Nell’ultimo trimestre utile per l’accesso al credito d’imposta Transizione 5.0 è bene soffermarsi sulle attività e sui beni agevolabili. La bussola sono gli allegati A e B della legge n. 232/2016, con regole specifiche adattate alla luce delle logiche green dell’incentivo
Il Piano Transizione 5.0 continua nella sua lenta corsa, in vista della scadenza per la programmazione degli investimenti.
Salvo proroghe o cambi di rotta, il credito d’imposta riconosciuto alle imprese che mettono in campo progetti di innovazioni sarà fruibile fino al 31 dicembre 2025.
Ancora notevoli le risorse in campo: dal monitoraggio dei dati messi a disposizione da parte del GSE risultano disponibili più di 4 miliardi, che serviranno per finanziare i crediti d’imposta che saranno richiesti dalle imprese.
È quindi bene tornare su quelli che sono i progetti agevolabili. Il Piano Transizione 5.0 si pone in continuità con il Piano 4.0, da cui riprende l’elenco dei beni agevolabili.
Da considerare le specificità che si legano alle finalità di fondo della misura, che punta non solo a favorire la trasformazione digitale, ma anche a contribuire al miglioramento delle prestazioni energetiche delle imprese.
Transizione 5.0, per quali attività e beni spetta il credito d’imposta
Nel perimetro del credito d’imposta Transizione 5.0 rientrano gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025 da parte di tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, così come dalle Stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale adottato.
Ad essere incentivati sono gli investimenti in struttura ubicate in Italia, relativamente ai beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa, inclusi negli allegati A e B annessi alla legge n. 232/2016.
Due i requisiti specifici da rispettare:
- i beni devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura;
- devono portare a una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale, cui si riferisce il progetto di innovazione, non inferiore al 3 per cento o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5 per cento.
Scendendo nel dettaglio dei costi ammissibili, si specifica che l’allegato A della legge n. 232/2016 individua i beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese.
Vi rientrano ad esempio macchine e beni controllati da sistemi computerizzati o automatizzati, dispositivi per l’automazione della produzione o ancora per l’integrazione uomo-macchina e per migliorare ergonomia e sicurezza dei luoghi di lavoro.
L’allegato B include invece i beni immateriali (software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni), connessi agli investimenti di cui sopra. In questa tipologia di spese sono incluse voci specifiche previste nell’ambito del Piano 5.0, inclusi i software gestionali.
Più spazio ai software con il Piano Transizione 5.0
Nell’ambito del progetto di innovazione, tra i beni di cui all’allegato B di cui sopra sono incluse anche altre due categorie di investimenti:
- i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding);
- i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui sopra.
In aggiunta, nell’ambito del progetto di innovazione è possibile includere nel calcolo del credito d’imposta anche i beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, anche a distanza, a eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta.
Un focus inoltre all’acquisizione di competenze utili per utilizzare i nuovi strumenti: il bonus Transizione 5.0 si applica anche alle spese per la formazione, finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi, nel limite del 10 per cento degli investimenti e fino a un massimo di 300.000 euro.
Il calcolo del credito d’imposta Transizione 5.0
All’ampia portata dell’agevolazione si affiancano requisiti specifici da rispettare per la fruizione e il calcolo del credito d’imposta.
Transizione 5.0 punta alla digitalizzazione ma anche alla sostenibilità dei consumi.
Come detto infatti, condizione fondamentale per poter beneficiare delle agevolazioni sugli investimenti è ridurre i consumi energetici.
Il credito d’imposta 5.0 è attribuito a patto che per effetto degli investimenti si consegua:
- una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale, cui si riferisce il progetto di innovazione, non inferiore al 3 per cento;
- in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5 per cento.
Il risparmio conseguito è parametro rilevante anche per calcolare il beneficio spettante. Il credito d’imposta è infatti pari, di base, al 35 per cento per gli investimenti fino a 10 milioni di euro e al 5 per cento per quelli superiori, fino al massimale annuo di 50 milioni per ciascuna impresa.
Per gli investimenti fino a 10 milioni di euro, il valore del credito d’imposta sale al 40 per cento in caso di riduzione dei consumi energetici dal 6 al 10 per cento per la struttura produttiva o dal 10 al 15 per cento per l’intero processo. In caso di miglioramento ulteriore delle prestazioni energetiche si passa al valore del 45 per cento.
Per gli investimenti superiori a 10 milioni di euro, il credito passa al 10 per cento e arriva fino al 15 per cento per le riduzioni più elevate di consumi.
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