Presentato oggi a Roma, presso la sede di CNA Nazionale, alla presenza del vice ministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo il VII Osservatorio sulla tassazione piccole imprese “Comune che vai fisco che trovi” giunto alla sua settima edizione
Un grande lavoro è stato fatto in questi anni da parte di CNA, che, in sinergia con il Ministero dell’Economia, si è costantemente confrontata per rispondere alle esigenze e alle proposte del settore. Grazie a questo impegno, molte delle richieste avanzate sono state accolte, e le istanze iniziali di CNA sono state ridotte da dieci a cinque, trasformandosi in proposte concrete e realizzabili.
Tuttavia, dallo studio emerge ancora una grave mancanza di equilibrio nel sistema, che penalizza fortemente gli imprenditori, in particolare quelli delle piccole imprese. Nonostante i progressi, queste realtà continuano a riscontrare difficoltà, e la situazione resta difficile in un panorama economico che non sempre offre le giuste opportunità di crescita e sviluppo. È fondamentale, quindi, continuare a lavorare, come stiamo facendo, per trovare soluzioni che possano realmente sostenere queste imprese.
Tornado all’analisi dell’osservatorio si registra un lieve calo della tassazione sulle imprese personali nel 2024 al 52,3% dal 52,8%, e conferma di consistenti divari territoriali. In media, le imprese hanno lavorato per il fisco fino al 9 luglio, due giorni in meno rispetto all’anno precedente. Dalla fotografia scattata dall’Osservatorio CNA, Bolzano si conferma sul gradino più alto del podio con una tassazione al 46,3% mentre a chiudere la graduatoria dei 114 capoluoghi di provincia è Agrigento con una pressione fiscale complessiva del 57,4%.
Nel complesso la divergenza territoriale rimane di 11 punti come l’anno precedente. Soltanto in 10 comuni il total tax rate è inferiore al 50%. Tra le grandi città Milano è in 18ma posizione con una pressione complessiva al 50,5% che consente di smettere di lavorare per il fisco il 3 luglio, a Palermo il tax free day è il 7 luglio (46ma in classifica), il 12 luglio a Roma e Genova, il 15 a Torino che mostra un total tax rate al 53,9%, il 17 a Firenze, il 19 luglio a Napoli mentre a Bologna si deve attendere fino al 23 luglio.
Nel 2024 le imprese piemontesi hanno destinato più della metà del proprio tempo al pagamento delle tasse. In media, nelle province del Piemonte, il total tax rate si è attestato attorno al 52%, con differenze rilevanti tra i territori: da Cuneo, terza in Italia con il 48,8%, fino a Biella e Vercelli, ferme rispettivamente al 111° e 112° posto con il 56,7% e il 56,8%. Questo significa che un’impresa tipo, con laboratorio artigiano di 350 mq e negozio di 175 mq, ha dovuto lavorare quasi 200 giorni all’anno solo per il fisco, lasciando ai consumi e alla produzione effettiva meno tempo di quanto destinato alla tassazione.
Il calendario delle province piemontesi (giorno della svolta 2024):
- Torino 15 luglio – Total tax rate 53,9% (169 gg per produrre, 197 per il fisco)
- Cuneo: 27 giugno – Total tax rate 48,8% (187 gg per produrre, 179 per il fisco)
- Asti: 3 luglio – Total tax rate 50,5% (181 gg per produrre, 185 per il fisco)
- Alessandria: 7 luglio – Total tax rate 51,6% (177 gg per produrre, 189 per il fisco)
- Novara: 8 luglio – Total tax rate 52% (176 gg per produrre, 190 per il fisco)
- Biella: 26 luglio – Total tax rate 56,7% (158 gg per produrre, 208 per il fisco)
- Vercelli 26 luglio – Total tax rate 56,8 % (158 gg per produrre, 208 per il fisco)
Il Presidente regionale CNA Piemonte, Giovanni Genovesio:
“I dati ci dicono che le imprese piemontesi lavorano più per il fisco che per sé stesse. In quasi tutte le province oltre il 50% dei giorni lavorativi annui viene assorbito dalle tasse. È un paradosso che mette in difficoltà chi vuole crescere, innovare e investire sul futuro. Non è accettabile che i nostri artigiani e piccoli imprenditori debbano destinare più tempo allo Stato che al proprio lavoro.”
Il Segretario regionale Delio Zanzottera sottolinea invece:
“Il Piemonte è un esempio chiaro di come la tassazione eccessiva incida sul tessuto produttivo. Tra Cuneo, dove il fisco assorbe meno della metà del reddito, e Biella, dove arriva a superare il 56%, ci sono 8 punti di differenza che si traducono in settimane di lavoro regalate al fisco. Occorre una riforma che non solo alleggerisca il peso, ma che elimini queste disparità ingiustificate tra territori.”
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