“Che fine ha fatto il sostegno per i dazi?”


Una visita a un calzaturificio a Porto Sant’Elpidio, a un’azienda di packaging a Sant’Elpidio a Mare, un incontro con imprenditori calzaturieri e rappresentanti della Confartigianato a Montegranaro: un tour nel cuore (oggi fortemente provato) del distretto produttivo fermano per l’onorevole Antonio Misiani (Pd, già viceministro dell’economia) accompagnato dalla candidata al consiglio regionale, Chiara Croce, in cui ha raccolto gli umori, le istanze di un tessuto economico in evidente affanno. Non bastassero le preoccupazioni palesate dagli imprenditori su un’economia ormai esangue; sulle incertezze che, tra annunci e ritardi, ancora permangono dopo due anni sulla logorante vicenda del credito d’imposta; su come intercettare mercati nuovi; su come arruolare nuove, indispensabili, forze lavoro; su come tutelare un settore che, anni addietro, è stato assoluto protagonista nell’economia regionale e oggi è ridotto ai minimi termini, c’è stato il dato, eloquente, fornito dall’associazione di categoria: “Ogni 15 giorni firmiamo una media di 80-90 pratiche di richieste di Cig per 3 mesi. Molte aziende hanno già esaurito il monte ore a disposizione e non sanno come dovranno organizzarsi nei prossimi mesi” è stato detto all’ex viceministro. Così come è stata fatta notare l’insanabile incongruenza tra la velocità con cui si chiedono i pagamenti agli imprenditori e la lentezza elefantiaca con cui vengono adottati i provvedimenti a livello governativo. Cosa chiedere, allora, al governo e, in tempo di elezioni alla Regione? “Investimenti per l’internazionalizzazione; un finanziamento di showroom permanenti a Milano utili ad aziende di medie e piccole dimensioni; formazione per nuove leve; uno studio su cosa deve fare la piccola impresa per andare sui mercati mondiali; la sburocratizzazione. Inoltre ci dicano di più sulla Zes: le associazioni di categoria l’avevano chiesta da tempo, ma ora che è stata annunciata, sulle modalità e tempistiche di attuazione sappiamo poco o niente” alcune delle istanze avanzate, anche dalla Croce, e di cui Misiani ha preso nota, riconoscendo di aver trovato le Marche una regione diversa da quella che ha rappresentato un esempio trainante e florido nell’economia: “Secondo dati recenti abbiamo un decimo di imprese in meno, tante aziende sono state abbandonate a loro stesse. Transizione 4.0 ha funzionato bene; transizione 5.0 è nata bene ma talmente ingessata dal punto di vista burocratico che dei 6,3 miliardi, ne sono stati utilizzati 1,6. Le risorse risparmiate avrebbero dovuto essere rimodulate, ma non se ne è parlato più”. E poi i dazi: “Sarebbe auspicabile un piano di sostegno per le imprese. Il governo aveva parlato di 25 milioni: non se ne sa più nulla e intanto rischiamo di perdere un comparto manifatturiero – hanno concluso Misiani e Croce –. Deve cambiare passo il governo, ma serve anche una Regione che si faccia sentire con più forza su queste tematiche”.

Marisa Colibazzi

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