Francesco Acquaroli e Matteo Ricci si scontrano sul bypass ferroviario Pesaro-Fano. È successo ieri pomeriggio nel dibattito in corso a Confindustria Marche, tanto da costringere il giornalista Michele Romano a interrompere il confronto per riportare la calma. Prima le dichiarazioni del governatore uscente, Acquaroli (candidato del centrodestra): “Non c’è stato alcun definanziamento, ho parlato con il ministero e ho i documenti che lo provano. Il bypass è stato semplicemente superato dal progetto dell’alta velocità: non averla significa rimanere nel medioevo”. Poi l’attacco di Ricci: “Ci hanno fatto perdere due miliardi di euro destinati alle Marche – ha ribadito senza esitazioni l’europarlamentare –, finiti sul ponte sullo stretto di Messina: il più grande furto mai messo in atto ai danni delle Marche”. Fino a quel momento l’incontro “Costruire il futuro-L’industria: motore di innovazione, crescita e attrattività del territorio” era filato via senza inciampi anche se, già su un altro tema, quello del termovalorizzatore, i candidati avevano manifestato le loro diversità di vedute. Acquaroli ha parlato del termovalorizzatore come scelta obbligata, “non semplice ma necessaria”. In assenza dell’impianto, già previsto nel piano dei rifiuti approvato dalla giunta regionale, ma non ancora dal Consiglio, “le Marche rischiano l’infrazione, cioè il mancato rispetto della legge europea, che prevede di ridurre al 10% i rifiuti da portare in discarica entro il 2035: noi attualmente siamo al 50%”. Per Ricci, invece, “nelle Marche, in questo momento, il termovalorizzatore non serve. Le imprese non possono aspettare la costruzione dell’impianto, dobbiamo velocizzare le scelte, aumentando la quantità e la qualità della raccolta differenziata”.
Il presidente uscente ha, poi, snocciolato alcuni dati sull’economia marchigiana: “Siamo la seconda regione italiana per la crescita del Pil (i dati sono dell’Istituto di ricerca Prometeia di Bologna) con un tasso dello 0,8% nel 2025 e una proiezione positiva anche per il 2026. Siamo primi in Italia nell’utilizzo dei Fondi sociali europei e terzi per l’impiego dei Fondi europei di sviluppo regionale”. Per Ricci, invece, “le Marche non crescono, nonostante i 6 miliardi del Pnrr e i 14 miliardi destinati alle aree terremotate dell’Italia centrale”. Mentre per il presidente uscente “la sfida dei prossimi anni è quella di cogliere appieno le opportunità della Zes (Zona economica speciale), il disegno di legge è stato trasmesso al Senato, dove sarà discusso nelle prossime settimane”, per Ricci la Zes non esiste: “Non è un decreto legge, ma un disegno di legge, per la cui approvazione ci vorrà tempo, non ci sono i finanziamenti e sono esclusi la metà dei Comuni, tra cui Ancona e il suo porto. È soltanto una zona elettorale speciale”. “In cinque anni – è stata l’accusa mossa da Ricci ad Acquaroli – non avete inaugurato un’opera e non avete portato a casa un finanziamento, a esclusione dei 400 milioni stanziati dal governo per l’alluvione. Nei dieci anni da sindaco di Pesaro ho assicurato alla mia città due miliardi di finanziamenti europei e statali”.
Acquaroli ha ricordato, invece, lo sblocco della Fano-Grosseto, il rilancio dell’aeroporto di Ancona, i 50 milioni di euro per l’internazionalizzazione e per la ricerca di nuovi mercati, la crescita turistica con oltre un milione e 300mila presenze. Siamo una regione attrattiva anche per l’eccellenza della nostra qualità della vita”. I vertici regionali di Confindustria e dell’Ance (Diego Mingarelli, Roberto Cardinali e Stefano Violoni) hanno consegnato ai due candidati un documento nato dal confronto tra gli imprenditori. “Serve una nuova alleanza – ha commentato il presidente Cardinali – tra le istituzioni e il sistema produttivo”.
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