A luglio il Pil del Regno Unito è rimasto invariato, in linea con le attese e con un rallentamento dell’economia riconducibile alla debolezza dei consumi delle famiglie, agli investimenti aziendali contenuti e ai persistenti attriti commerciali. Il settore dei servizi, che ha sostenuto gran parte della ripresa, sta perdendo slancio, mentre manifattura e costruzioni continuano a soffrire, penalizzati sia dall’aumento dei costi sia dalla domanda fiacca.
L’attuale fase di stagnazione alimenta le pressioni sulla Bank of England, mentre l’inflazione, ancora ben al di sopra del target, complica le decisioni dei policymaker. Dopo il taglio dei tassi in agosto, ulteriori allentamenti nel breve termine appaiono improbabili.
I dati pubblicati oggi mettono in evidenza le sfide strutturali che l’economia britannica si trova a fronteggiare e rinnovano la pressione sul Cancelliere e sul Governo affinché intervengano per rilanciare la produttività, stimolare gli investimenti e sostenere le imprese.
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