Tax Free Day, Cna: “Le imprese del territorio dovranno attendere almeno fino all’estate per produrre reddito”
Tax Free Day Cna: quest’anno a Prato e Pistoia le imprese dovranno attendere almeno fino all’estate per produrre reddito per sé stesse perché finiranno di lavorare per lo Stato solo a luglio, più precisamente il Tax free day cadrà il 6 luglio per le imprese del comune capoluogo Prato e il 9 luglio per quelle del comune capoluogo Pistoia e solo dopo queste date gli imprenditori potranno liberarsi dalla tassazione.
Sono questi alcuni dati territoriali estrapolati dal VII Rapporto annuale “Comune che vai Fisco che trovi” realizzato dall’Osservatorio di Cna nazionale analizzando la situazione fiscale delle imprese di 114 capoluoghi di provincia italiani e presentato ieri a Roma alla presenza del Viceministro Maurizio Leo e dei massimi vertici Cna guidati dal presidente nazionale Dario Costantini e dal segretario generale Otello Gregorini.
Il rapporto della Cna riguarda un’impresa tipo rappresentativa, ma che rappresenta di fatto oltre il 90% della realtà imprenditoriale italiana. Nello specifico un’impresa individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio di proprietà destinato alla vendita di 175 mq con valori immobiliari di 500mila euro in tutti i comuni, ricavi per 431mila euro e un reddito d’impresa di 50mila.
Più precisamente, nella classifica nazionale che rileva un lieve calo della tassazione sulle imprese personali – dal 52,8% del 2023 al 52,3% del 2024 con consistenti divari territoriali – e partendo dalla graduatoria nazionale che evidenzia la città con minore pressione fiscale (Bolzano) e quella con maggiore peso fiscale (Agrigento), Prato e Pistoia si piazzano rispettivamente al 42° e 63° posto registrando un Total Tax Rate (cioè un carico fiscale generale tra tasse nazionali e locali) pari al 52% (Pistoia) e al 51% (Prato). Nell’arco di quest’anno, dunque, le imprese pistoiesi lavoreranno ben 191 giorni solo per pagare le tasse e 175 giorni per il proprio reddito, mentre per quelle pratesi i giorni di lavoro per lo Stato saranno pari a 188 contro i 178 giorni di lavoro per sé stesse.
Spiega Emiliano Melani, presidente di Cna Toscana Centro: “Questa indagine è una cartina di tornasole per spiegare il peso enorme che il fisco riversa sulle imprese, e anche se quest’anno ha mostrato come il trend fiscale sia in lieve controtendenza rispetto al passato – e questo non può che farci piacere, sia perché è frutto di molte battaglie vinte da Cna, sia perché la liquidità aggiuntiva che rimane in tasca agli imprenditori viene reinvestita sul territorio e funziona da volano per l’economia – va detto che si tratta di una magra consolazione per motivi evidenti. In primis, questo percorso virtuoso è solo agli inizi e servono molte altre azioni istituzionali per consolidare questa tendenza; inoltre, lavorare da gennaio a luglio solo per essere in grado di far fronte all’erario è un peso ancora davvero insostenibile per qualsiasi imprenditore di ogni tipologia.
Cna lavora da anni per recuperare il rapporto con l’erario, ottenere provvedimenti che alleggeriscano il carico fiscale, sburocratizzare e semplificare. Ci confrontiamo con le istituzioni su ogni tema, a partire dagli studi di settore, e abbiamo visto che, se si collabora costantemente con il Governo e l’erario, si trovano delle soluzioni per sostenere le imprese e si riesce ad incidere sui provvedimenti, in primis la Legge delega fiscale. Detto questo però è fondamentale agire anche a livello regionale e locale, la cui tassazione si somma al livello nazionale, su temi che riguardano la sopravvivenza stessa delle imprese, come ad esempio la successione di impresa e i passaggi generazionali, per i quali vanno costruiti incentivi e costruiti ponti aperti ai giovani che vogliono mettersi in gioco e trasformarsi in imprenditori rilevando, magari, le aziende familiari. In caso contrario si rischia di disperdere l’intero patrimonio imprenditoriale del Paese che conta oltre 4 milioni di imprese tra i 10 e i 100 dipendenti (dati Banca d’Italia). E’ quindi alle piccole imprese che la politica è chiamata a dare risposte con efficientamento della gestione dei servizi pubblici, con contributi e incentivi, ma anche e soprattutto con premialità verso quella che ancora oggi è l’ossatura economica del Paese. Il livello di tassazione è la questione principale ma il fisco è anche complicato. Il percorso tracciato dalla riforma va nella giusta direzione ed è necessario che il progetto venga completato nella sua interezza oltre ad assicurare stabilità all’impianto normativo, evitando le continue modifiche che producono forte incertezza”.
Le proposte di Cna per allentare la stretta del fisco e ridurre la burocrazia fiscale
“La strada da percorrere – prosegue Melani – è sicuramente quella di continuare con ancora più determinazione verso una sensibile riduzione della pressione fiscale locale sul reddito delle imprese, cercando di responsabilizzare gli enti locali. Oggi la pressione fiscale si colloca in un sistema iniquo che non contrasta efficacemente la concorrenza sleale attuata dagli evasori; non premia, come sarebbe giusto, la fedeltà fiscale della maggioranza degli imprenditori onesti; non agevola l’avvio di nuove imprese. Abbiamo un sistema fiscale che ha aumentato gli obblighi di comunicazione delle informazioni a carico delle imprese pur avendo introdotto l’obbligo della fatturazione elettronica e della trasmissione telematica dei corrispettivi. Le imprese subiscono oneri complessi e costosi che le espongono a possibili errori e alla conseguente applicazione di sanzioni amministrative, senza riuscire a debellare la diffusa evasione fiscale. Occorre trovare una soluzione al trade off tra livello delle aliquote e tendenza a sottrarsi al prelievo tributario. Riconosciamo che i passi in avanti compiuti sino ad oggi vanno nella direzione auspicata, ma molto ancora resta da fare per arrivare ad un fisco più equo e sostenibile per le piccole imprese.
Occorre quindi agire subito su alcuni punti:
proseguire nel percorso di riduzione della tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, eliminando le disparità di trattamento fiscale (ad esempio come nel caso delle detrazioni), con i lavoratori dipendenti
introdurre un regime premiale nella tassazione dei redditi d’impresa prevedendo delle riduzioni automatiche quando il reddito dichiarato supera il reddito “normale” che emerge dagli Indicatori sintetici di affidabilità (Isa) (chi più è efficiente meno paga);
Completare l’eliminazione dell’Irap
introdurre un regime di favore con tassazione agevolata per premiare chi investe nella propria impresa personale
agevolare il passaggio generazionale nelle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti, prevedendo altresì una fiscalità agevolata per i primi anni di avvio dell’impresa
eliminare gli oneri impropriamente messi a carico delle imprese eliminando tutti i regimi Iva del “reverse charge”, lo “split payment”, nonché la ritenuta dell’11% (in vigore dal 1° marzo 2024) applicata sui bonifici relativi a spese per cui sono riconosciute le detrazioni fiscali”.
Fonte: Cna
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