Chi ritiene di lottare per una causa giusta, può mettere in conto la sconfitta, se si batte con onore. Qui si intravede una disponibilità a piegarsi a ogni compromesso, senza neppure la convinzione che serva a qualcosa
Stefano Feltri
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Qui sotto trovate il discorso integrale di Ursula von der Leyen con i miei commenti alle varie parti.
Anche i titoli dei paragrafi sono miei.
Quando ci sono interventi tanto attesi come questo, credo sia più utile fornire il documento e delle chiavi di lettura invece che limitarmi a esprimere un’opinione.
Fatemi sapere se questo format vi sembra utile
di Ursula von der Leyen
Presidente Metsola, onorevoli deputati, l’Europa è in lotta: per un continente integro e in pace, per un’Europa libera e indipendente, per i nostri valori e le nostre democrazie, per la nostra libertà e la capacità di determinare da soli il nostro destino. Non fatevi illusioni: è una lotta per il nostro futuro.
Ho riflettuto a lungo se aprire lo Stato dell’Unione con una valutazione così netta: noi europei non siamo abituati – né a nostro agio – a parlare in questi termini, perché la nostra Unione è un progetto di pace. Ma il mondo di oggi non perdona e non possiamo coprire con una vernice le difficoltà che gli europei vivono ogni giorno.
Sentono il terreno spostarsi sotto i piedi, sentono le cose farsi più dure proprio mentre lavorano di più; avvertono l’impatto della crisi globale, del costo della vita più elevato, la velocità del cambiamento sulle loro vite e carriere. Si preoccupano per la spirale di eventi che vedono nei notiziari – dalle scene devastanti a Gaza al bombardamento incessante della Russia sull’Ucraina.
Non possiamo attendere che la tempesta passi: quest’estate ha mostrato che non c’è spazio né tempo per la nostalgia. Si tracciano ora le linee del fronte per un nuovo ordine mondiale basato sulla forza. Dunque sì, l’Europa deve lottare per il suo posto in un mondo in cui molte grandi potenze sono ambivalenti o apertamente ostili, un mondo di ambizioni e guerre imperiali, dove le dipendenze sono spietatamente trasformate in armi. Per tutte queste ragioni deve emergere una nuova Europa.
Qui Ursula von der Leyen cerca di rispondere alle critiche di chi ha considerato la sua Commissione europea troppo remissiva di fronte all’aggressione di Donald Trump: come se fosse rimasta ferma a un’altra epoca, quando l’integrazione commerciale era un sufficiente progetto politico e valoriale per muoversi nella globalizzazione.
Ora siamo nell’epoca della forza, dice Von der Leyen, e la Commissione l’ha capito anche se gli europei faticano ad accettare questa evoluzione.
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