BELLUNO – «La primissima cosa da fare? Incentivare fin da subito medici e insegnanti. Sul resto possiamo anche aspettare, su questi due temi no». Quindi, sanità e scuola, per il senatore Luca De Carlo. Sono queste le priorità della messa a terra della nuova legge sulla montagna, approvata in via definitiva lunedì sera. Cosa fatta capo ha, si dice. E allora per l’unico esponente bellunese in Parlamento, il capo, l’inizio del nuovo corso, passa dal dotare le terre alte di servizi che oggi rischiano di essere rarefatti, se non addirittura scarsi. «I decreti attuativi dovranno servire a dare corpo alla legge. A partire dalla priorità che oggi è la sanità e la formazione dei ragazzi e dei giovani». De Carlo, del resto, lo aveva detto fin dai lavori in aula, a Palazzo Madama, lunedì pomeriggio. In sede di dichiarazioni di voto, aveva esordito con un commento: «Questa legge pone attenzione in maniera precisa e puntuale alle priorità. Che sono medici, sanità, scuola e giovani».
Per Belluno, e da bellunese, cosa vuol dire in concreto?
«Vuol dire premialità nei concorsi. Con la nuova legge, 3 anni di lavoro in montagna significa un titolo preferenziale negli incarichi dirigenziali. In sanità ogni anno di lavoro svolto in un Comune montano vale il doppio per i punteggi nei concorsi. Significa che la montagna diventa attrattiva. E significa che si mette mano a un problema che non è trascurabile per la pianura – la carenza di medici – e a maggior ragione non può essere trascurato per la montagna».
Basta questo per essere attrattivi?
«No, certo. Ma non c’è solo questo. I medici che si trasferiscono per lavoro ricevono un credito d’imposta di massimo 2.500 euro l’anno per contenere le spese legate all’affitto o mutuo. Lo stesso vale per gli insegnanti. Queste misure servono a garantire che le scuole non abbiano carenze di personale, perché avere buone scuole combatte lo spopolamento, poiché incentiva le famiglie a non spostarsi. Poi ci sono agevolazioni per le imprese, l’individuazione e quindi la promozione delle nuove professioni della montagna, incentivi per la natalità, attenzione alle infrastrutture vitali per le terre alte…».
Insomma, lei è soddisfatto di questa legge?
«Nel 2018 quando sono entrato in Parlamento, mi chiesero cosa avrei portato alla montagna. Risposi “una legge quadro”. Oggi si chiude il cerchio. Ho rispettato quell’impegno preso con il mio territorio, grazie al lavoro del governo Meloni».
E poi, diciamolo, è soddisfatto anche perché l’articolo 9 della legge è “l’articolo De Carlo” (sulla pianta organica dei tribunali)…
«È nato da un mio emendamento, da un impegno che mi ero preso dopo un incontro con l’ordine degli avvocati, la Procura e il tribunale».
Da ex sindaco ritiene sufficienti queste misure?
«Da sindaco dico che tutto è migliorabile. Qualsiasi sindaco, fatto 30, cercherà sempre di fare 31».
Si riferisce alle risorse della legge?
«La dotazione finanziaria non basta mai. Ma questa legge ha fissato delle priorità e lo ha fatto in maniera concreta, con una strategia. Mi sarebbe piaciuto poter sviluppare di più il tema dei crediti di carbonio, ma è un impegno per il futuro, anche perché consentirebbe di moltiplicare gli effetti benefici sulla dotazione finanziaria per la montagna».
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