Imprenditrice del settore del commercio e presidente della Camera di Commercio di Bari e di Unioncamere Puglia, Luciana Di Bisceglie rappresenterà l’ente nell’88esima edizione della Fiera del Levante che aprirà i battenti domani. Sarà la sua terza esperienza da referente dell’organismo che svolge un ruolo strategico nelle relazioni tra imprese, istituzioni e organizzazioni dei lavoratori. Un ruolo cardine all’interno della campionaria, che la vedrà protagonista delle Giornate del Mezzogiorno: una due giorni di confronto tra economisti, docenti universitari, dirigenti di società strategiche nazionali e politici, su tutti Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme della Commissione europea.
Si apre un’edizione dalla Fiera del Levante, particolare, tra guerre, e minacce di guerra, in uno scenario internazionale delicatissimo. Che fiera ci attende? È ancora quella vetrina importante per il territorio? Che risposte dovrebbe dare la classe politica?
«L’edizione di quest’anno nasce in un contesto globale estremamente complesso: conflitti in corso, tensioni geopolitiche e instabilità dei mercati. La Fiera del Levante resta una vetrina fondamentale per il territorio perché non è soltanto esposizione ma rete: connette imprese, istituzioni e culture. In questo momento il messaggio è chiaro: il Mediterraneo deve essere ponte di cooperazione e non di conflitto. La politica deve dare risposte concrete e rapide su infrastrutture, energia, digitalizzazione e sicurezza degli scambi, per dare certezze alle imprese che operano e investono».
Qual è la sua posizione sull’esclusione di Israele dalle attività della Fiera?
«La fiera ha da sempre una vocazione inclusiva, ma esiste una diplomazia economica la cui potenza non va sottovalutata. Proprio In virtù della partecipazione della Camera di Commercio in Nuova Fiera del Levante, condividiamo la stessa posizione. Come già ribadito in altre interviste ed in tempi lontani, credo che lo sviluppo economico, soprattutto quello che passa per gli scambi commerciali tra Paesi, debba presupporre contenuti etici. Se mancano si compromette tutto il resto. La speranza è che ogni singolo gesto, anche il più piccolo, possa contribuire a fermare i fatti di Gaza».
Come questi scenari internazionali, tra i quali la nuova alleanza tra Russia e Cina possono influenzare l’andamento del commercio in Puglia e a Bari, città da sempre ponte tra le culture?
«La Puglia e Bari hanno una tradizione millenaria di rapporti con l’Est e con l’Oriente. La nuova alleanza Russia–Cina sta ridefinendo rotte e mercati, e le imprese pugliesi dovranno essere pronte ad adattarsi, diversificando fornitori e mercati di sbocco. La Camera di Commercio, anche attraverso il sistema camerale regionale, sta lavorando a programmi di internazionalizzazione e formazione per rafforzare la competitività delle aziende, puntando sui mercati emergenti».
Per il rilancio dell’economia del territorio sono fondamentali i fondi, dal Pnrr a quelli di Coesione, oltre che la Zes, ma anche il lavoro e l’energia, argomenti che quest’anno saranno al centro delle Giornate del Mezzogiorno.
«La recente approvazione da parte del Parlamento europeo della riforma di revisione della Politica di Coesione – grazie al lavoro del vicepresidente della Commissione europea, Raffaele Fitto, che interverrà alle nostre Giornate – rappresenta una svolta concreta. Le nuove priorità strategiche offrono occasioni preziose per far crescere i territori e utilizzare meglio i fondi europei. Il lavoro e l’energia sono le due sfide più urgenti: servono politiche attive per l’occupazione giovanile e femminile, formazione qualificata, un piano energetico capace di integrare, tra l’altro, rinnovabili, logistica portuale, infrastrutture e innovazione industriale».
Gli investimenti finora stanno andando nella direzione giusta? Se no, cosa andrebbe fatto?
«Il nodo resta la capacità amministrativa: bisogna accelerare i bandi, semplificare le procedure e migliorare la progettazione. Se il sistema territoriale saprà muoversi insieme – imprese, enti locali, associazioni – potremo trasformare questi strumenti in un volano stabile per l’innovazione e la crescita, evitando che le risorse restino bloccate o vadano disperse».
Tra gli argomenti affrontati in Fiera ci sarà anche il turismo. A Bari e in altre località più richieste pugliesi è sorto il problema dell’overtourism. Come gestire queste situazioni?
«Il turismo è uno dei motori della Puglia, ma la crescita va gestita. L’overtourism è un segnale che occorre riequilibrare. Puntiamo su destagionalizzazione, percorsi nell’entroterra, infrastrutture sostenibili e formazione del personale. Serve un patto pubblico-privato che salvaguardi l’identità dei luoghi e la qualità della vita dei residenti».
Infine, per un futuro di speranza, che messaggio dovrà emergere dalla campionaria?
«Vorrei che dalla Fiera del Levante emergesse un messaggio di fiducia e di coraggio. In un’epoca di grandi trasformazioni possiamo essere laboratorio di sostenibilità e innovazione. La Fiera deve dire ai nostri giovani: qui c’è spazio per costruire il vostro futuro, senza chiudersi ma aprendosi al dialogo e al merito».
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