La Banca Centrale Europea (BCE) ha mantenuto i tassi di interesse fra il 2 e il 2,4 per cento: è la seconda volta che decide di non modificarli (la prima era stata lo scorso luglio), dopo averli ridotti per otto volte consecutive. Christine Lagarde, la presidente della BCE, ha detto che l’inflazione è «dove dovrebbe essere», ma ha aggiunto che la situazione complessiva e le previsioni per il futuro rimangono parecchio incerte soprattutto per via degli enormi dazi imposti a partire da aprile dal presidente statunitense Donald Trump.
I tassi di interesse sono il principale strumento che le banche centrali hanno per intervenire sull’andamento dei prezzi e cercare di mantenerlo sotto controllo: tra le altre cose, il livello dei tassi d’interesse stabilito dalla BCE influenza i tassi di interesse sui mutui e sui prestiti alle imprese.
Solitamente le banche centrali aumentano i tassi per limitare la crescita dei prezzi (cioè l’inflazione), e li abbassano quando invece l’inflazione non è considerata un problema o l’economia è stagnante. Ad agosto l’inflazione nell’area euro era al 2,1 per cento su base annua, un livello che rispecchia l’obiettivo della BCE (che è di mantenere l’inflazione attorno al 2 per cento) ed è considerato adeguato per un’economia in buono stato.
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