porta un risultato in sanità tra cinque anni, quando i benefici saranno chiari”.

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Nodo cruciale, la dislocazione delle strutture sanitarie.

“La strategia disegnata sul territorio piceno, per esempio, adesso è vincente: azienda ospedaliera su due plessi, miglioramento dell’ospedale Mazzoni, nuovo ospedale a San Benedetto e Case della salute sul territorio”.

Lei è tra i sindaci più apprezzati d’Italia e ha fatto della gentilezza l’arma per dialogare con le istituzioni e i cittadini. Le assomiglia Acquaroli?

“Nel suo lavorare in modo iperattivo ma silenzioso mi ci riconosco e questa umiltà fa la sua grandezza politica e amministrativa. La gentilezza per me è fondamentale, sia darla che riceverla, perché aiuta a migliorare le cose. Sono entrato in politica nel 2009 perché era in crisi l’azienda dove lavoravo e ho scelto di fare qualcosa, da dentro, per invertire la tendenza di una città di Ascoli in difficoltà. La mia crescita è coincisa con l’incontro con Giorgia Meloni. Lei è il mio modello, una che si è fatta da sola, affrontando la politica dal basso, dalla seconda linea, come ho fatto io, aiutando inizialmente gli allora politici ascolani di prima linea a disegnare le strategie. Fino alla scelta di mettermi in gioco in prima persona”.

Ascoli è un cantiere a cielo aperto.

“I cantieri privati per la ricostruzione post sisma e il 110 sono tanti, con inevitabili disagi per i cittadini, di cui mi redo conto, ma è un sacrificio per migliorare la nostra città. Siamo il quarto Comune in Italia per i fondi del Pnrr, quindi un modello: Italiadecide ha premiato Ascoli come modello virtuoso per attrarre finanziamenti pubblici, un bel riconoscimento per il lavoro che stiamo facendo”.



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